Ancora toni estremisti nella campagna elettorale di Abu Mazen

Abu Mazen esprime aperta solidarietà ai terroristi palestinesi, compresi quelli ricercati da Israele.

image_506Durante un raduno domenica nella striscia di Gaza per celebrare l’anniversario della nascita di Fatah, il capo dell’Olp e candidato alle presidenziali palestinesi Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha arringato centinaia di palestinesi armati dichiarando che non abbandonerà mai nelle mani degli israeliani “i fratelli armati”, compresi quelli “ricercati da Israele” per terrorismo. Non è la prima volta che Abu Mazen esprime aperta solidarietà ai terroristi palestinesi, cercandone l’appoggio nella sua campagna elettorale volta a prendere il posto di Yasser Arafat a capo dell’Autorità Palestinese.
Benché sia considerato di gran lunga il candidato più favorito per le elezioni del 9 gennaio, Abu Mazen non gode del carisma e della popolarità di Arafat, deceduto lo scorso 11 novembre.
Abu Mazen ha ripetutamente respinto la richiesta di Usa e Israele che si impegni a procedere allo smantellamento e al disarmo delle fazioni armate palestinesi illegali. In un’intervista sabato alla Associated Press, Abu Mazen ha anzi dichiarato che i palestinesi sono “debitori verso i loro fratelli in armi per la resistenza contro l’occupazione israeliana” e che “hanno il dovere di proteggerli dagli attacchi di Israele”.
Tutti gli accordi firmati e la stessa Road Map prevedono che Israele e Autorità Palestinese cooperino nella lotta contro il terrorismo quale pre-condizione per il processo negoziale di pace. Durante il raduno di domenica nel campo sportivo di Dir al-Balah (striscia di Gaza centrale), Abu Mazen ha invece affermato, davanti a migliaia di palestinesi fra cui anche centinaia di uomini armati: “Ai nostri fratelli che sono ricercati da Israele noi diciamo che non avremo riposo finché non potranno vivere in pace, sicurezza e dignità nel loro paese in totale libertà”.
Abu Mazen si è anche impegnato a seguire le orme di Arafat, dicendo che non avrà riposo finché non verrà fondato uno stato palestinese indipendente, gli insediamenti israeliani saranno smantellati e i profughi palestinesi vedranno riconosciuti i loro diritti. “I principi di Arafat e le sue parole rappresentano la sua volontà ed è nostro dovere realizzarli”, ha detto Abu Mazen.
Alla fine del discorso, Abu Mazen è stato abbracciato e baciato da Mahmoud Mashabat, capo delle Brigate Martiri di Jenin, un gruppo terrorista locale. Appena uscito Abu Mazen, i palestinesi presenti hanno iniziato a sparare raffiche di mitra in aria.
Sabato Abu Mazen era stato festosamente ricevuto da decine di palestinesi armati nel campo di Rafah (striscia di Gaza meridionale), luogo di frequenti scontri a fuoco fra terroristi, contrabbandieri di armi ed esplosivi, e soldati israeliani. Anche in quell’occasione, il candidato di Fatah alla presidenza dell’Autorità Palestinese aveva elogiato come “eroi” i latitanti palestinesi, facendo esplicito riferimento a quelli ricercati da Israele per attività terroristiche.
Con i media occidentali i consiglieri di Abu Mazen tendono a descrivere queste prese di posizione come “discorsi elettorali”. Esse tuttavia sollevano forti preoccupazioni fra gli israeliani, che negli ultimi anni si rifiutavano di negoziare con Arafat proprio a causa del suo sostegno al terrorismo, giacché danno la sensazione che Abu Mazen si identifichi con i gruppi terroristici anziché cercare di contrastarli.

(Da: Ha’aretz, israele.net, 2.1.05)

Nella foto in alto: Un bambino palestinese con pistola e poster di Arafat portato in spalla durante un raduno a Ramallah (Cisgiordania) per celebrare l’anniversario della fondazione di Fatah.