“Anche i cittadini di un piccolo paese possono e devono sognare in grande”

Se tutto va bene, Israele sarà il quarto paese al mondo a far atterrare un veicolo sulla Luna, e con fondi quasi interamente privati

Editoriale del Jerusalem Post

La navicella spaziale israeliana Bereshit

Probabilmente non c’è nulla che dimostri quanta strada ha fatto Israele, a partire da quando nacque nel 1948 come uno stato minuscolo e in difficoltà, che vedere dove sta arrivando in questi giorni. Se tutto andrà bene, una navicella spaziale israeliana di nome Bereshit (“In principio”, la parola con cui inizia il Libro della Genesi e che gli dà il titolo in ebraico) dovrebbe essere lanciata verso la Luna nella tarda serata di giovedì.

La navicella spaziale verrà lanciata su un razzo SpaceX Falcon-9, insieme ad altri satelliti, dalla base dell’aeronautica statunitense di Cape Canaveral, in Florida. Sarà l’inizio di un viaggio lungo e complesso. Si prevede che la piccola astronave orbiti attorno alla Terra almeno sei volte prima di andare ad atterrare sulla Luna, il prossimo 11 aprile. E lì, la prima cosa che ci si aspetta che faccia, secondo gli scienziati che lavorano al progetto, è piantare una bandiera israeliana, fare fotografie e inviarle a casa. Naturalmente la missione non si limita a questo. Bereshit ha anche il compito di realizzare un esperimento scientifico sulla superficie lunare misurando e mappando il campo magnetico della Luna.

Questo lancio catapulta Israele nel ristretto club di paesi in grado di portare a termine una missione lunare. Se l’impresa abbia successo, Israele diventerà il quarto paese al mondo ad aver fatto atterrare un veicolo spaziale sulla Luna dopo l’ex Unione Sovietica, gli Stati Uniti e la Cina. E sarà l’unica non-superpotenza in quel club.

Opher Doron, direttore generale delle Israel Aerospace Industries, presenta Bereshit alla stampa lo scorso dicembre

Il ministro israeliano della scienza e della tecnologia, Ofir Akunis, che si reca in Florida per il lancio, ha detto prima di partire: “Questa visita negli Stati Uniti non è solo per assistere al lancio di Bereshit verso la Luna, ma per partecipare a uno dei principali eventi nazionali nella storia dello stato d’Israele, un evento di cui va fiero tutto il paese”.

La navicella spaziale ha il supporto della Israel Space Agency, un’unità all’interno del Ministero della scienza e della tecnologia, e delle Israel Aerospace Industries. Ma a differenza delle missioni analoghe lanciate da altri paesi, il progetto israeliano è quasi interamente finanziato da privati. E ha avuto un esordio alquanto insolito.

La missione SpaceIL nacque nel 2011, originariamente per partecipare al concorso Lunar Xprize di Google, in cui le aziende private venivano sfidate a tentare di inviare un robot spaziale relativamente economico in grado di atterrare sulla luna. Il concorso venne annullato lo scorso marzo, quando apparve chiaro che nessuno dei concorrenti era in grado di rispettare la scadenza. Ma SpaceIL non ha rinunciato alla sfida.

Il costo di circa 100 milioni di dollari del progetto SpaceIL è stato finanziato in gran parte dal filantropo sudafricano-israeliano e presidente di SpaceIL Morris Kahn, insieme ad altri donatori tra cui Sami Sagol, Miriam e Sheldon Adelson, Lynn Schusterman, Gloria e Harvey Kaylie, il Parasol Foundation Trust, Nancy e Steven Grant e Sylvan Adams. Molti di questi donatori hanno partecipato a un incontro, domenica scorsa, presso la residenza ufficiale del presidente d’Israele a Gerusalemme.

Il disco-capsula del tempo installato a bordo di Bereshit

“Questa è la navicella spaziale dal budget più basso che abbia mai intrapreso una tale missione – affermano in una nota le Israel Aerospace Industries – Finora le superpotenze che sono riuscite a far atterrare un veicolo spaziale sulla Luna hanno speso centinaia di milioni di dollari di finanziamenti statali”. Come effetto del concetto iniziale del concorso di Google, la navicella spaziale israeliana è più piccola di quelle utilizzate in precedenti missioni da altri paesi. Bereshit è alto circa 1,5 metri e largo due quando le sue gambe sono distese. Il peso al decollo sarà di circa 500 kg, ma il veicolo in se stesso è relativamente leggero. La maggior parte del peso deriva dal carburante necessario per eseguire la fase finale del suo volo verso la Luna.

Bereshit porterà sulla Luna un disco-capsula del tempo contenente migliaia di file con informazioni su Israele oggi, canzoni ebraiche, disegni di bambini, memorie di un sopravvissuto alla Shoà e una copia della Bibbia.

SpaceIL e Israel Aerospace Industries stanno collaborando con la NASA e con il Weizmann Institute of Science per ottimizzare il monitoraggio e le comunicazioni del modulo e condurre altri esperimenti.

Come ha detto il ministro Akunis, “il progetto di un veicolo spaziale permetterà a tutte le generazioni di israeliani, e soprattutto alle generazioni future, di capire che anche i cittadini di un piccolo paese possono e devono sognare in grande. Il fatto che Israele sarà il quarto paese al mondo, con Stati Uniti Russia e Cina, a far atterrare un veicolo spaziale sulla Luna è la prova che siamo una potenza scientifica e tecnologica internazionale”.

Bereshit segna la genesi di una nuova era per Israele. E’ una piccola astronave per SpaceIL, ma un grande passo per il popolo d’Israele.

(Da: Jerusalem Post, 20.2.19)

Il luogo previsto dell’allunaggio di Bereshit

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