Boicottaggio e diritto internazionale

Ecco una notizia: non esiste nessuna legge che vieti di fare affari in territori occupati

Di Dror Eydar

Dror Eydar, autore di questo articolo

Dror Eydar, autore di questo articolo

Quelli che sostengono il movimento BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele) e quelli, anche in Israele, che sono in qualche modo a favore del boicottaggio “perlomeno” di Giudea e Samaria (Cisgiordania), sostengono le loro tesi ricorrendo al diritto internazionale.

Per la verità, Giudea e Samaria non sono “territori palestinesi”: al massimo sono territori contesi di sovranità ancora da definire, e non è che la parte israeliana non abbia le sue rivendicazioni da avanzare su di essi in base a storia, diritto e retaggio culturale. Argomenti che sono stati più volte esaminati e illustrati da giuristi di fama mondiale sin dalla guerra dei sei giorni del 1967.

Come che sia, i nemici degli insediamenti israeliani nelle due regioni montuose della parte centrale del paese sostengono che il diritto internazionale proibisce di collaborare con le attività economiche di una forza d’occupazione in territori belligeranti. Ebbene, ecco una notizia: non esiste nessuna legge del genere.

Quando ha iniziato a montare la marea del movimento BDS, il professor Eugene Kontorovich, esperto di diritto internazionale e membro senior del Kohelet Policy Forum, ha pubblicato uno studio sul Columbia Journal of Transnational Law intitolato “Relazioni economiche con territori occupati“.

Kontorovich ha analizzato sentenze giuridiche e comportamento economico delle nazioni europee e ha dimostrato che, dal punto di vista europeo, non esiste nessuna norma internazionale che vieti le attività economiche in territori occupati. Le imprese europee operano tranquillamente nel Sahara Occidentale, un territorio occupato dal Marocco nel 1979 e non riconosciuto come marocchino da nessun paese. Lo stesso vale per il territorio settentrionale di Cipro, occupato dalla Turchia nel 1974.

“La Corte Penale Internazionale ha dichiarato che insediarsi in territori occupati è un crimine di guerra!” – “Wow! Questo non creerà dei problemi a Cina, Indonesia, America, Russia e Gran Bretagna?” – “No… la norma si applicherà solo a paesi che iniziano per I e finiscono per L… – “…e che si trovano fra le grandi democrazie di Egitto e Siria”.

L’Europa, che vorrebbe vietare attività commerciali al di là della Linea Verde, firma contratti d’affari con il Marocco che contribuiscono alla presenza dei marocchini (“la forza d’occupazione”) nel Sahara Occidentale: imprese francesi comprese tanto per restare all’attualità. Non è che lo fanno perché se ne fregano della legge quando si tratta di Marocco: lo fanno perché non esiste nessuna legge che lo vieta.

La cosa più sorprendente di tutta la vicenda della società di telecomunicazioni francesi Orange è che, di recente, una corte d’appello francese ha specificamente sostenuto che un’azienda francese non violava la Convenzione di Ginevra o altre norme internazionali operando al di là della Linea Verde, perfino in collaborazione con il governo israeliano. Anche la Corte Suprema britannica ha emesso un verdetto analogo. Non risultano casi di sentenze in senso contrario.

L’eminente professore di diritto britannico James Crawford, ingaggiato dai sindacati britannici per redigere un parere giuridico che giustifichi la campagna BDS, si è trovato costretto a concludere che non esiste nessuna norma del diritto internazionale che vieti di fare affari nei “territori” (di Giudea e Samaria).

I fautori della campagna BDS sostengono di non poter fare affari con Israele, non perché siano anti-israeliani o antisemiti, ma a causa del “diritto internazionale”. Ebbene, non c’è nessuna legge del genere: hanno semplicemente scelto di comportarsi così. In effetti, la normativa che vorrebbero applicare a Israele è così problematica che non possono applicarla da altre parti.

Le organizzazioni imprenditoriali che agiscono contro Israele sono in contraddizione con il diritto europeo. Ma se anche non dovessimo riuscire a convincerne gli europei, è importante che si sappia che i sostenitori della campagna BDS, non è vero che stanno affermando la supremazia di una legge, perché quella legge semplicemente non esiste.

(Da: Israel HaYom, 9.6.15)