Ambasciatore dell’Autorità Palestinese: “Non esiste nessun popolo ebraico”

E cita il falso antisemita “Protocolli dei Savi di Sion” come prova autentica del perfido complotto mondiale degli ebrei

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Nel corso di una conferenza sulla pace fra israeliani e palestinesi tenutasi a Santiago del Cile presso la “Gran Logia” massonica lo scorso 15 maggio, l’ambasciatore palestinese Imad Nabil Jadaa ha citato il notorio falso antisemita di epoca zarista Protocolli dei Savi di Sion come prova che il sionismo è stato inventato per celare il complotto ebraico volto a dominare il mondo.

Parlando in spagnolo, il rappresentante dell’Autorità Palestinese ha affermato inoltre che “non esiste nessun popolo ebraico” e che i palestinesi non riconoscono l’esistenza di un popolo ebraico.

Una videoregistrazione del discorso di Imad Nabil Jadaa con sottotitoli in inglese è stata diffusa di recente da ISGAP (Institute for the Study of Global Antisemitism and Policy).

“Nel 1896 – afferma il rappresentante dell’Olp – un gruppo di intellettuali accademici e consulenti finanziari, per la maggior parte europei non ebrei, decise di creare il movimento sionista con il pretesto di creare una patria per il popolo ebraico. Ma la verità è che serviva a coprire i loro piani per dominare la vita in tutto il pianeta”.

Continua l’ambasciatore palestinese: “Secondo il libro I Protocolli dei Savi di Sion pubblicato nel 1923 e scoperto da Lenin dopo il trionfo della rivoluzione bolscevica in Russia [in realtà I Protocolli vennero pubblicati per la prima volta nel 1903, per essere ben presto smascherati in particolare da una serie di articoli apparsi sul Times di Londra nel 1921 che dimostravano come si trattasse di un grossolano collage di materiali frutto di plagio da precedenti opere di satira politica e romanzi non correlati agli ebrei NdR]. In quel libro parlano della distruzione della morale delle altre religioni. In quel libro avanzano piani per la manipolazione di tutto l’apparato finanziario, economico e industriale del mondo intero e discutono della manipolazione delle forze politiche locali in tutti i vari paesi”.

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Nato a Beirut, Jadaa rappresenta l’Autorità Palestinese in un paese che si è spesso schierato contro Israele sulla questione palestinese, al punto che ha richiamato il proprio ambasciatore da Israele durante la guerra della scorsa estate contro Hamas nella striscia di Gaza.

Nel suo discorso, Jadaa ha anche sostenuto che gli ebrei non costituiscono un popolo distinto. “Circa l’odio che abbiamo contro il popolo ebraico – ha detto – innanzitutto noi palestinesi non abbiamo odio. In secondo luogo, non riconosciamo l’esistenza del popolo ebraico: non esiste un popolo ebraico. Non è una mia analisi personale. Possiamo fare riferimento al professore ebreo israeliano dell’Università di Tel Aviv, il dottor Shlomo Sand, e al suo libro L’invenzione del popolo ebraico: un ebreo con passaporto israeliano rende noto che la cosiddetta nazione ebraica è un’invenzione, perché una religione non può essere un popolo“.

Le dichiarazioni di Jadaa riflettono un’opinione assai diffusa in Medio Oriente, che riecheggiano spesso nella retorica degli esponenti palestinesi, dei capi iraniani e di altri esponenti religiosi e non religiosi.

(Da: Times of Israel, Jerusalem Post, 8.7.15)