Bastano uno sparo e un morto per bloccare la cerimonia sulla Shoà a Gerusalemme

Il quotidiano ufficiale dell'Autorità Palestinese esorta a commettere un assassinio per fermare la commemorazione internazionale del 75esimo anniversario della liberazione di Auschwitz

Propaganda di violenza e intransigenza. Sul poster di Fatah: le parole Movimento di Liberazione Nazionale Palestinese formano un mitra, che a sua volta forma la consueta mappa delle rivendicazioni palestinesi: Israele è cancellato dalla carta geografica

Nel momento in cui più di quaranta leader mondiali si apprestano a riunirsi questa settimana a Gerusalemme per commemorare il 75esimo anniversario della liberazione di Auschwitz nel quadro dell’evento “Ricordare la Shoà, combattere l’antisemitismo”, nell’Autorità Palestinese c’è chi esorta a impedire la cerimonia con la violenza, e con il beneplacito dei capi.

Il quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese Al-Hayat Al-Jadida ha pubblicato sabato scorso un editoriale che esorta letteralmente a commettere un omicidio per bloccare la commemorazione. Vi si legge testualmente:

“Uno sparo interromperà la cerimonia e un cadavere annullerà la cerimonia”.
(Da: Al-Hayat Al-Jadida, quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese, 18 gennaio 2020).

Prima di invocare l’assassinio, il giornalista Yahya Rabah, editorialista fisso del quotidiano dall’Autorità Palestinese, critica la comunità internazionale colpevole di riconoscere che “l’Olocausto degli ebrei è terribile”, ma di accettare invece come “insignificante, bello, spettacolare e buono” quello che l’autore definisce “l’Olocausto palestinese tuttora in corso ad opera di Israele”.

Rabah avverte: “Naturalmente i palestinesi non accetteranno mai questo equilibrio, e si può presumere che si opporranno alla cerimonia che si terrà nella stessa Gerusalemme, dato che Gerusalemme è loro”.

E aggiunge: “Uno sparo interromperà la cerimonia e un cadavere annullerà la cerimonia. Nonostante la miseria in cui versano gli arabi e il loro malcontento per ciò che accade, sono in grado almeno per un momento di non seguire ciò che Israele e America decidono per loro stabilendo chi devono essere i loro nemici e i loro amici”.

In breve, la soluzione che Rabah suggerisce per bloccare la commemorazione internazionale – e che il quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese pubblica come editoriale – è di ricorrere all’assassinio.

(Da: PMW palwatch.org, Jerusalem Post, 19.1.20)