Assad: «Contro Israele bastano i missili convenzionali»

Il dittatore siriano dice che le armi chimiche son servite per sventare l’attacco americano, e se la prende con il “tradimento” di Hamas e capi arabi

Il presidente siriano Bashar Assad durante un'intervista tv a Damasco lo scorso settembre

Il presidente siriano Bashar Assad durante un’intervista tv a Damasco lo scorso settembre

La Siria ha spostato il fulcro della sua industria militare da Israele all’insurrezione interna. Lo ha detto il presidente Bashar Assad in una lunga intervista pubblicata lunedì dal quotidiano Al-Akhbar, un giornale libanese vicino a Hezbollah e favorevole al governo di Damasco. Assad ha anche definito “traditore” il movimento islamico palestinese Hamas per la sua posizione assunta nella guerra civile siriana.

Assad ha detto che i moderni missili di cui dispone la Siria sono sufficienti per contrastare militarmente Israele e quindi non c’è più bisogno degli arsenali di armi chimiche. In realtà, ha sostenuto, la Siria ha interrotto la produzione di armi chimiche nel 1997, sostituendole con missili convenzionali “che sono oggi il fattore determinante sul terreno”. “Per paralizzare Israele – ha spiegato – è sufficiente lanciare missili convenzionali sui suoi aeroporti, perché il problema è la sua forza aerea”. Viceversa, secondo Assad, le armi chimiche, facilmente trattabili con strumenti medici, avevano un effetto più psicologico che fisico sugli israeliani. Ma secondo Assad le armi chimiche influivano anche sul morale della Siria perché “Israele distribuiva maschere antigas ai suoi cittadini ogni volta che c’era un aumento della tensione nella regione”.

Da sinistra a destra: Maher al-Assad, Assef Shawqat e Bashar al-Assad durante i funerali del padre Hafez al-Assad, giugno 2000

Da sinistra a destra: Maher al-Assad, Assef Shawqat e Bashar al-Assad durante i funerali del padre Hafez al-Assad, giugno 2000

L’Onu ha incaricato l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche di smantellare le scorte siriane entro la metà del 2014. Attualmente sono all’opera in Siria 27 ispettori OPAC col compito di ispezionare oltre 20 presunti siti di armi chimiche in varie zone del paese.

Nell’intervista, Assad ha attaccato i capi del mondo arabo per essersi schierati, a suo dire, con l’Occidente contro di lui. “Nessun dirigente arabo ci ha mai contattato per cercare di mediare o di offrire una proposta di soluzione araba – ha detto – L’Occidente ci ha trattato in modo più dignitoso di diversi arabi”.

Cedere le armi chimiche, ha poi ammesso Assad, è stato certamente un duro colpo morale e politico per la Siria. Nel 2003, ha spiegato Assad, la Siria cercò di utilizzare il proprio arsenale chimico come carta da giocare a livello internazionale per spogliare Israele delle sue capacità nucleari. Oggi la posta è cambiata e l’accordo per la consegna delle armi chimiche è servito per sventare la minaccia di un attacco americano contro la Siria.

“L’industria militare convenzionale, che era tradizionalmente orientata contro Israele, ora è rivolta contro i nemici interni – ha detto Assad – e anche questa è una sconfitta”.

Piazza Tahrir, Cairo, 15 luglio 2011: da destra a sinistra, il presidente egiziano Mubarak (destituito 11 febbraio 2011), suo figlio Gamal, il presidente dello Yemen Ali Abdullah Saleh (destituito il 27 febbraio 2012), il capo della Libia Muammar Gheddafi (ucciso il 20 ottobre 2011) e il presidente siriano Bashar al-Assad in uniforme da carcerati

Piazza Tahrir, Cairo, 15 luglio 2011: da destra a sinistra, il presidente egiziano Mubarak (destituito 11 febbraio 2011), suo figlio Gamal, il presidente dello Yemen Ali Abdullah Saleh (destituito il 27 febbraio 2012), il capo della Libia Muammar Gheddafi (ucciso il 20 ottobre 2011) e il presidente siriano Bashar al-Assad in uniforme da carcerati

Assad ha dedicato una parte significativa dell’intervista a smentire le notizie di stampa circa un riavvicinamento tra Hamas e i suoi ex alleati Teheran e Damasco. La Siria, ha detto, ha sempre distinto tra il movimento dei Fratelli Musulmani, che non è mai stato altro che “incostante, opportunista e infedele”, e la sua derivazione palestinese Hamas, che era considerata “un movimento di resistenza”. Ma quando nel 2011 è arrivato il momento della verità (con lo scoppio delle rivolte anti-regime in Siria) e Hamas ha dovuto mostrare pubblicamente il suo vero volto a seguito di un bellicoso discorso anti-Assad del leader religioso dei Fratelli Musulmani Youssef Qaradawi, il gruppo palestinese ha fatto il passo falso decidendo di “rinunciare alla resistenza e diventare parte della Fratellanza Musulmana”. “Questa non era la prima volta che ci tradivano – ha aggiunto Assad – Era già successo nel 2007 e nel 2009. Se solo qualcuno potesse convincerli a diventare di nuovo un movimento di resistenza. Ma dubito che possa accadere. Hamas si è rivoltata contro la Siria sin dal primo giorno. Ha fatto la sua scelta”.

Commenta l’intervistatore di Al-Akhbar, Elie Chalhoub: “Appare chiaro che il cuore di Assad soffre ancora per la ferita inflitta da Hamas”. Ma aggiunge che il condottiero siriano “ha comunque lasciato la porta aperta a una svolta, se gli interessi cambieranno. Dopo tutto, la politica riguarda le convinzioni ma anche gli interessi”.

(Da: Times of Israel, Jerusalem Post, 14.10.13)