Caos nellAutorità Palestinese

Silvan Shalom: 'Finché Arafat continuerà ad essere al comando, continuerà a prevalere questa situazione di anarchia.

image_295La situazione nella striscia di Gaza continua a deteriorarsi. Dopo un fine settimana di sequestri-lampo e crescenti turbolenze, il quartiere generale dell’Intelligence palestinese è stato messo a fuoco domenica mattina e tutti i palestinesi in esso detenuti sono stati messi in libertà. Le Brigate Martiri di Al Aqsa hanno rivendicato l’assalto al complesso.
Lo riferiscono fonti palestinesi, secondo le quali le proteste si sono scatenate contro la decisione del presidente dell’Autorità Palestinese Yasser Arafat di nominare a capo dell’apparato di Sicurezza Preventiva palestinese un suo nipote, Mussa Arafat, generalmente considerato corrotto e incompetente. Migliaia di palestinesi infuriati hanno manifestato a Gaza contro la decisione di Arafat, chiedendo la nomina di Mohammed Dahlan al posto di Mussa Arafat.
“Ciò che sta succedendo all’interno dell’Autorità Palestinese – ha dichiarato domenica il primo ministro israeliano Ariel Sharon – dimostra che tutti i tentativi artificiosi di agire come se vi fosse dall’altra parte un interlocutore affidabile scaturiscono da valutazioni soggettive e non realistiche”.
“Arafat – ha commentato il ministro della difesa israeliano Shaul Mofaz – cerca di dare un’illusione di riforme, mentre non ha alcuna intenzione di realizzarle”. Secondo Mofaz, i sequestratori palestinesi usano i rapimenti “interni” come uno strumento per fare pressione su Arafat, ma questi continua a detenere saldamente il potere nelle proprie mani.
“Israele non desidera vedere il crollo dell’Autorità Palestinese – ha spiegato il ministro degli esteri israeliano Silvan Shalom – Una situazione di totale anarchia nei territori palestinesi non è positiva per Israele. Noi desideriamo che prevalgano i moderati, e che riescano ad attuare le necessarie riforme. Ma finché Arafat continuerà ad essere al comando, continuerà a prevalere questa situazione di anarchia”.
Sabato notte le Brigate Martiri di al Aqsa hanno avvertito che “i sequestri proseguiranno finché individui corrotti, traditori e collaborazionisti al servizio di Stati Uniti e Israele resteranno ai loro posti, e finché non verranno rispettate le promesse fatte in passato”.
La situazione all’interno dell’Autorità Palestinese è di crescente turbolenza, con il primo ministro palestinese Ahmed Qureia (Abu Ala) che potrebbe dare le dimissioni lunedì, a meno che Arafat non faccia ciò che finora si è rifiutato di fare: cedere il controllo sulle forze di sicurezza (armate) palestinesi e sulla cassa, permettendo ad Abu Ala di avviare vere riforme.
Abu Ala ha annunciato che prenderà una decisione definitiva lunedì, facendo riferimento a “una situazione di crisi e di caos”.
Venerdì nella striscia di Gaza si è verificata una serie di sequestri-lampo a scopo intimidatorio: due alti ufficiali palestinesi, il capo della polizia di Gaza, Ghazi Jabali, e il direttore del coordinamento militare, Khaled Abu Aloula, oltre a quattro francesi, membri di un’organizzazione di aiuti umanitari pro-palestinesi, sono stati rapiti in momenti diversi. Tutti i sequestrati sono stati rilasciati poco dopo su richiesta di Arafat. Una delle condizioni poste dai sequestratori è stata che Arafat licenziasse Jabali. Sabato Arafat lo ha licenziato e ha nominato Saeb al-Ajaz al suo posto.
Secondo fonti palestinesi, Abu Ala aveva già rassegnato le dimissioni domenica, ma Arafat le avrebbe respinte. Anche Rashid Abu Shbak, capo della sicurezza preventiva, e Amin Hindi, capo dell’intelligence generale, si sarebbero dimessi. Anche le loro dimissioni sarebbero state respinte. Tutti e tre hanno ribadito l’intenzione di lasciare gli incarichi se Arafat non attuerà autentiche riforme nelle forze di sicurezza palestinesi.
Domenica mattina il consigliere di Arafat Nabil Abu Rudeineh aveva annunciato per l’ennesima volta l’intenzione del presidente dell’Autorità Palestinese di raggruppare i 13 corpi di sicurezza palestinesi in tre soli apparati: esercito, sicurezza interna e polizia. Poi però è giunta la notizia della nomina del nipote di Arafat a capo dei servizi di Sicurezza Preventiva a Gaza.

(Da: Ma’ariv, 18.07.04)