Archeologi: gli Esseni non hanno mai scritto i Rotoli del Mar Morto

image_313Situato sulla riva nord-occidentale del Mar Morto, Qumran è noto in tutto il mondo come luogo in cui gli Esseni, ampiamente descritti in studi, conferenze ed esposizioni come una sorta di “monaci” ebrei, avrebbero abitato e scritto i Rotoli del Mar Morto. Tuttavia, basandosi su risultati che saranno presto resi pubblici, archeologi israeliani attualmente sostengono che Qumran “manchi di qualsiasi originalità.”

L’ultima ricerca si ricollega ad una scuola di pensiero in via di espansione che tenta di sfatare il “mito di Qumran”, affermando che non solo gli abitanti di Qumran avrebbero vissuto vite agiate, ma non avrebbero affatto scritto i rotoli.

Due archeologi israeliani, Yuval Peleg e Itzhak Magen, hanno recentemente completato 10 stagioni di scavi a Qumran, sponsorizzate dall’Amministrazione civile di Giudea e Samaria. Si tratta dei maggiori scavi effettuati dopo quelli condotti da Roland de Vaux, mezzo secolo fa. Tra i ritrovamenti vi sono numerosi pezzi di monili, vetro importato e preziosi contenitori per cosmetici in pietra.

“E’ impossibile sostenere che il popolo vissuto a Qumran fosse povero,” ha dichiarato Peleg. “E’ altrettanto impossibile che de Vaux non abbia visto i ritrovamenti che abbiamo visto noi. Egli ha semplicemente ignorato ciò che non gli faceva comodo.”

Qumran è diventato famoso in seguito alla scoperta nel 1947 di alcuni rotoli nelle grotte vicine. Il Prof. Eliezer Sukenik attribuì per primo la scrittura dei rotoli agli Esseni. Successivamente, il monaco domenicano e archeologo Roland de Vaux, scolaro dell’Ecòle Biblique di Gerusalemme, scavò Qumran dal 1951 al 1956. De Vaux concluse che il sito era servito da centro comunitario e di copiatura di rotoli per gli Esseni che, secondo lui, abitavano nelle grotte dei dintorni. L’archeologo Ygael Yadin, figlio di Sukenik, sostenne le conclusioni di de Vaux, come fece la maggior parte degli studiosi dell’epoca.

I Rotoli del Mar Morto sono ampiamente considerati come la più importante scoperta archeologica mai avvenuta in Israele. Essi rappresentano l’unico compendio di scritti contemporanei sopravvissuti al periodo del Secondo Tempio e costituiscono, pertanto, un’inestimabile fonte d’informazione sui costumi dell’epoca. I Rotoli del Mar Morto sono, inoltre, i più antichi rotoli biblici mai scoperti.

I primi sette rotoli furono ritrovati da pastori beduini nel 1947. Tre di essi furono acquistati da Sukenik, mentre gli altri furono comprati anni dopo da Yadin. Gli scavi di de Vaux, compiuti quando Qumran si trovava in mano giordana, hanno portato alla luce centinaia di altri rotoli, la maggior parte dei quali in cattive condizioni. Il più importante di questi è il Rotolo del Tempio, acquistato da Israele successivamente alla Guerra dei sei giorni. Alcuni dei principali rotoli sono esposti all’interno dello “Shrine of the Book”, attrazione principale del Museo di Israele a Gerusalemme.

Benchè il collegamento tra Esseni e Qumran sia stato accettato dalla maggior parte degli studiosi, nel corso degli anni, le domande senza risposte relative al sito si sono moltiplicate. De Vaux non pubblicò mai le relazioni complete dei suoi scavi. I suoi ritrovamenti sono sparsi in numerosi magazzini e molti potrebbero esser andati perduti. Negli ultimi anni, gli archeologi hanno iniziato a sostenere che de Vaux avesse nascosto di proposito alcuni ritrovamenti che non si adattavano alla sua teoria.

“De Vaux scrisse di aver trovato solo terraglie ordinarie,” ha spiegato il Prof. Yizhar Hirschfeld dell’Univesrità ebraica di Gerusalemme. “Ed egli ha conferito grande significato al ritrovamento di sette bagni rituali. Oggigiorno si sa che la presenza in un luogo di numerosi bagni rituali non è insolita.”

Quando Hirschfeld pubblicò un articolo nel 1994 che metteva in discussione le conclusioni di de Vaux e Yadin, le risposte che ricevette furono quelle di “veri credenti e non di scienziati,” ha dichiarato.

Nel 1995 il Prof. Norman Golb dell’Università di Chicago scatenò un terremoto accademico quando accusò gli studiosi dei Rotoli del Mar Morto di celare al pubblico alcune informazioni. Golb sosteneva che i rotoli provenissero originariamente da diverse librerie di Gerusalemme e fossero stati portati a Qumran e nascosti nelle grotte vicine per assicurarne la sopravvivenza durante la grande rivolta ebraica contro i Romani (66-73 e.v.). Golb fondò la sua teoria sul fatto che i rotoli furono scritti da più di 500 mani diverse. Egli e altri studiosi notarono che alcuni dei rotoli facevano riferimento a varie sette attive all’interno della società ebraica del tempo, alcune delle quali erano rivali degli Esseni. Essi affermarono che questo fatto fosse stato tenuto nascosto dagli studiosi dei rotoli.

Secondo Hirschfeld i ritrovamenti di Qumran sono “rivoluzionari e contraddicono tutto ciò che sappiamo di qualsiasi aspetto degli Esseni.”

Ma tra i sostenitori della teoria tradizionale, vi sono coloro che restano irremovibili. Il Dott. Magen Broshi, ex direttore capo dello Shrine of the Book e coniatore della definizione di Qumran quale “il più antico monastero del mondo occidentale,” ha dichiarato di non credere alle notizie dei ritrovamenti di monili e vasi per cosmetici a Qumran. “Se tali oggetti sono stati ritrovati, essi non provengono dal sito stesso, ma appartengono piuttosto alla guarnigione romana stabilitasi lì in seguito alla sua distruzione,” ha dichiarato. Secondo Broshi “ancora oggi il 98 o 99% degli studiosi ritiene che Qumran fosse un monastero esseno.”

Gli Esseni costituivano uno dei numerosi gruppi attivi verso la fine del periodo del Secondo Tempio. In scritti contemporanei, quali quelli dello scrittore ebreo Giuseppe Flavio, essi sono descritti come un gruppo che rifiutava il materialismo e si teneva lontano dai centri popolati. Lo storico romano Plinio il Vecchio notò che un gruppo di Esseni aveva abitato l’area di Ein Gedi, sulla riva occidentale del Mar Morto, a sud di Qumran. Gli studiosi tendono a vedere gli Esseni vicini alla concezione del mondo di Gesù e dei primi Cristiani, soprattutto per la loro scelta di povertà quale modo di vivere. Molti studiosi ritengono che Giovanni Battista sia stato influenzato dagli Esseni, estendendo così l’interesse suscitato dall’argomento non solo ai circoli accademici, ma ad un più vasto pubblico di studiosi cristiani e gente laica. Ciò ha fatto sì che gli Esseni rappresentino il gruppo dell’epoca maggiormente studiato.

(Da: Haaretz, 31.07.04)