Alta Corte: La barriera è legittima, ma deve tener conto delle esigenze dei palestinesi

Accolto un ricorso per il cambiamento del tracciato della barriera attorno ad Alfei Menashe.

image_894La Corte Suprema israeliana, nella sua funzione di Alta Corte di Giustizia, ha accolto giovedì una petizione contro il percorso di 13 km della barriera difensiva attorno la cittadina israeliana di Alfei Menashe (5.500 abitanti, circa 4 km ad est della Linea Verde: ex linea armistiziale fra Israele e Giordania dal 1949 al 1967).
La barriera, costruita in quel tratto nell’agosto 2003, include anche cinque villaggi palestinesi i cui residenti, insieme all’Associazione Israeliana per i Diritti Civili, hanno fatto ricorso all’Alta Corte contro il tracciato della barriera dicendo che ostacola i loro movimenti e l’accesso di palestinesi che vivono al di fuori della enclave di Alfei Menashe.

I ricorrenti sostenevano che la barriera è illegale, che provoca gravi difficoltà ai residenti dei villaggi palestinesi, e che dovrebbe essere spostata verso la Linea Verde. I ricorrenti citavano fra l’altro il Parere Consultivo della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, secondo il quale lo Stato di Israele non avrebbe esigenze di sicurezza tali da giustificare la costruzione della barriera, mentre farlo comporterebbe un’annessione di fatto dell’area della enclave.

Lo Stato si è difeso riaffermando la necessità della barriera per la sicurezza, e sostenendo che non vi sarebbero ragioni sufficienti per spostarla. Lo Stato riconosce le difficoltà che la barriera causa ai residenti palestinesi della zona, ma afferma che, per questo, sono già stata adottate varie misure volte ad alleviare tali difficoltà, talché il tracciato della barriera riflette un appropriato equilibrio fra esigenze della sicurezza e diritti dei residenti.

La sentenza dell’Alta Corte, stesa dal presidente Aharon Barak, dà ragione ai ricorrenti per quanto riguarda le eccessive difficoltà, e ordina allo Stato di studiare un percorso alternativo che comporti meno problemi per i residenti palestinesi.
La sentenza, d’altra parte, sottolinea che il diritto internazionale non vieta ed anzi prevede che, in un territorio sotto occupazione militare come sono le regioni di Giudea e Samaria (Cisgiordania), il comando miliare può erigere barriere difensive a protezione dei propri cittadini.
L’Alta Corte, inoltre, respinge la tesi della Corte Internazionale di Giustizia secondo cui la barriera anti-terrorismo israeliana sarebbe illegale per la sua presunta natura politica. Secondo l’Alta Corte, nel sostenere questa tesi la Corte Internazionale di Giustizia ha completamente ignorato le basi di fatto delle necessità di sicurezza di Israele, che giustificano la costruzione della barriera a protezione dei cittadini.
L’Alta Corte sottolinea che la decisione di erigere la barriera attorno ad Alfei Menashe non fu di natura politica, bensì nacque come risposta a un’ondata di terrorismo e ha lo scopo di impedire l’infiltrazione di terroristi dentro le città israeliane.

(Da: MFA, 15.09.05)

Nella foto in alto: Soldato israeliano indica la strada a scolari palestinesi che attraversano un cancello nella barriera difensiva attorno ad Alfei Menashe.