Arabe per la pace nel mirino degli odiatori d’Israele

Dall’Iraq alla Galilea, i fanatici del boicottaggio anti-israeliano non perdonano a queste giovani donne arabe di impersonare la vera coesistenza pacifica

Hanin Nasser, campionessa israeliana di salto in alto

Hirak Haifa, un gruppo di giovani estremisti arabo-israeliani di Haifa, ha preso di mira l’atleta arabo-israeliana di salto in alto Hanin Nasser accusandola d’aver tradito “la voce del suo popolo e la voce della verità” nel rappresentare Israele ai prossimi Campionati Europei di atletica leggera 2019.

“Noi condanniamo il fatto che lei rappresenti l’entità sionista [sic] che ha sradicato il nostro popolo e che la usa come una foglia di fico per coprire il razzismo e i crimini di Israele”, hanno scritto quelli di Hirak Haifa in un recente post sui social network. Il gruppo ha anche inviato a Nasser una lettera personale ammonendola di ritirarsi dalla competizione, che si svolgerà in Svezia dall’11 al 14 luglio. “Siamo scioccati per il fatto che vai a rappresentare l’occupazione [=Israele]” si legge nella lettera citata The Jewish Press, che continua accusando Nasser di “saltare sulle ferite della nostra nazione palestinese”. Anche la Campagna Palestinese per il Boicottaggio Accademico e Culturale d’Israele ha chiesto il ritiro di Nasser dall’imminente competizione internazionale.

Hanin Nasser, 22 anni, israeliana musulmana originaria di Arrabe, in Bassa Galilea, ha vinto poche settimane fa il campionato Maccabi stabilendo un record personale di m 1,79, il nono punteggio più alto nella storia d’Israele.

In risposta alle prese di posizione ostili, in una dichiarazione l’Associazione israeliana di atletica ha ribadito che nello sport “non c’è spazio per la politica”. “Lo sport – ha detto – è una piattaforma per unire le persone. Noi siamo orgogliosi di Hanin, siamo felici che ci rappresenti all’estero e le auguriamo buona fortuna per la sua gara”.

Giovani arabi israeliani esprimono sostegno e incoraggiamento all’atleta Hanin Nasser (clicca per ingrandire)

Dal canto suo, il gruppo Together-Vouch for Each Other (Insieme-Garantirsi a vicenda), composto da giovani israeliani musulmani cristiani e drusi, ha lanciato una rapida campagna di selfie con cartelli e scritte di sostegno e incoraggiamento a Hanin Nasser. “Noi siamo la maggioranza assennata che è con te – scrive il gruppo – Tu ci riempi di orgoglio, ci ispiri e sei di modello per tutti noi, come donna giovane e innovatrice che rappresenta lo Stato d’Israele e la società araba con grande rispetto. Il tuo successo come campionessa israeliana di salto in alto è il successo dell’intera comunità araba. I tuoi successi personali spingono l’intera comunità araba verso l’ideale di vivere insieme come parte integrante di questo Paese”. Hanin Nasser ha ringraziato il direttore dell’organizzazione per il supporto e se ne è detta molto emozionata.

Im Tirtzu, l’organizzazione ebraica sionista che ha rivelato il post di Hirak Haifa, ha aggiunto il proprio messaggio di incoraggiamento. “Auguriamo a Hanin buona fortuna e speriamo che continui a battere record, realizzando i suoi sogni attraverso l’atletica – ha dichiarato Tom Nisani, coordinatore nazionale degli attivisti di Im Tirtzu – Hanin Nasser rappresenta la speranza di costruire un ponte di coesistenza e di vera integrazione tra tutti i settori della società israeliana”.

(Da: Jerusalem Post, 10.7.19)

Miss Israele Adar Gandelsman (a sinistra) e Miss Iraq, Sarah Idan, nel selfie scattato insieme durante il concorso per Miss Universo 2017

L’ex Miss Iraq Sarah Idan si è rivolta a Twitter per denunciare un provvedimento avviato a Baghdad volto a toglierle la cittadinanza irachena dopo che il mese scorso a Ginevra ha preso posizione in difesa di Israele davanti al Consiglio Onu per i diritti umani. In un altro intervento, Idan aveva anche parlato contro le violazioni dei diritti umani in Iraq. Idan, che ora vive in California, fece notizia nel novembre 2017 quando posò per una foto su Instagram insieme a Miss Israele, Adar Gandelsman, durante il concorso per Miss Universo.

“Due settimane fa – ha twittato Idan – l’Iraq ha negato quello che avevo detto all’Onu, e cioè che non ho la libertà di parlare di Israele, ed ora mi stanno togliendo la cittadinanza. E’ crudele. Sono senza parole…”. Idan ha poi pubblicato un articolo dai mass-media iracheni, spiegando che sostiene “la cancellazione della cittadinanza di Miss Iraq e il divieto al suo ingresso e ritorno in Iraq a causa delle sue dichiarazioni relative a Israele”. “L’Iraq vuole farmi quello che fece agli ebrei iracheni ai tempi del pogrom Farhud – ha scritto Idan – Privarmi della mia cittadinanza e non permettermi di tornare”.

Il direttore della ong UN Watch, Hillel Neuer, ha dichiarato al Jerusalem Post che è illegale togliere la cittadinanza a qualcuno per un discorso dell’Onu. Neuer ha scritto al Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres: “Con la presente denuncio il deputato iracheno Ali al-Ghanmi per aver minacciato di rimuovere la cittadinanza di Sarah Idan come forma di ritorsione per la sua testimonianza al Consiglio Onu per i diritti umani: il che costituisce una rappresaglia illegale per aver collaborato con l’Onu, in aperta violazione della Risoluzione 72/247 dell’Assemblea Generale e della Risoluzione 36/21  del Consiglio Onu per i diritti umani. Vi esortiamo – continua Neuer – a intervenire immediatamente presso l’ambasciatore iracheno all’Onu, Bahr Aluloom, per chiedere la cessazione dell’intimidazione di un testimone per via della testimonianza che ha reso davanti all’Onu, come espressamente affermato dallo stesso parlamentare al-Ghanmi, membro della Commissione sicurezza e difesa dell’Iraq”.

(Da: Jerusalem Post, 10.7.19)