Calunniate calunniate, qualcosa accadrà

I mass-media di Abu Mazen continuano a fomentare odio con bugie e foto false, alimentando la violenza di teppisti e terroristi

La TV ufficiale dell’Autorità Palestinese ha mostrato una foto delle vittime in un campo di concentramento nazista sostenendo che si trattava di arabi uccisi nel villaggio di Al-Dawayim, catturato dalle Forze di Difesa israeliane durante la guerra d’indipendenza del 1948.

Quella che riportiamo qui è la foto originale che mostra centinaia di vittime fotografate nel campo di concentramento di Nordhausen, in origine un sotto-campo di Buchenwald. L’immagine venne scattata subito dopo la liberazione del campo ad opera dell’esercito americano.

17 aprile 1945: il campo di concentramento di Nordhausen nella foto AP/US army Signal Corps

 

Questa invece è l’immagine trasmessa dalla TV dell’Autorità Palestinese. Il testo sullo schermo vuole far credere ai telespettatori palestinesi che si tratti di arabi vittime degli israeliani. Dice infatti: “A 70 anni dal massacro dell’Occupazione nel villaggio di Al-Dawayima”.

La foto trasmessa lo scorso 28 ottobre dalla TV ufficiale dell’Autorità Palestinese

 

Per colmo d’ironia, questa stessa fotografia venne trasmessa alcuni mesi fa dalla TV ufficiale dell’Autorità Palestinese facendo credere agli spettatori palestinesi che si trattava di arabi uccisi dagli ebrei il 9 aprile 1948 nel villaggio di Deir Yassin.

 

La foto originale (in alto) e quella trasmessa lo scorso 9 aprile dalla TV ufficiale dell’Autorità Palestinese

 

In entrambe le occasioni la foto è stata intenzionalmente e accuratamente manipolata in modo da far scomparire le vittime con la ben nota uniforme a strisce degli internati nei campi nazisti, i soldati americani e gli edifici riconoscibili del campo di concentramento.

Sta intanto circolando in modo virale un video postato su Twitter alcuni giorni fa in cui si vede un giovane ebreo con lo scialle da preghiera che scappa terrorizzato lungo un vicolo di Gerusalemme per mettersi in salvo dalle angherie di alcuni teppisti arabi sghignazzanti che gli lanciano addosso oggetti, facendolo anche cadere e perdere la kippà.

Clicca la foto per vedere il video

La notizia inquietante non è che qualche mascalzone antisemita a Gerusalemme decida di emulare la famigerata pratica antisemita della “caccia all’ebreo” (un evento tutto sommato raro nel moderno stato ebraico, dove non c’è spazio per atti di questo genere che vengono regolarmente perseguiti dalla legge).
La notizia inquietante è che centinaia di arabi esultano senza ritegno alla visione del breve video, che è stato postato con la scritta in arabo: “Coloni sionisti sono entrati in un quartiere di Gerusalemme. Questo non si aspettava quello che gli sarebbe successo”. Le reazioni al post sono entusiaste. Quando una donna ha espresso qualche dubbio scrivendo “ho sentimenti contrastanti: devo rallegrarmi per questa fiera scena della resistenza o devo preoccuparmi per questo uomo debole in una brutta situazione?”, è stata immediatamente attaccata dagli altri utenti che l’hanno accusata d’essere affetta da “sindrome di Stoccolma”, insinuando che abbia qualche problema mentale se prova empatia vero un ebreo. Uno le fa il verso scrivendo: “Ho sentimenti contrastanti: devo sentirmi felice per la scena o rabbia per la tua arroganza per cui vorrei sputarti in faccia?”. Molti utenti esprimono la speranza che sia questo il modo in cui tutti gli ebrei verranno cacciati da Gerusalemme. Qualche lettore ha espresso la preoccupazione che celebrare il video possa far “pensare male” dei palestinesi: al ché uno degli utenti ha iniziato a sostenere che il giovane ebreo aveva sicuramente “insultato il profeta Maometto” e che questo giustificherebbe il modo in cui è stato trattato.
(Da: Jersalem OnLine, 5.11.18)

Il capo dei servizi di sicurezza israeliani Nadav Argaman (a destra) con il presidente della Commissione affari esteri e difesa, Avi Dichter

Dall’inizio del 2018, i servizi di sicurezza israeliani (Shin Bet) hanno sventato 480 attacchi terroristici palestinesi. Lo ha detto martedì alla Commissione esteri e difesa della Knesset il direttore dell’agenzia, Nadav Argaman. Gli sforzi dei servizi di sicurezza, ha detto Argaman, sono stati uno dei fattori principali che hanno permesso all’establishment della difesa di preservare la fragile calma tra Israele e palestinesi, in particolare nelle regioni di Giudea e Samaria (Cisgiordania). “La situazione nell’arena palestinese è stata molto instabile quest’anno – ha spiegato Argaman – Nella striscia di Gaza ci troviamo sempre a metà tra una potenziale campagna militare e gli sforzi per stabilizzare la situazione umanitaria. Anche in Giudea e Samaria la situazione è molto complessa: le cose sul terreno si presentano relativamente calme, ma è una calma apparente. Hamas cerca costantemente di lanciare attacchi terroristici in Cisgiordania e dalla Cisgiordania. Quest’anno siamo riusciti a prevenire 480 attacchi terroristici importanti e a bloccare 590 potenziali lupi solitari”.
Per potenziali lupi solitari si intendono persone fermate o ammonite appena prima che commettano attentati. Per individuare in tempo i cosiddetti “lupi solitari”, i servizi di sicurezza israeliani utilizzano una varietà di metodi tra cui il monitoraggio degli account sui social network palestinesi e dell’attività on-line in generale, il ricorso a informatori confidenziali e l’utilizzo di un complesso algoritmo di profilazione: un’azione combinata a cui viene riconosciuto il merito d’aver arginato quasi completamente la cosiddetta “intifada dei coltelli” del periodo 2015-2017.
Secondo Argaman, i capi di Hamas basati a Gaza e in Turchia fanno di tutto per mobilitare operativi e organizzare attentati in Giudea e Samaria. Analoghi sforzi vengono fatti dal Libano ad opera del gruppo terrorista Hezbollah. Questi tentativi vanno ad aggiungersi agli scontri fomentati al confine fra Israele e striscia di Gaza e ai periodici lanci di razzi e aerostati incendiari. Attualmente circolano voci di un possibile accordo per un cessate il fuoco a Gaza, ma Argaman ha avvertito la Knesset che la situazione resta precaria.
In cooperazione con l’esercito e la polizia, ha poi aggiunto, i servizi di sicurezza sono riusciti anche a sventare una certa quantità di attacchi informatici, sia terroristici che di spionaggio.
Nel 2017 i servizi di sicurezza avevano bloccato in tempo oltre 400 attacchi terroristici, tra cui 13 attentati suicidi e otto sequestri di persona, e avevano prevenuto 1.100 potenziali attacchi di lupi solitari, mentre erano stati 54 gli attentati riusciti. Nel 2016 gli attentati sventati erano stati 344 contro 108 attentati riusciti. I dati sembrano dunque mostrare un aumento del numero di attacchi sventati nell’arco degli ultimi tre anni.
(Da: Israel HaYom, Jerusalem Post, YnetNews, Times of Israel, 6.11.18)