Autorità Palestinese condannata a risarcire le vittime di attacchi terroristici

A 16 anni dall’inizio della causa, il tribunale ha stabilito che alti funzionari dell'Autorità Palestinese furono complici e mandanti dell’attentato che uccise Gadi Shemesh e la moglie Tzipi, incinta di due gemelli

Tzipi e Gadi Shemsh uccisi in un attentato suicida palestinese nel 2002 a Gerusalemme

Il tribunale distrettuale di Gerusalemme ha stabilito lunedì che l’Autorità Palestinese deve pagare 13 milioni di shekel (ca. 3.250.000 euro) a titolo di risarcimento alla famiglia di Tzipi e Gadi Shemesh, uccisi in un attentato suicida nella capitale nel 2002.

La sentenza giunge dopo che due anni fa era stato stabilito che l’Autorità Palestinese andava ritenuta direttamente responsabile dell’atto di terrorismo costato la vita alla coppia e ai loro nascituri gemelli.

L’attentato venne perpetrato il 21 marzo 2002 nel centro di Gerusalemme. Tzipi e Gadi Shemesh stavano camminando lungo via King George dopo aver fatto un’ecografia da cui avevano appreso che Tzipi (29 anni, contabile alla libreria Akademon presso l’Università di Gerusalemme) aspettava due gemelli, quando l’attentatore suicida Muhammad Hashika attivò la sua cintura esplosiva. L’esplosione uccise Tzipi sul posto e ferì mortalmente il marito che fu trasportato all’ospedale dove perì poche ore dopo. Nell’attentato venne ucciso anche Yitzhak Cohen, padre di sei figli residente a Modiin, e vennero ferite o mutilate più di 80 persone.

“Questa sera arriviamo finalmente alla conclusione dopo molti anni di battaglie in tribunale – hanno dichiarato Shahar e Shoval, le figlie della coppia assassinata – Sin dal primo momento ciò che è stato per noi più importante era che fosse fatta giustizia. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di dimostrare che possiamo opporci alle organizzazioni terroristiche e mostrare loro che siamo forti a fronte di quello che abbiamo subito”.

Il verdetto arriva sedici anni dopo che la famiglia ha intentato causa per la prima volta contro l’Autorità Palestinese e l’Olp, affermato che gli autori dell’attentato erano membri di un’organizzazione terroristica palestinese che ha agito grazie alla politica dell’Autorità Palestinese, che aveva dato via libera all’uccisione di civili israeliani innocenti. L’Autorità Palestinese, dal canto suo, ha sostenuto che le affermazioni della famiglia sono generali e irrilevanti e che le questioni sollevate sono questioni storiche complesse che non dovrebbero essere oggetto di sentenze in tribunale.

Secondo la sentenza, il terrorista che ha perpetrato l’attentato era stato arrestato dall’Autorità Palestinese e poi rilasciato appositamente perché effettuasse l’attacco su richiesta di Abd al-Karim Avis, un ufficiale dell’apparato di Intelligence Generale dell’Autorità Palestinese. Inoltre, i materiali utilizzati per realizzare l’ordigno esplosivo provenivano dall’ufficio del capo del servizio di Intelligence Generale dell’Autorità Palestinese, Tawfiq Tirawi, che pagò un aiutante perché portasse il terrorista sul luogo dell’attentato. Anche il funzionario di Fatah Hussein a-Sheikh, oggi ministro incaricato dei rapporti con Israele, è ritenuto complice dell’attentato avendo consegnato denaro e bombe a mano al terrorista e ad altri coinvolti.

Negli ultimi anni sono state intentate diverse azioni legali contro l’Autorità Palestinese da parte di famiglie di vittime in attentati compiuti durante la seconda intifada. Tre anni fa un tribunale distrettuale ha stabilito che l’Autorità Palestinese deve risarcire con 62 milioni di shekel la famiglia Ben Shalom, che perse i genitori Sharon e Yaniv Ben Shalom in un attacco con armi da fuoco sulla statale 443. Il tribunale ha stabilito che l’Autorità Palestinese non fece ciò che avrebbe potuto fare per fermare l’attacco. In un altro caso, la Corte Suprema israeliana ha stabilito che l’Autorità Palestinese deve risarcire la famiglia di Amos Mantin, ucciso in un attentato terroristico a Baqa al-Gharbiya nel 2003. Amos Mantin venne colpito a morte da un ragazzo palestinese che frequentava un campo d’addestramento sponsorizzato dall’Autorità Palestinese.

(Da: YnetNews, 3.11.20)