Biden avrebbe dovuto esigere riforma e monitoraggio dell’Unrwa

Ripristinare gli aiuti finanziari ai palestinesi serve a poco se continuano a crescere i loro figli nell’odio verso Israele e gli stati arabi degli Accordi di Abramo

Di Najat Al-Saied

Najat Al-Saied, autrice d questo articolo

Finora la linea di condotta dell’amministrazione Biden è apparsa semplicemente quella di annullare tutto ciò che aveva fatto l’amministrazione Trump. Che si fosse o meno d’accordo con l’ex presidente Trump, di sicuro la sua è stata un’amministrazione che ha cercato di pensare fuori dagli schemi, altrimenti gli storici Accordi di Abramo non ci sarebbero mai stati. Ed è proprio questo approccio fuori dagli schemi ciò di cui avrebbe bisogno l’amministrazione Biden. Il suo processo decisionale è stagnante perché ci sta solo riportando all’era pre-Trump, che ora trova il sostegno di pochissimi soprattutto per quanto riguarda la politica estera mediorientale.

L’amministrazione Biden prevede di fornire 235 milioni di dollari in aiuti ai palestinesi, ripristinando parte del pacchetto di assistenza che era stato tagliato dal suo predecessore. Di questo budget, 150 milioni di dollari andranno all’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi, 75 milioni in assistenza americana a economia e sviluppo e 10 milioni a programmi per la costruzione della pace.

L’amministrazione Biden avrebbe dovuto porre delle condizioni per il ripristino degli aiuti ai palestinesi, a cominciare dal fatto che l’Autorità Palestinese partecipi attivamente alla ricerca di una soluzione realistica del conflitto anziché rifiutare a priori ogni iniziativa di pace. E il riavvio degli aiuti all’Unrwa dovrebbe essere condizionato alla richiesta di monitorare i libri di testo usati nelle scuole dell’Unrwa e lo stesso personale insegnante.

L’amministrazione Biden afferma di avere ricevuto dall’Unrwa l’impegno a esercitare “tolleranza zero” verso antisemitismo, razzismo e discriminazione. L’amministrazione afferma anche che la ripresa degli aiuti mira a ripristinare i negoziati per una soluzione a due stati del conflitto israelo-palestinese. Ma come si può credere a tali promesse se l’Unrwa è nota a tutti per la sua pessima gestione e per il contenuto antisemita dei suoi libri di testo? L’ex ambasciatrice degli Stati Uniti all’Onu, Nikki Haley, ebbe a definire l’Unrwa una delle agenzie più “corrotte” e “controproducenti” sulla scena internazionale.

Israele cancellato dalle carte geografiche dei testi scolastici dell’Unrwa (clicca per ingrandire)

Non sono stati di certo gli amministratori dell’Unrwa a scoprire l’istigazione all’odio che imperversa nelle sue scuole. Lo ha fatto una ong indipendente israeliana, l’Istituto per il monitoraggio della pace e della tolleranza culturale nell’istruzione scolastica (IMPACT-se), che ha analizzato i libri di testo palestinesi e ha scoperto, ad esempio, che agli alunni viene chiesto di risolvere problemi di matematica usando i martiri della prima intifada, e che gli insegnanti sostengono che Israele scarica deliberatamente rifiuti radioattivi e tossici in Cisgiordania. Il che dimostra che l’istigazione all’odio e alla violenza non è solo incorporata nei programmi scolastici, ma viene propinata anche dagli educatori. L’Unrwa dovrebbe monitorare non solo i suoi materiali didattici, ma anche i suoi docenti.

Questa istruzione pericolosa non genera odio solo verso lo stato ebraico, ma anche verso gli stati arabi, principalmente gli stati arabi del Golfo. Gli stati arabi del Golfo subiscono continui attacchi da parte dei palestinesi, dall’incendio delle loro bandiere e delle immagini dei loro governanti fino alle ripetute accuse di tradimento, nonostante i miliardi di dollari spesi da questi paesi a sostegno dei palestinesi. Gli insulti e l’ostilità contro gli stati arabi del Golfo non provengono solo dagli adulti ma in gran parte anche dai ragazzini, il che punta il dito su un indottrinamento all’odio.

Gli stati arabi del Golfo desiderano crescere i loro figli nella pace, mentre l’Autorità Palestinese insiste ad allevare la prossima generazione nell’odio. Questo divario aumenterà ancora di più dopo gli Accordi di Abramo. Ad esempio, il libro di testo di studi islamici degli Emirati Arabi Uniti edizione 2020 elogia l’iniziativa di pace con Israele affermando che la cooperazione e la pace sono valori islamici fondamentali e caratteristiche nazionali degli Emirati Arabi Uniti. Un altro esempio è un testo di educazione civica che menziona l’ebraismo come parte integrante della regione araba. Questo approccio differisce nettamente da come i palestinesi crescono i loro figli, il che approfondirà ulteriormente le divisioni tra le due nazioni. Abbiamo un governo degli Emirati che cresce i suoi figli sulla convivenza, la tolleranza e la pace e un’Autorità Palestinese che cresce i suoi figli sull’odio, il conflitto e il tradimento.

L’amministrazione Biden deve capire che l’era post-Trump è diversa da quella pre-Trump, soprattutto ora che sono stati firmati gli Accordi di Abramo. Una politica estera che si limita ad annullare il lavoro di Trump per riportare indietro il tempo farà ben poco per far progredire la pace in Medio Oriente.

(Da: Israel HaYom, 20.4.21)