Chi erano i tre capi terroristi uccisi a Gaza

Israele colpisce i vertici del terrorismo, ma deve aspettarsi la consueta rappresaglia palestinese contro i civili israeliani

I tre capi terroristi uccisi nell’operazione di lunedì notte, nel poster diffuso dalla stessa Jihad Islamica Palestinese

In un’operazione lanciata a sorpresa nella note fra lunedì e martedì, le Forze di Difesa israeliane hanno ucciso tre capi terroristi di alto livello della Jihad Islamica Palestinese, il gruppo sponsorizzato dall’Iran e principale responsabile una settimana fa del lancio di più di 100 razzi nell’arco di 24 ore sulle comunità civili del sud di Israele.

I tre capi terroristi uccisi sono Khalil Bahitini, comandante delle Brigate al-Quds nel nord della striscia di Gaza, Tareq Ezzaldin, portavoce del gruppo nonché responsabile di attività terroristiche in Cisgiordania e da Gaza, e Jihad Ghanem, segretario del Consiglio militare del movimento.

Khalil Bahitini, 44 anni, comandante delle Brigate al-Quds della Jihad Islamica Palestinese nel nord della striscia di Gaza, era il più alto comandante operativo del gruppo terrorista. Diretto responsabile del lancio di razzi sulle comunità civili israeliane nel mese scorso, stava pianificando ulteriori lanci di razzi per l’imminente futuro. Bahtini aveva supervisionato molteplici attacchi terroristici dalla parte nord di Gaza, compresi attentati mirati contro civili in profondità nel territorio israeliano tra cui attentati suicidi e con ordigni stradali.

Tareq Ezzaldin, 49 anni, portavoce della Jihad Islamica Palestinese, era responsabile del coordinamento tra il gruppo con base a Gaza e le sue diramazioni in Cisgiordania, del trasferimento di fondi e degli sforzi per fomentare terrorismo in territorio israeliano. La sua eliminazione viene considerata una svolta giacché finora non erano stati presi di mira i terroristi che pianificano da Gaza gli attentati in Cisgiordania. Ezzaldin era stato scarcerato da Israele nel 2011 nell’ambito del ricatto per la liberazione dell’israeliano Gilad Shalit, trattenuto da Hamas in ostaggio a Gaza per cinque anni.

Jihad Ghanem, 62 anni, segretario del Consiglio militare del gruppo terrorista, era uno degli operativi veterani di più alto livello e aveva ricoperto varie posizioni di comando nel gruppo filo-iraniano, tra cui quella di comandante delle Brigate al-Quds nel sud della striscia di Gaza. Nella sua ultima posizione, Ghanem era responsabile del trasferimento di fondi, armi e munizioni tra Jihad Islamica Palestinese a Hamas. Aveva anche contribuito a pianificare e realizzare numerosi attentati in Cisgiordania e all’estero, tra cui l’attacco compiuto nel maggio del 2004 in cui vennero assassinate a sangue freddo Tali Hatuel, 34enne incinta, e le sue quattro figlie Hila di 11 anni, Hadar di 9, Roni di 7 e Merav di 2 anni, nei pressi del kibbutz Kissufim, vicino al confine con la striscia di Gaza.

La Jihad Islamica Palestinese ha confermato martedì la morte dei suoi tre alti comandanti, insieme ad alcuni loro famigliari.

Il presidente d’Israele Isaac Herzog ha elogiato le operazioni anti-terrorismo delle Forze di Difesa israeliane a Gaza a difesa del paese e ha esortato i cittadini israeliani a seguire le istruzioni di sicurezza dal Comando Fronte interno. “Ci troviamo ad affrontare molte sfide di sicurezza che ci obbligano ad agire in modo responsabile e attenerci alle istruzioni del Fronte interno – ha detto Herzog – Tutti noi, con il cuore e con la mente, siamo con le Forze di Difesa, con le forze di sicurezza e con i residenti del sud” (vicini alla striscia di Gaza).

(Da: Jerusalem Post, YnetNews, Times of Israel, 9.5.23)