Barbra Streisand: “Quando l’antisionismo sfocia nell’antisemitismo?”

La questione posta su Twitter dalla celebre attrice americana non è così intricata come sembra, stando alle tante sintetiche risposte che ha ricevuto

La cantante e attrice ebrea americana Barbra Streisand, 80 anni

“Quando l’antisionismo sfocia in ampio antisemitismo?”. La domanda è stata posta con un post su Twitter sabato scorso dalla cantante e attrice ebrea americana Barbra Streisand che reagiva alla decisione di diversi gruppi studenteschi dell’Università della California di bandire dal campus i conferenzieri sionisti.

In effetti, la domanda riflette il tema spesso dibattuto se vi sia, e dove, una linea di confine fra l’ostilità pregiudiziale contro gli ebrei da una parte, e la critica non a questa o quella politica israeliana, ma a Israele e all’idea sionista in quanto tali.

Diversi utenti di spicco hanno prontamente risposto alla domanda della Streisand, e molti di loro hanno espresso la convinzione che in realtà l’antisionismo in se stesso sia una manifestazione di pregiudizio o di discriminazione anti-ebraica, cioè di antisemitismo. Secca e stringata, ad esempio, la risposta della vice-sindaca di Gerusalemme Fleur Hassan-Nahoum alla domanda “quando” l’antisionismo diventa antisemitismo: “Molto in fretta”.

Ha impiegato qualche parola di più l’attivista ebreo recentemente immigrato in Israele Blake Flayton: “L’antisionismo, la convinzione che lo stato d’Israele non dovrebbe e non deve esistere come stato ebraico, è antisemitismo: nelle intenzioni, negli effetti o in entrambi”. E ha aggiunto: “Quando l’antifemminismo sfocia in ampio sessismo? Allarme spoiler” (come dire, la risposta l’ho già data).

“Negare il diritto degli ebrei all’autodeterminazione è per definizione antisemita – ha twittato la ong StopAntisemitism – Alla fine ce l’hanno sempre con tutti noi. L’antisemitismo moderno ha solo un nuovo bersaglio: il sionismo”.

Fathi Hammad, alto esponente di Hamas, 7 maggio 2021: “Popolo di Gerusalemme, vogliamo che tagliate la testa agli ebrei con i coltelli”. Antisionismo o antisemitismo? (clicca l’immagine per il video)

La ex parlamentare israeliana Michal Cotler-Wunsh ha risposto alla domanda affermando: “Quando sionista equivale a una parola in codice per ebreo, dopo un processo sistematico volto a demonizzare, delegittimare e applicare doppi standard. E quando l’antisemitismo ‘tradizionale’, che preclude al singolo ebreo un posto da eguale nella società, muta in una forma ‘moderna’ che preclude allo stato ebraico un posto da eguale tra le nazioni”.

“Beh, vediamo – ha scritto l’account ironico Mossad IL – Che ne dici di quando in nome dell’‘antisionismo’ una squadra di calcio deve rimuovere gli auguri di Rosh HaShanah [buon anno ebraico] dai social network a causa della quantità di odio nei commenti?”.

Asciutta e tranchant anche la risposta del prof. William Kolbrener, dell’Università Bar-Ilan, alla vexata quaestio antisionismo/antisemitismo: “Sono semplicemente la stessa cosa”.

Come si è detto, la domanda posta da Barbra Streisand e le numerose risposte che ha ricevuto sono state suscitate dalla recente decisione di diversi gruppi studenteschi di Berkeley, capeggiati dal gruppo “Students for Justice in Palestine” della Berkeley’s School of Law dell’Università della California, di modificare i propri regolamenti per bandire dal campus della Facoltà di Giurisprudenza oratori e conferenzieri sionisti: una decisione, ha commentato lo stesso preside della Facoltà, Erwin Chemerinsky, che di fatto vieterebbe anche a lui di partecipare a eventi dei gruppi studenteschi di Giurisprudenza.

(Da: Jerusalem Post, israele.net, 2.10.22)

In realtà, una risposta articolata e risolutiva alla domanda posta da Barbra Streisand è contenuta sin dal 2015 nella Definizione operativa di antisemitismo redatta dall’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto, con la relativa casistica