Approvato dalla Knesset il 35esimo governo israeliano

Netanyahu: “La gente voleva un governo di unità nazionale ed è quello che avrà”. Gantz: “L’alternativa sarebbe stata una specie di guerra civile”

La Knesset in sessione plenaria, domenica 17 maggio

Il primo ministro Benjamin Netanyahu e il leader del partito Blu-Bianco, Benny Gantz, hanno presentato domenica alla Knesset il 35esimo governo israeliano.

Archiviando tre aspre campagne elettorali tenutesi in meno di dodici mesi, Netanyahu ha detto alla Knesset riunita in sessione plenaria d’essere sicuro che lui e Gantz lavoreranno insieme con successo nello stesso modo in cui collaborarono durante l’operazione militare anti-terrorismo dell’estate 2014 a Gaza, quando Gantz era capo di stato maggiore delle Forze di Difesa israeliane.

“Questo è un giorno importante per lo stato di Israele: abbiamo scelto, con grande responsabilità, di istituire un governo d’emergenza di unità nazionale” ha dichiarato Netanyahu, che nel suo discorso ha anche indicato nel 17 novembre 2021 la data esatta in cui Gantz, in base all’accordo di coalizione, gli subentrerà nella carica di primo ministro. “La gente voleva un governo di unità nazionale, ed è quello che avrà – ha aggiunto Netanyahu – Il nuovo governo è stato istituito secondo la volontà della maggioranza dei cittadini e sarà al servizio di tutti i cittadini”.

Rispondendo all’accusa d’aver varato un governo troppo numeroso e costoso in un momento in cui l’economia del paese è colpita dalla pandemia e conta molti disoccupati, Netanyahu ha dichiarato: “Abbiamo attraversato tre elezioni che hanno ingigantito le divisioni e che hanno comportato un pesante costo finanziario. Una quarta tornata elettorale sarebbe costata altri 2 miliardi di shekel“. Invece, ha detto Netanyahu, “il costo aggiuntivo del governo di unità sarà di circa 85 milioni di shekel all’anno, infinitamente meno del costo di nuove elezioni: quelle sarebbero state un vero spreco, che ci avrebbe costretti a rinviare la ripresa [finanziaria] dal coronavirus a un futuro indefinito”.

Netanyahu ha elogiato la risposta di Israele alla pandemia, che ha permesso finora un bilancio di vittime relativamente basso rispetto ad altri paesi occidentali. “Ma la battaglia non è ancora finita: il virus è ancora qui” ha aggiunto il primo ministro, sottolineando che il nuovo governo formerà un gabinetto speciale anti-coronavirus nella previsione di una possibile seconda ondata di contagi. Ha anche detto che il governo approverà un “bilancio della speranza” volto a promuovere il ripristino dei posti di lavoro perduti.

!7.5.2020: il leader di Blu-Bianco Benny Gantz (a sinistra) e il primo ministro Benjamin Netanyahu durante i lavori della Knesset

Netanyahu ha poi affermato che il nuovo governo continuerà a contrastare e rimuovere le minacce alla sicurezza di Israele, e affronterà la questione della sovranità sugli insediamenti in Cisgiordania e sulla Valle del Giordano. “Combatteremo – ha affermato – il tentativo di accusare di crimini di guerra i soldati israeliani davanti alla Corte Penale Internazionale e di accusare lo stato d’Israele per l’orrendo crimine d’aver costruito un asilo infantile nel quartiere Gilo di Gerusalemme e abitazioni nella comunità di Shilo: che ipocrisia, che distorsione della verità! Parliamo di aree del paese – ha continuato Netanyahu – che rappresentano la culla della nazione ebraica. È tempo di applicarvi la legge israeliana e questo passo non allontanerà la pace, ma anzi la avvicinerà. La verità, e lo sanno tutti, è che centinaia di migliaia di israeliani che vivono in Giudea e Samaria (Cisgiordania) rimarranno dove sono nel quadro di qualunque futuro accordo di pace”.

Gantz, che in qualità di primo ministro vicario ha preso la parola subito dopo Netanyahu, ha detto che oggi Israele pone fine alla “peggiore crisi politica della sua storia”, e ha esortato a porre termine “all’era dell’istigazione” e dare inizio “a un’era di riconciliazione”. Ripetutamente interrotto dai suoi ex alleati, ora all’opposizione, Gantz ha affermato che l’alternativa a questo governo sarebbe stata “una specie di guerra civile” e che questo governo di unità porrà fine al periodo in cui Israele era governato dal “governo di metà della popolazione”.

“L’elettorato si è espresso – ha continuato Gantz – e ha detto ai suoi leader: smettetela di battervi tra di voi e iniziate a lavorare per noi. Io, il primo ministro Netanyahu e altri 71 rappresentanti eletti abbiamo deciso di assumerci questa responsabilità nazionale. Questo è un governo paritario, un governo di pesi e contrappesi. Io e i miei colleghi abbiamo optato per l’unità allo scopo di proteggere i cittadini di Israele non solo dalle sfide che affrontiamo ai nostri confini, ma anche dall’odio che ci erode dall’interno e danneggia la resilienza che è vitale per la nostra sicurezza”.

Gantz ha aggiunto che farà di tutto affinché tutti i cittadini israeliani – ebrei e arabi, eterosessuali e LGBT – si sentano a casa propria. Ha anche detto che “sosterrà lo stato di diritto”, un’apparente frecciata agli attacchi al sistema giudiziario da parte di Netanyahu e dei suoi fedelissimi e ai tentativi di sottoporlo a riforme radicali.

Gantz ha concluso dicendosi sempre aperto al dialogo con coloro che hanno scelto di restare all’opposizione.

(Da. Times of Israel, YnetNews, 17.5.20)

Da: Ha’aretz, 17.5.20 (clicca due volte per ingrandire)

Il 35esimo governo d’Israele:

Benjamin Netanyahu (Likud) – Primo ministro
Benny Gantz (Blu-Bianco) – Primo ministro vicario, ministro della Difesa
Israel Katz (Likud) – Finanze
Gabi Ashkenazi (Blu-Bianco) – Affari esteri
Avi Nissenkorn (Blu-Bianco) – Giustizia
Yuli Edelstein (Likud) – Sanità
Amir Ohana (Likud) – Pubblica sicurezza
Aryeh Deri (Shas) – Interni, Sviluppo di Negev e Galilea
Hili Tropper (Blu-Bianco) – Cultura e sport
Yoaz Hendel (Derech Eretz) – Comunicazioni
Miri Regev (Likud) – Trasporti
Yoav Gallant (Likud) – Istruzione
Yuval Steinitz (Likud) – Energia e infrastrutture nazionali
Yizhar Shai (Blu-Bianco) – Scienza e della tecnologia
Orit Farkash-Hacohen (Blu-Bianco) – Affari strategici, Informazione
Assaf Zamir (Blu-Bianco) – Turismo
Yaakov Litzman (Ebraismo Unito della Torà) – Edilizia e abitazione
Amir Peretz (Laburisti) – Economia e industria
Itzik Shmuli (Laburisti) – Lavoro, welfare e servizi sociali
Pnina Tamano-Shata (Blu-Bianco) – Immigrazione e integrazione
Ya’akov Avitan (Shas) – Affari religiosi
Eli Cohen (Likud) – Intelligence
Omer Yankelovitch (Blu-Bianco) – Affari della Diaspora
Alon Shuster (Blu-Bianco) – Agricoltura e sviluppo rurale
Ze’ev Elkin (Likud) – Istruzione superiore, Risorse idriche
Gila Gamliel (Likud) – Protezione dell’ambiente
Rafi Peretz (Casa Ebraica) – Gerusalemme e patrimonio culturale
Orly Levy-Abekasis (Gesher) – Affermazione e promozione della comunità
Merav Cohen (Blu-Bianco) – Eguaglianza sociale e anziani
David Amsalem (Likud) – Rapporti con la Knesset
Tzipi Hotovely (Likud) – Affari degli insediamenti
Dudi Amsalem (Likud) – Questioni digitali e informatiche nazionali
Gilan Erdan (Likud) – Cooperazione regionale (sarà sostituito da Ofir Akunis, del Likud, quando sarà confermato ambasciatore presso le Nazioni Unite)
Michael Biton (Blu-Bianco) – Ministro presso il Ministero della Difesa
Tzach Hanegbi (Likud) – Ministro senza portafoglio, presso l’ufficio del Primo ministro