Cambia il relatore Onu sui diritti palestinesi: da un fazioso anti-israeliano a un anti-israeliano fazioso

Su pressione della Lega Araba, bocciata la candidatura di una qualificata docente di diritto americana

Richard Falk

Richard Falk

La pressione degli stati arabi ha spinto il presidente del Consiglio Onu per i Diritti Umani a respingere la candidatura di una accademica americana (già approvata dalla Commissione competente) come sostituta dell’uscente Richard Falk nel compito di monitorare i diritti dei palestinesi. E’ quanto hanno affermato fonti diplomatiche citate mercoledì in un rapporto di UN Watch.

Ad occupare la elevata posizione di “relatore speciale delle Nazioni Unite” sui diritti umani nei territori palestinesi andrà probabilmente l’ex rappresentante Onu dell’Indonesia Makarim Wibisono, un funzionario dichiaratemene ostile a Israele, stando a quanto riferisce il rapporto.

La Lega Araba si è esplicitamente opposta, con una serie di lettere indirizzate a Remigiusz Henczel, presidente del Consiglio Onu per i Diritti Umani, alla candidatura di Christina M. Cerna, docente di diritto alla Georgetown University, perché non si è mai precedentemente espressa sulla questione palestinese. Christina Cerna aveva già ricevuto il sostegno unanime dalla Commissione di verifica del Consiglio, composta da cinque membri. Makarim Wibisono, al contrario, presenta una lunga serie di prese di posizione unilaterali per quanto riguarda il conflitto israelo-palestinese.

Makarim Wibisono

Makarim Wibisono

Secondo UN Watch, Wibisono ha più volte accusato Israele di “uso irragionevole della forza contro i palestinesi”, di “indifendibili atti di aggressione”, di praticare una “politica di ritorsioni contro l’intera nazione palestinese”. Wibisono ha anche parlato di “natura inflessibile e brutale delle politiche perseguite dalla potenza occupante”, ha accusato Israele di essere “aggressore e perpetratore di violenze arbitrarie” e ha ripetutamente minimizzato ciò che subisce Israele parlando di “un solo pugno di morti israeliani” e definendo “un debole pretesto” la lotta di Israele contro razzi e attentati terroristici. Wibisono, il cui paese non ha relazioni diplomatiche con Israele, si è recato nella striscia di Gaza nel 2010 dove si è incontrato con la dirigenza del movimento terrorista Hamas.

Anche il relatore uscente Richard Falk, il cui mandato termina il prossimo primo maggio, non perdeva occasione per attaccare Israele ignorando quasi completamente violenze, attentati, indottrinamento e istigazione all’odio da parte palestinese.

Samantha Power

Samantha Power

La rappresentante degli Stati Uniti all’Onu Samantha Power ha detto che il mandato di Falk come relatore speciale delle Nazioni Unite ha “infangato” il Consiglio Onu per i diritti umani. “La sua diffusione di materiali strampalati e ingiuriosi ha macchiato la reputazione delle Nazioni Unite e ha compromesso l’efficacia del Consiglio dei diritti umani – ha dichiarato Samantha Power alla Reuters – Gli Stati Uniti accolgono con favore l’uscita di scena del signor Falk, attesa da tempo”. Nella sua dichiarazione, Samantha Power cita “l’implacabile pregiudizio anti-israeliano” di Falk, oltre al suo “pernicioso e infamante avallo delle teorie complottiste sull’11 settembre”.

Falk infatti, fra le tante dichiarazioni controverse, ha accusato Israele di “tendere a nulla di meno che un Olocausto palestinese”, ha esortato a prendere in seria considerazione le teorie del complotto che presuppongono un coinvolgimento del governo degli Stati Uniti negli attentati dell’11 settembre 2001, e ha chiesto che fosse messa a tacere UN Watch, un’organizzazione non-governativa dedita a monitorare l’attività delle Nazioni Unite con particolare attenzione alle posizioni faziose o unilaterali che contraddicono la lettera e lo spirito della stessa Carta dell’Onu.

Nella sua dichiarazione alla Reuters, Samantha Power ha anche biasimato la faziosità del Consiglio dei diritti umani. “Va al di là dell’assurdo – ha detto – che l’unico paese che ha un posto fisso nell’ordine del giorno delle accuse del Consiglio dei diritti umani non sia la Siria o la Corea del Nord o l’Iran, ma Israele”.

(Da: Times of Israel, 27.3.14)

Christine Chinkin

Christine Chinkin

ULTIM’ORA – Sempre su pressione della Lega Araba, sembra che il Consiglio Onu per i Diritti Umani sia orientato a sostituire il relatore speciale uscente Richard Falk con la britannica Christine Chinkin, nota per essere stata co-autrice del controverso Rapporto Goldstone su Gaza 2009 (successivamente sconfessato dallo stesso autore). Christine Chinkin è stata fra l’altro vivamente criticata da alcuni suoi colleghi esperti Onu di diritti umani, fra i quali Nigel Rodley, per non essersi ritirata dalla Commissione d’inchiesta Goldstone nonostante a quell’epoca avesse già pubblicamente espresso la pregiudiziale convinzione che Israele fosse colpevole rispetto alle questioni legali che la Commissione doveva ancora indagare. Quando, nel 2011, Richard Goldstone ritrattò pubblicamente l’accusa principale contenuta nel rapporto della sua Commissione (quella secondo cui Israele avrebbe deliberatamente mirato a colpire civili innocenti), Christine Chinkin fu tra coloro che lo attaccarono con più veemenza. (Da: Jerusalem Post, Times of Israele, 27.3.14)

Si veda anche: L’eloquente differenza fra crimini ed errori