All’Onu continua lo show del pregiudizio anti-israeliano
Che credibilità può avere un Consiglio Onu per i diritti umani dove si impancano a giudici paesi come Mauritania Pakistan Somalia e Qatar che hanno leggi che prevedono l’uccisione degli omosessuali?
Editoriale del Jerusalem Post

29 ottobre 2021: l’ambasciatore d’Israele alle Nazioni Unite Gilad Erdan staccia l’ennesimo rapporto anti-israeliano del Coniglio Onu per i diritti umani
Non sorprende affatto che il Consiglio Onu per i diritti umani abbia dimostrato, martedì, che continua a essere l’organizzazione faziosa e prevenuta che da tempo conosciamo: un ente accecato dall’odio preconcetto verso Israele, che invece di difendere i valori su cui è stata fondata l’Organizzazione internazionale preferisce dare credito a terroristi e a forze che operano attivamente per minare democrazia e libertà.
Ora è stata la volta del rapporto iniziale della screditata Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite guidata da Navi Pillay, ex Alto commissario Onu per i diritti umani. Nel loro rapporto, Pillay e i suoi due colleghi concludono che il conflitto con i palestinesi è praticamente tutto colpa di Israele.
Si veda:
26 Luglio 2021 – L’indagine-farsa del Consiglio Onu per i diritti umani
Tre attivisti apertamente anti-israeliani chiamati a comporre la Commissione d’inchiesta su Israele, unico paese al mondo per cui è prevista un’indagine permanente
8 Febbraio 2022 – La “soluzione finale” dell’Onu alla questione israeliana
Per la campagna di delegittimazione dello stato ebraico da parte dell’organismo internazionale, lo stato ebraico non solo non ha il diritto di difendersi ma non ha nemmeno il diritto di esistere
22 Febbraio 2022 – Israele: la Commissione Onu è prevenuta, il suo verdetto è già stabilito in partenza
Lettera aperta di cittadini israeliani: tra un gruppo che spara deliberatamente sui civili facendosi scudo dei propri cittadini e una forza difensiva che agisce per fermare questi terroristi, la posizione del diritto internazionale è chiarissima
20 Maggio 2022 – Smascherare l’inchiesta truccata dell’Onu contro Israele
Non occorre essere indovini per prevedere quale sarà il contenuto del primo rapporto di una Commissione d’Inchiesta faziosa e prevenuta sin dal suo mandato
Israele ha denunciato il rapporto affermando che non è “nient’altro che uno spreco di denaro ed energie del sistema Nazioni Unite”, nonché “parte integrante della caccia alle streghe condotta dal Consiglio Onu per i diritti umani contro Israele”. Anche il direttore esecutivo di “UN Watch”, Hillel Neuer, ha attaccato il documento, sottolineando come scelga di non vedere il terrorismo palestinese. “Il rapporto – ha affermato Neuer – chiude gli occhi sul terrorismo palestinese e abbraccia la versione di Hamas secondo cui Israele è la causa alla radice di tutto il conflitto. Questo è esattamente ciò che ci aspettavamo da Navi Pillay, una che fa attivamente pressione sui governi perché ‘sanzionino l’apartheid d’Israele’ e condannino Israele per quello stesso conflitto su cui lei dovrebbe indagare in modo imparziale”. Tanto per dare un idea, Neuer spiega d’aver contato il numero di volte in cui Israele e Hamas sono nominati nel rapporto: Israele viene menzionato 157 volte, Hamas solo tre volte mentre Jihad Islamica e Iran nemmeno una volta.

25 maggio 2021, l’esponente di Hamas Mahmoud Al-Zahar alla tv Al-Jazeera: “…per liberare la terra e sbaraccarci di questo cancro sulla nostra terra”. La Commissione Pillay non vede la minaccia terroristica contro l’esistenza dello stato ebraico
Quello che le Nazioni Unite non riescono a capire è che rapporti come questo non contribuiscono per nulla a risolvere il conflitto tra Israele e palestinesi. Al contrario, lo fomentano. I palestinesi – e in particolare gruppi terroristici come Hamas e Jihad Islamica – da rapporti come questo traggono la netta sensazione che i loro crimini possono restare impuniti e che non c’è alcun motivo per cui debbano smettere di attaccare civili innocenti.
Lo ha riconosciuto anche il Dipartimento di Stato americano, che ha denunciato il rapporto affermando che “la Commissione d’inchiesta nella sua forma attuale è la continuazione del vecchio schema che prende di mira ingiustamente sempre e solo Israele. Come abbiamo affermato più volte – ha continuato il portavoce del Dipartimento di Stato, Ned Price – ci opponiamo fermamente al carattere mal definito e senza scadenze di questa Commissione d’inchiesta del Consiglio Onu per i diritti umani sulla situazione in Israele, Cisgiordania e Gaza, che rappresenta un approccio fazioso e prevenuto che non fa nulla per promuovere le prospettive di pace”.
L’ipocrisia del Consiglio Onu per i diritti umani non finisce mai di stupire. Mauritania, Pakistan, Somalia e Qatar sono tutti paesi che hanno leggi che prevedono l’uccisione degli omosessuali e siedono tutti nel Consiglio Onu dei diritti umani. Fa parte del Consiglio anche la Cina, un paese non esattamente famoso per le sue eccellenti prestazioni in fatto di diritti umani. Possiamo davvero aspettarci che esca qualcosa di equo e obiettivo da un tale ente? Purtroppo, conosciamo la risposta. Ma l’Onu deve sapere quali sono le conseguenze delle sue azioni. Rapporti come quello redatto da Pillay garantiscono una cosa sola: la perpetuazione del conflitto e della guerra. La realtà è che lo stesso giorno in cui usciva il rapporto, Israele annunciava l’aumento del numero di palestinesi della striscia di Gaza (controllata da Hamas) autorizzati a entrare quotidianamente in Israele per lavorare. Una mossa del genere mostra ciò che Israele sta cercando di fare: trovare un modo per coesistere con i suoi vicini, anche quelli che spesso e volentieri lanciano razzi sui suoi cittadini. L’Onu, invece, cerca di fare qualcosa di completamente diverso: di indebolire l’unico stato ebraico che esiste al mondo e spronare i suoi nemici e detrattori.
Chiunque sia davvero interessato a promuovere la pace in Medio Oriente e a fermare le violenze deve schierarsi apertamente con Israele nel definire questa Commissione per quello che è: un ente fazioso e prevenuto sotto l’apparenza dei diritti umani, che merita solo di essere chiuso.
(Da: Jerusalem Post, 9.6.22)
“Questo è Goldstone 2.0”, ha affermato Nitsana Darshan-Leitner, fondatrice dello Shurat HaDin Israel Law Center, richiamandosi al famigerato rapporto della Missione conoscitiva delle Nazioni Unite sul conflitto a Gaza del 2008 che accusava Israele di aver deliberatamente commesso crimini di guerra nel combattere i terroristi, e che venne successivamente smentito e sconfessato dal suo stesso autore Richard Goldstone.
Secondo Arsen Ostrovsky, CEO dell’International Legal Forum con sede in Israele, dal momento in cui Hamas è stata esclusa dal mandato della Commissione d’inchiesta è apparso chiaro che lo stato ebraico non aveva alcuna possibilità di essere giudicato in modo equo. Il rapporto menziona Israele 157 volte e Hamas solo tre volte, osserva Ostrovsky, “e anche quelle tre volte, il rapporto non ce la fa a condannare Hamas. Non c’è nemmeno una parvenza di imparzialità e onestà intellettuale. Non cercano più nemmeno di mascherare il loro evidente pregiudizio anti-ebraico”. Si tratta di una commissione “letteralmente senza precedenti – continua Ostrovsky – È diversa da qualsiasi altra commissione d’inchiesta e da qualsiasi missione conoscitiva su un paese, in quanto è completamente illimitata in termini di portata geografica e temporale, il che significa che questa commissione ha un mandato che può durare in eterno”. Il colpo di grazia alla sua credibilità, aggiunge Ostrovsky, è stata la nomina a presidente della commissione della giudice sudafricana Navi Pillay, una persona “nota per il suo antico pregiudizio e la sua virulenta ostilità verso Israele”. La sua nomina costituisce una “flagrante violazione delle regole stesse delle Nazioni Unite”, secondo le quali i membri di una commissione devono essere caratterizzati da “comprovata imparzialità e indipendenza, cose di sicuramente Pillay difetta”. Anche gli altri due commissari sono noti per i loro pregiudizi anti-israeliani: “Uno di loro ha accusato Israele di pulizia etnica, l’altro ha esortato all’embargo”. Conclude Ostrovsky: “Qualunque tribunale in qualsiasi democrazia occidentale non avrebbe mai nominato una come Pillay. Ma alle Nazioni Unite vieni promosso e premiato per il pregiudizio e l’ostilità anti-ebraica”.
(Da: jns.org, 8.6.22)