Aumenta la presenza di jihadisti sunniti nel Libano meridionale

In competizione con Hezbollah, sono votati agli attacchi contro Israele

Da un articolo di Amos Harel

image_1608Varie agenzie di intelligence occidentali sono preoccupate per la crescente concentrazione in Libano di attivisti terroristi associati al movimento della jihad globale. Recenti rapporti dei servizi di sicurezza indicano che centinaia di terroristi musulmani sunniti provenienti da vari paesi arabi si sono insediati nella zona di Tiro, soprattutto nel campo palestinese nei pressi della città. Alcuni terroristi sarebbero arrivati da Sudan e Yemen.
Agenzie di intelligence sia occidentali che israeliane temono che la crescente presenza di jihadisti nel Libano meridionale conduca a nuovi attacchi contro Israele e ad una ripresa della escalation lungo il confine settentrionale del paese. Anche le forze delle Nazioni Unite (Unifil) schierate lungo il confine dopo la guerra della scorsa estate contro Hezbollah vengono considerate potenziali obiettivi.
Jihad globale è il termine usato dalle agenzie di intelligence per indicare un’ampia gamma di gruppi terroristici che si ispirano ad al-Qaeda e che occasionalmente stabiliscono contatti con l’organizzazione di Osama bin Laden.
Nel dicembre 2005 alcuni terroristi del gruppo libanese Al-Ansar, affiliato alla jihad globale, spararono razzi Katyusha sulla fascia settentrionale della Galilea, senza peraltro riuscire a causare vittime. Si tratta di un’organizzazione che era in contatto con Abu Musab al-Zarqawi, allora capo di al-Qaeda in Iraq, successivamente ucciso, lo scorso giugno, dalle forze americane.
Esiste una notevole tensione fra i gruppi della jihad islamica e Hezbolah, non solo perché Hezbollah è sciita anziché sunnita, ma anche perché sono coinvolti in uno scontro per il controllo del territorio. Fino alla guerra con Israele della scorsa estate, Hezbollah era considerata la sola forza in controllo del Libano meridionale, e pretendeva che ogni altra organizzazione ottenesse il suo permesso prima di compiere qualunque tipo di attacco contro Israele. Poco prima di morire, Zarqawi aveva condannato Hezbollah per questo, accusando il suo leader Hassan Nasrallah di “collaborare con Israele” perché a quel tempo – prima del sequestro dei soldati israeliani lo scorso luglio – Hezbollah vietava attacchi ad opera degli altri gruppi.
Nel suo ultimo rapporto al governo israeliano, il capo dell’intelligence militare Amos Yadlin ha parlato di una crescente attività da parte del movimento della jihad globale lungo i confini settentrionali di Israele. Oltre al Libano, le maggiori preoccupazioni sono per attacchi di questa natura dal Sinai egiziano e dalla Giordania. Alla fine del 2005, l’allora capo dell’intelligence militare israeliana Aharon Ze’evi aveva detto che i servizi di sicurezza sia israeliani che americani avevano appreso che alti ufficiali di al-Qaeda avevano dato istruzione ai loro operativi di concentrarsi sul “Vicino Oriente”, cioè su Israele e paesi vicini.

(Da: Ha’aretz, 3.03.07)