Appello alla Casa Bianca perché renda pubblico il rapporto riservato sui profughi palestinesi

La pubblicazione di quelle cifre potrebbe innescare un proficuo dibattito internazionale sulle reali dimensioni attuali del fenomeno e sul ruolo giocato dall'Unrwa

Il tweet di Nikki Haley dello scorso 25 novembre

L’ex ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, Nikki Haley, ha esortato l’amministrazione Trump a declassificare un rapporto che riporta in dettaglio il numero attuale di profughi palestinesi che ricevono aiuti dall’Unrwa, l’agenzia Onu dedita esclusivamente all’assistenza ai profughi arabo-palestinesi.

“E’ molto importante che l’amministrazione Trump declassifichi il rapporto che fornisce una stima a oggi del numero di profughi palestinesi che ricevono aiuto – ha twittato Nikki Haley lo scorso 25 novembre – Il che coglie l’essenza dell’affermare scomode verità in nome della promozione della pace”.

Il tweet di Nikki Haley si riallaccia a un editoriale pubblicato sul New York Post dello scorso 23 novembre dal consigliere senior della Foundation for Defense of Democracies, Richard Goldberg, e dal vicepresidente senior per la ricerca, Jonathan Schanzer. L’editoriale ricorda che nel 2012 il Congresso americano ha chiesto al Dipartimento di Stato di produrre un rapporto sul numero effettivo di profughi palestinesi che ricevono assistenza dall’Unrwa e che erano già nati nel 1948. Il rapporto è stato completato e inviato, anni dopo, alle Commissioni del Congresso competenti per lo stanziamento degli aiuti, ma rimane a tutt’oggi classificato.

“La pubblicazione di quelle cifre – hanno scritto Goldberg e Schanzer – potrebbe suscitare un dibattito internazionale sul mandato dell’Unrwa. E il Segretario di stato Usa Mike Pompeo dovrebbe annunciare un cambiamento ufficiale della politica degli Stati Uniti in base al quale, ai fini del futuro finanziamento da parte di Washington, i profughi palestinesi siano rigorosamente definiti come coloro che vennero personalmente sfollati dall’allora Palestina Mandataria tra il 1948 e il 1949 e che attualmente non sono cittadini o residenti permanenti dell’Autorità Palestinese né di qualsiasi altro paese”.

I due autori aggiungono che l’adozione di questa politica dimostrerebbe come l’Unrwa “ha mantenuto le persone in povertà” e “ha incoraggiato diverse generazioni di persone prive di mezzi a continuare ad essere erroneamente identificate come profughi”. Inoltre, concludono Goldberg e Schanzer, “capovolgerebbe il mito del cosiddetto ‘diritto al ritorno’ palestinese, mettendo in chiaro che spetta a Israele determinare chi è, o diventa, cittadino israeliano e non a un’agenzia delle Nazioni Unite”.

(Da: jns.org, 26.11.20)

Si veda anche: La guerra del ritorno