Bloccate le nuove case nel campo di Jenin?

L'Onu ha congelato i lavori dopo ripetute minacce da parte di palestinesi armati.

image_239Le Nazioni Unite hanno annunciato giovedì d’aver dovuto fermare i vasti lavori di costruzione in corso nel campo profughi di Jenin, dopo che palestinesi armati hanno ripetutamente minacciato le squadre di operai impiegate dall’Onu.
Grazie ai lavori, gli abitanti del campo profughi di Jenin avevano iniziato a tornare ad abitare nella parte del campo che rimase distrutta durante i combattimenti dell’Operazione Scudo Difensivo (aprile 2002). Le case vengono ricostruite dall’agenzia Onu UNRWA grazie a una sovvenzione di 29 milioni di dollari dagli Emirati Arabi Uniti.
Al momento del blocco erano già state completate cento abitazioni, e 70 famiglie avevano potuto fare rientro nelle loro case, assai meglio progettate di quelle precedenti. I funzionari dell’UNRWA contano di ricostruire tutto il quartiere distrutto entro la fine dell’estate.
Dopo lunghe discussioni, i progettisti dell’UNRWA hanno deciso di destinare il 15% della superficie originariamente edificata nel quartiere alla costruzione di strade molto più ampie dei precedenti vicoli. Lo scopo sarebbe anche quello di evitare che si ripeta una situazione in cui, per poter manovrare, le Forze di Difesa israeliane debbano abbattere edifici. Alcuni abitanti del campo hanno contestato la scelta, sostenendo che semmai bisognava progettare il quartiere in modo da rendere più e non meno difficoltose eventuali operazioni militari. I funzionari dell’Onu tuttavia hanno deciso che fosse più saggio allargare le strade.
Sempre allo scopo di dare “più aria” agli edifici, L’UNRWA ha anche deciso di insediare un centinaio di famiglie in una nuova area alle porte del campo, dove sono state appositamente costruite nuove case. “Abbiamo perso il nostro diritto al ritorno” è stato il commento di un membro del comitato del campo quando ha visto le nuove case all’esterno del quartiere.
Complessivamente i lavori danno lavoro a un migliaio operai palestinesi.
Circa cento famiglie erano riuscite a ottenere risarcimenti dall’Iraq di Saddam Hussein prima della sua caduta. Ogni famiglia aveva ricevuto 25.000 dollari, ora impiegati per arredare gli interni e dotarli di attrezzature migliori di quelle che esistevano nel campo.

(Da: Ha’aretz, AP, 10.06.04)