Colpo docchio su unaltra faccia della realtà

La testimonianza (e le foto) di un giovane israeliano in servizio al posto di blocco di Kalandia.

image_328Mercoledì 11 agosto, 200 metri a sud del posto di blocco di Kalandia (fra Ramallah e Gerusalemme), terroristi delle Brigate Al Aqsa (affiliate al Fatah di Arafat e stipendiate dall’Autorità Palestinese), vista l’impossibilità di arrivare a Gerusalemme con la loro auto-bomba, hanno abbandonato il veicolo e non hanno esitato ad azionare l’ordigno, del tutto incuranti della presenza, fra gli altri, di numerosi civili palestinesi: due palestinesi sono rimasti uccisi, una ventina i feriti e mutilati tra palestinesi e israeliani (compresi 6 agenti di frontiera). Solo il buon funzionamento del posto di blocco, sulla base di precedenti informazioni di intelligence, ha evitato una strage peggiore nel centro della capitale d’Israele.
I posti di blocco israeliani, che hanno lo scopo per l’appunto di impedire o perlomeno ostacolare questo genere di attentati, vengono regolarmente descritti dalla stampa internazionale come flagranti esempi di gratuita malvagità israeliana, poco meno che crimini di guerra ai danni di inermi e innocui civili palestinesi. Descrizione regolarmente corredata da apposite immagini di tensione e sofferenza.
Mentre va ricordato che i meticolosi controlli ai posti di blocco sono ciò che ha permesso, fra l’altro, di salvare anche la vita a diversi bambini palestinesi cinicamente mandati allo sbaraglio imbottiti di esplosivo, vale anche la pena di sottolineare che esiste una diversa realtà, ai posti di blocco, che viene ignorata o volutamente taciuta dai mass-media internazionali.
Un punto di vista interessante (e inedito) è quello offerto da un giovane israeliano di nome Dave che ha deciso di mettere a disposizione su internet una serie di foto da lui stesso scattate durante il suo recente periodo di servizio militare proprio al posto di blocco di Kalandia.
Sono foto in cui si possono vedere lavoratori, ragazzini e intere famiglie palestinesi che fraternizzano con i soldati di guardia, code d’attesa assai meno lunghe di quanto avvenga nei momenti di allarme, soldati e soldatesse che assolvono il loro duro compito senza alcuna animosità verso la popolazione innocente.
“Il 99% del lavoro fisico che ho fatto al posto di blocco – racconta lo stesso Dave – consisteva nell’impedire violenze arabe contro altri arabi, come quella volta che abbiamo dovuto inseguire due tizi che avevano aggredito un taxista palestinese, che era davvero scioccato e ci siamo dati da fare per confortarlo”.
“Quando ero di servizio a Kalandia – continua il giovane israeliano – spesso arrivavano fotoreporter che aspettavano per ore e ore che accadesse qualcosa da riprendere. Ma per il 99% del tempo non succedeva proprio nulla e così i fotografi aspettavano e aspettavano per niente”.
(Da: Honestreporting.com, israele.net, 12.08.04)

Nella foto in alto: Un’immagine scattata da Dave, che spiega: “I ragazzini arabi amano fraternizzare con Dana”.

Per la serie completa delle foto di Dave, vedi:

http://community.webshots.com/album/156464683ReCMvd