C’è anche quello che ebbe la vita salvata da una donna israeliana

Assassini a sangue freddo di ragazzi, anziani, avventori e di palestinesi accusati di collaborazionismo, nella lista dei prossimi 26 detenuti scarcerati da Israele

Famigliari di vittime del terrorismo

Famigliari di vittime del terrorismo

L’apposito Comitato interministeriale ha approvato sabato sera l’elenco di 26 palestinesi detenuti per reati contro la sicurezza da scarcerare lunedì o martedì nella terza fase di una serie di quattro tranche di scarcerazioni concordate con americani e palestinesi come condizione per l’avvio e la continuazione di nove mesi di negoziati diretti.

Salvo tre, tutti i detenuti della lista stanno scontando condanne per aver ucciso cittadini israeliani, o palestinesi accusati di collaborare con Israele nella lotta al terrorismo. In un comunicato stampa diffuso sabato sera, l’Ufficio del primo ministro sottolinea che tutti i detenuti dell’elenco sono stati condannati per reati commessi prima della firma degli Accordi di Oslo del 1993-94. Quasi tutti condannati all’ergastolo, hanno finora scontato tra i 19 e i 28 anni di carcere.

Una volta scarcerati, i detenuti verranno consegnati alla Mukata, il palazzo presidenziale dell’Autorità Palestinese a Ramallah, dove è prevista una cerimonia celebrativa alla presenza del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen).

“Israele non può fare altro che onorare il suo accordo con gli Stati Uniti su questo punto”, ha dichiarato venerdì il Ministro della scienza e tecnologia Yaakov Peri, ex capo dei servizi di sicurezza israeliani e membro del Comitato ministeriale preposto alla stesura della lista dei detenuti da scarcerare. Peri ha spiegato d’essere stato personalmente coinvolto nell’arresto di molti dei 104 prigionieri che Israele ha acconsentito a scarcerare. “Non è stato facile portarli in carcere o produrre le prove a loro carico. Li conosco uno per uno. Ma uno Stato civile e democratico che ha firmato un accordo deve onorarlo, anche se è difficile, è tragico, è doloroso e solleva domande a cui io stesso non so rispondere”.

Questi i nomi dei detenuti pubblicati sabato sera (in ebraico) dal Servizio Penitenziario israeliano.

Muhammad Yusuf Adnan El-Afandi, arrestato il 13 maggio 1992 per aver accoltellato due giovani a Gerusalemme. Dopo l’aggressione, la sua vita venne salvata da una donna israeliana che lo difese dalla folla inferocita. È stato condannato per tentato omicidio. La donna che gli ha salvato la vita, Bella Freund, ha ispirato una canzone della band hip hop Hadag Nahas, in collaborazione con il rocker Barry Sakharof.

Bella Freund

Bella Freund, oggi

Bella Freund divenne famosa, in Israele, il 13 maggio 1992, quando fece da scudo umano per salvare un terrorista palestinese dalla folla inferocita. Il ventunenne Adnan Afandi, originario di Betlemme, aveva appena accoltellato e gravemente ferito due giovani israeliani a Gerusalemme, dandosi poi alla fuga inseguito da decine di persone, quando si imbatté in Bella Freund, che frappose fisicamente il proprio corpo fra lui e la folla inferocita sino a quando non arrivarono le forze di sicurezza ad arrestarlo. È grazie a Bella Freund se Afandi, ora in un carcere israeliano, è ancora vivo. E questa settimana potrà uscire dal carcere nella terza delle quattro fasi di scarcerazioni che Israele ha acconsentito di compiere pur di portare l’Autorità Palestinese al tavolo negoziale. Ma anche Bella Freund, che gli ha salvato la vita, non vorrebbe veder uscire di prigione Afandi e gli altri terroristi. “Venne ad accoltellare dei ragazzi ebrei. Io, come civile, raccolsi tutte le mie forze e feci ciò che la legge mi richiede, e consegnai il terrorista incolume alle autorità. Lo hanno preso, lo hanno processato e ora lo stanno rimettendo in libertà. Ciò svilisce lo stato di diritto e mi fa sentire come se il paese stesse tradendo i suoi cittadini. Così si manda un messaggio molto negativo”. Bella Freund , ora sulla settantina, vive ancora a Gerusalemme, circondata da figli e nipoti, e non ha dimenticato un solo minuto di quell’incidente di più di 20 anni fa. “Gli parlavo, lo proteggevo. Qualcuno (dalla folla) mi gridò: se non ti levi da lì, ti sparo. Alla fine arrivò la polizia, salvò me e arrestarono lui”. (Da: YnetNews, 26.12.13)

Farid Ahmed Shahade, arrestato il 16 febbraio 1985 per l’omicidio a Jaffa di Yosef Farhan, un arabo accusato di collaborare con Israele nella lotta al terrorismo.

Mother of sette figli, Sarah Sharon aveva 38 anni quando venne pugnalata a morte a Holon, il 20 gennaio 1993

Madre di sette figli, Sarah Sharon aveva 38 anni quando venne pugnalata a morte a Holon, il 20 gennaio 1993

Yakoub Muhammad Ouda Ramadan, Afana Mustafa Ahmad Muhammad e Da’agna Nufal Mahmad Mahmoud, arrestati il primo aprile 1993, condannati per aver ucciso a pugnalate Sara Sharon, 38 anni, ad Holon, il 20 gennaio 1993.

Abu al Rub Mustafa Mahmoud Faisal e Kamil Ali Ahmad Awad, condannati per l’assassinio a sangue freddo del soldato israeliano Yoram Cohen, 20 anni, nella città di Jenin. Ali Ahmad è stato condannato anche per aver sequestrato, torturato e ucciso 15 palestinesi accusati di collaborare con Israele nella lotta al terrorismo. Faisal è stato condannato per concorso in quattro di questi casi.

Damara Ibrahim Mustafa Bilal, arrestato il 16 giugno 1989, condannato per aver ucciso Steven Friedrich Rosenfeld, 48 anni, immigrato in Israele dagli Stati Uniti. Damara, in concorso con altri, avvicinò Rosenfeld nei pressi di Ariel (Cisgiordania), e lo uccise a pugnalate. Il corpo venne trovato il giorno successivo da un pastore palestinese.

Shlomo Yahia, nato nello Yemen nel 1915, giunto in Israele con l’Operazione Tappeto Volante (1949-50), viveva nel moshav Kadima dove continuava a fare il giardiniere anche dopo aver raggiunto l’età della pensione. Aveva 76 anni quando, il 26 settembre 1991, venne ucciso a pugnalate in un parco pubblico

Abu Mohsin Khaled Ibrahim Jamal, arrestato il 10 aprile 1991, condannato per omicidio. Abu-Muhsan aggredì Shlomo Yahya, giardiniere di 76 anni, in un parco pubblico del moshav Kadima e lo pugnalò a morte.

Tamimi Rushdi Muhammad Sa’id, condannato per il sequestro e assassinio nel 1993 di Hayim Mizrahi in una fattoria palestinese nei pressi di di Beit El (Cisgiordania) dove viveva Mizrahi. Come altre volte, Mizrahi si era recato alla fattoria per acquistare delle uova.

Silawi Khaled Kamel Osama, uno dei tre palestinesi condannati per l’omicidio di Motti Biton. Come Mizrahi, Biton venne colpito mentre faceva la spesa in un negozio palestinese. Gravemente ferito da colpi d’arma di fuoco, Biton morì tre giorni dopo in un ospedale israeliano. Osama è stato condannato anche per assassinio o concorso nell’assassinio di quattro palestinesi accusati di collaborare con Israele nella lotta al terrorismo.

Yosef Malkin (Malka) assassinato il 29 dicembre 1990 nel suo appartamento a Haifa da due terroristi infiltrati da Jenin. Aveva 60 anni e lavorava come ingegnere in una ditta della città

Sawafta Sudqi Abdel Razeq Mouhlas, condannato per aver pugnalato a morte Yosef Malka (Malkin) il 29 dicembre 1990, nella sua casa a Haifa.

Barham Fawzi Mustafa Nasser, arrestato il 20 dicembre 1993 per l’omicidio di Morris (Moshe) Edri, 65 anni. Nasser, un ex dipendente di Edri, tese un agguatoi a Edri e lo pugnalò alla schiena. Dopo l’arresto, dichiarò d’aver commesso l’omicidio per dimostrare d’essere degno di entrare in Hamas.

Yusuf Ahmed Nu’aman Al-Shalvi, Mahmad Anis Aiman Jaradat e Ahmad Yusuf Bilal Abu-Hassin, condannati per aver ucciso diversi palestinesi accusati di collaborare con Israele nella lotta al terrorismo.

Mahmad Naim Shawmra Yunis, condannato per l’omicidio di Yossef Hayun, un artificiere della polizia ucciso nel giugno 1993 mentre tentava di disinnescare una bomba nel moshav Shekef.

Mahmud Muhammad Salman, arrestato il 6 maggio 1994 e condannato per l’omicidio di Shai Shoker, strangolato con un laccio nei pressi di Tira il 2 febbraio 1994.

Yosef Zandani, 28 anni, strangolato e accoltellato nella sua casa, il 30 marzo 1994, nel moshav Bnei Aiyish presso. Gadera

Yosef Zandani, 28 anni, strangolato e accoltellato nella sua casa, il 30 marzo 1994, nel moshav Bnei Aiyish, presso Gadera

Ahmed Ibrahim Jamal Abu-Jamal, condannato per tentato omicidio, avrebbe finito di scontare la pena nel 2016.

Mahmoud Ibrahim Abu-Ali Faiz, condannato per l’assassinio di Ronny Levy.

Zaki Rami Barbakh Jawdat, condannato per l’assassinio di Yosef Zandani.

Mustafa Ahmed Khaled Jumaa, condannato per aggressione aggravata, avrebbe finito di scontare la pena nel 2016.

Abu Muhammad Hadir Yassin Yassin, condannato per omicidio. Yassin sparò alla testa di Yigal Shahaf, 24 anni, mentre questi e la moglie camminavano attraverso la Città Vecchia di Gerusalemme diretti al Muro Occidentale (del Pianto). Shahaf morì in ospedale il giorno seguente. L’arma del delitto era stata acquistata da un ebreo israeliano. Yassin avrebbe finito di scontare la pena nel 2016.

Menahem Stern

Menahem Stern, nato in Polonia nel 1925, aveva 64 quando venne assassinato mentre si recava a piedi all’Università di Gerusalemme dove insegnava storia

Muammar Ata Mahmoud Mahmoud e Salah Khalil Ahmad Ibrahim, condannati per aver ucciso Menahem Stern, professore di storia dell’Università di Gerusalemme. Stern, 64 anni, vincitore del prestigioso Premio Israel, venne pugnalato a morte il 22 giugno 1989 mentre si recava a piedi al lavoro al campus Givat Ram dell’università. Un monumento alla sua memoria compare in una scena del premiato film israeliano “Footnote”. Ibrahim venne condannato anche per l’omicidio di Eli Amsalem. Sia lui che Mahmoud vennero inoltre condannati per l’uccisione di Hassin Zaid, un palestinese accusato di collaborare con Israele nella lotta al terrorismo.

Taqtuq Lutfi Halma Ibrahim, arrestato il 3 marzo 1989, condannato per l’omicidio a freddo del soldato israeliano Binyamin Meisner, il 24 febbraio 1989, a Nablus.

(Da: Times of Israel, 29.12.13)