Aiuti a Hamas e la frode UNRWA

Il dibattito sui tagli allAutorità Palestinese porta insieme notizie buone e cattive .

Da un articolo di Jonathan S. Tobin

image_1133Il dibattito in corso sul taglio degli aiuti all’Autorità Palestinese è un caso classico di notizie buone e cattive che giungono insieme.
La notizia buona è che gli Stati Uniti sembrano mantenersi fermi nel rifiuto di continuare a far affluire denaro all’Autorità Palestinese una volta saliti al potere gli uomini di Hamas recentemente eletti. Sebbene molti pensassero che Washington si sarebbe ben presto piegata su questa questione, l’amministrazione si sta attenendo alla linea della fermezza contro l’invio di anche solo un centesimo a Hamas. E il Congresso è pronto ad approvare misure restrittive che potrebbero funzionare da argine rispetto ad eventuali impulsi del Dipartimento di stato a cedere su questo tema.
Ma qui arrivano le brutte notizie. Stati Uniti e Unione Europea (che pure sta valutando un taglio degli aiuti all’Autorità Palestinese) intendono inviare come aiuti umanitari molti di quei soldi che finora sono stati usati per mantenere la clepocrazia dell’Autorità Palestinese. Così, pensano, i palestinesi innocenti non saranno costretti a soffrire per i crimini dei loro nuovi capi. Il ragionamento sembra molto logico e umano. Il solo problema è che l’ente umanitario che riceverà il grosso degli aiuti è una delle agenzie più pervasivamente politicizzate e infiltrate da terroristi che vi siano al mondo, e cioè l’UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East).
Da cinquantasei anni l’UNRWA impersona il simbolo stesso del doppio standard applicato dalla comunità internazionale per quanto riguarda la guerra del mondo arabo contro Israele. Mentre le Nazioni Unite si occupano di tutti gli altri profughi del mondo attraverso un’unica agenzia – L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (United Nations High Commissioner for Refugees, UNHCR) –, per i profughi palestinesi è stata creata un’agenzia apposita, l’UNRWA appunto, che ha un mandato specifico e diverso. Purtroppo infatti, a differenza di tutti gli altri enti di aiuto ai profughi (compresi quelli che si sono occupati delle centinaia di migliaia di ebrei fuggiti dalle terre arabe dopo l’indipendenza di Israele), la principale ed esplicita missione dell’UNRWA non è mai stata quella di aiutare i palestinesi ad affrontare la realtà delle cose dopo la guerra del 1948. Aiutare i profughi palestinesi a reinserirsi non era il suo scopo. L’UNRWA esiste per lo scopo contrario: per mantenere i profughi palestinesi esattamente nella condizione e nel luogo in cui si trovano, affinché possano servire per giustificare l’infinita guerra contro Israele. Come è stato documentato da una serie di rapporti della Jewish Telegraphic Agency (http://www.jta.org), il curriculum dell’UNRWA è intessuto di complicità non solo con gli obiettivi politici del movimento palestinese, ma anche con le sue azioni più violente. Molti impiegati dell’UNRWA sono membri non solo della principali fazioni terroristiche palestinesi come Fatah, ma anche del gruppo jihadista Hamas. Non più di due anni fa l’UNRWA si è trovata in grande imbarazzo quando il suo direttore di allora, il burocrate norvegese Peter Hansen, cercò di sostenere che questo fatto non era poi così importante. In effetti, fra i candidati della lista Hamas eletti nelle recenti elezioni palestinesi, un certo numero risulta sul libro paga dell’UNRWA. Naturalmente, perché mai dovrebbe preoccuparsi di queste infiltrazioni uno come Hansen, che nel 2002 contribuì in prima persona a diffondere la menzogna secondo cui le Forze di Difesa israeliane avevano commesso un indiscriminato massacro di civili nel campo profughi di Jenin? Il signor Hansen non si limitò a imbrogliare sul numero di vittime a Jenin, dove palestinesi armati di Hamas e Fatah avevano impegnato in una battaglia campale i soldati israeliani mandati a distruggere le basi del terrorismo all’indomani di una serie spaventosa di attentati stragisti palestinesi. Egli raccontò anche delle frottole sul dato di fatto che quello, come altri campi dell’UNRWA, da lungo tempo era stato praticamente trasformato in una roccaforte per i gruppi terroristi palestinesi sovvenzionata dall’Onu.
Hansen e l’UNRWA hanno approfittato del prestigio del loro puntello “umanitario” per attaccare regolarmente Israele per le sue operazioni nei campi palestinesi, senza menzionare quasi mai il fatto che Israele stava reagendo all’aggressione del terrorismo palestinese. Ma, di nuovo, questo è dovuto al fatto che l’Onu ha sempre preferito chiudere gli occhi sulla circostanza che quei campi sotto la sua giurisdizione erano i luoghi dove venivano pianificate e organizzate le stragi terroristiche.
Dipendenti dell’UNRWA hanno usato le strutture dell’agenzia per mettere terroristi al riparo da Israele, fino al punto di usare le sue ambulanze per trasportare armi e assassini. Hamas ha persino gestito la sua nuova emittente televisiva dall’interno di una moschea relativamente al sicuro nel campo profughi di Jabalya, gestito dall’UNRWA.
Quand’anche tutto questo non fosse sufficiente per far suonare un campanello d’allarme sulla realtà dei campi UNRWA, anche solo lo stillicidio costante di palestinesi che all’interno di questi campi restano vittime di “incidenti sul lavoro” – frutto di esplosioni accidentali di ordigni in preparazione per attentati terroristici – dovrebbe cancellare ogni dubbio anche del più ingenuo degli osservatori.

(Da: Jerusalem Post, 19.03.06)

Nella foto in alto: Quaderno trovato in una scuola UNRWA nel campo palestinese di Kalandia.