Attentato palestinese a Tel Aviv

Due uomini e una donna uccisi, altre 38 persone ferite o mutilate lunedì nel mercato Carmel di Tel Aviv.

image_422Due uomini e una donna sono stati uccisi, altre 38 persone ferite o mutilate lunedì mattina da un attentatore suicida palestinese che si è fatto esplodere davanti a un affollato chiosco di alimentari all’angolo fra le vie Nahlat Binyamin e Ha’Carmel, al centro del mercato all’aperto Carmel di Tel Aviv.
La polizia israeliana si è lanciata all’inseguimento di un’auto con i complici del terrorista che stanno cercando di rientrare a Nablus o Ramallah.
L’attentato è stato rivendicato dal Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (PLFP), secondo il quale l’attentatore era Amr al-Faar, un 16enne originario del campo di Askar (presso Nablus).
Il primo ministro Ariel Sharon ha dichiarato che l’ennesima strage di civili israeliani “dimostra che non vi saranno cambiamenti nell’Autorità Palestinese finché essa non inizierà ad adottare sul serio misure per eliminare il terrorismo, smantellare le organizzazioni terroristiche e porre fine all’istigazione all’odio e alla violenza. Lo Stato d’Israele – ha aggiunto Sharon – non cesserà la sua guerra contro questo spietato terrorismo fino a quando i palestinesi non adotteranno misure concrete: parole, promesse e condanne verbali non bastano più”.
Secondo le prime ricostruzioni, il terrorista avrebbe lasciato la Cisgiordania e sarebbe entrato in Israele attraverso un valico nella barriera di sicurezza a nord di Gerusalemme. Secondo fonti della difesa, per via della barriera difensiva l’attentatore può essere arrivato da Nablus a Tel Aviv solo passando per Gerusalemme. La difesa israeliana ritiene inoltre che il terrorista sia stato aiutato da “persone all’interno di Israele”. La polizia sospetta che la rete terroristica possa aver approfittato del gran numero di palestinesi che ogni giorno lavorano illegalmente nel mercato di Tel Aviv.
L’attentatore non è riuscito a portare con sé una carica esplosiva di grandi dimensioni, cosa che avrebbe potuto provocare una strage di proporzioni peggiori.
“Il messaggio che riceviamo dai palestinesi – ha commentato il ministro israeliano Yosef Lapid (Shinui) – è che tutto continua come prima indipendentemente dalle condizioni di salute di Arafat”. Anche la risposta di Israele continuerà ad essere la stessa, ha detto Lapid: “Continueremo a dare la caccia ai terroristi per trascinarli in tribunale o eliminarli ovunque si trovino”.

(Da: Jerusalem Post, 1.11.04)