Come possiamo creare un nuovo Medio Oriente senza conflitti

Dopo i continui fallimenti dei capi palestinesi, i paesi arabi del Golfo desiderano un cambiamento in positivo nella dirigenza palestinese e la fine di Hamas

Di Ahdeya Al Sayed

Ahdeya Al Sayed, presidente dell’Associazione Giornalisti del Bahrain, autrice di questo articolo

E così, da un giorno all’altro, i traffici di guerra sono ufficialmente terminati, lasciando i capi palestinesi scoperti davanti al mondo. Gli accordi firmati tra Bahrein, Emirati Arabi Uniti e Israele hanno segnato una svolta nella storia. E hanno anche ben presto svelato il disinganno dei leader e della gente nella nostra regione verso il modo in cui la dirigenza palestinese ha abusato della questione israelo-palestinese per i propri vantaggi personali. Settant’anni di tentativi per risolvere questo problema sono falliti a causa di capi che evidentemente non hanno mai veramente voluto che il problema venisse risolto. Dopo i continui fallimenti dei capi palestinesi, i paesi arabi del Golfo desiderano un cambiamento in positivo nella dirigenza palestinese e la fine di Hamas e della interna lotta per il potere a scopo di lucro. Il sodalizio del male creato da Fratelli Musulmani palestinesi, Hamas e Hezbollah con i regimi terroristici turco e iraniano deve avere fine.

Hezbollah sa che la sua fine è molto vicina e che il Libano ha estremo bisogno di rimettersi in piedi. Le nuove alleanze devono concentrarsi su come eliminare i nemici della regione: ideologie e milizie estremiste e terroristiche. L’Iran è da tempo il principale finanziatore di Hezbollah e ha abusato della propria ricchezza per finanziare terroristi, mentre la sua popolazione vive in povertà e l’economia del paese continua a deteriorarsi. La Guida Suprema dell’Iran Ali Khamenei, che è ancora in lutto per la morte di Qasem Soleimani, continua a minacciarci attraverso la sua Guardia Rivoluzionaria. Il regime degli ayatollah deve finire e il popolo iraniano, suo ostaggio da 41 anni, merita di essere liberato. Il presidente della Turchia Recep Erdogan aderisce fino all’ultimo all’ideologia dei Fratelli Musulmani e alla ferma convinzione di essere un sultano ottomano alla guida della regione, con il sostegno che dà a Hamas, Isis e al-Qaeda.

Manama, 18 ottobre 2020: il capo della delegazione israeliana Meir Ben Shabbat (a sinistra) e il ministro degli esteri del Bahrein Abdullatif bin Rashid Al-Zayani firmano l’accordo che formalizza le relazioni diplomatiche Israele-Bahrein. Dietro di loro, il segretario al Tesoro americano Steve Mnuchin

La pace è l’unico modo in cui questa regione può diventare un luogo stabile in cui ai giovani possa essere garantito un futuro più luminoso. Con gli accordi di pace, siamo fiduciosi che assisteremo alla realizzazione della soluzione a due stati e che palestinesi e israeliani potranno vivere in pace. Il popolo palestinese ha molto sofferto, così come ha sofferto il popolo israeliano.

L’ascesa di estremisti e terroristi non è solo una minaccia per Israele, ma anche per i paesi del Golfo. Gli interessi comuni dei nuovi alleati consentiranno la creazione di un nuovo Medio Oriente senza conflitti. L’isolamento di Israele sta terminando, ma diventa più forte il suo impegno verso i suoi nuovi alleati. Israele oggi dimostra al mondo di aver sinceramente voluto la pace: pace che stabilizzerà la regione, creerà opportunità per i giovani israeliani, metterà fine alla sua demonizzazione da parte dei suoi vicini consentendogli al contrario d’essere abbracciato. Le opportunità che si creeranno daranno anche ai giovani palestinesi stabilità politica ed economica, rafforzando la cooperazione tra i nostri paesi ad ogni livello.

In questo processo, speriamo di vedere anche un drastico cambiamento nella dirigenza palestinese e di vedere leader che sappiano veramente negoziare in modo etico ciò che serve al loro popolo. Guardando alla storia dei capi palestinesi non si possono disconoscere le opportunità di porre fine al conflitto con Israele che sono state sprecate. Nel febbraio 2007 i capi palestinesi rappresentanti di Hamas e Fatah incontrarono re Abdullah dell’Arabia Saudita, che voleva risolvere la spaccatura tra loro. Dopo due giorni di trattative presentarono ad Abdullah un documento che comprendeva gli accordi di tutti i leader riuniti. Tutti credettero che quella volta i capi palestinesi facessero sul serio. Abdullah chiese loro di onorare la promessa e li fece giurare sul Corano che quel documento costituiva il loro accordo finale. Entro 48 ore dopo il loro rientro i capi palestinesi avevano già infranto la parola data.

Oggi i principali attori della regione avranno un ruolo politico più cruciale che permetterà di arrivare alla pace e alla stabilità e consentirà la crescita delle economie di tutti i paesi coinvolti. Oggi è stata aperta la porta a negoziati e alleanze con nuovi attori nella regione. I nuovi protagonisti hanno sempre sostenuto il popolo palestinese e la posizione degli Emirati Arabi Uniti e del Bahrein. Etica e principi non possono cambiare.

Oggi Israele è ufficialmente un amico, un amico di cui ci fidiamo. E credo davvero che, dal momento che sono stati firmati quegli accordi, tutte le parti coinvolte hanno grandi propositi e opereranno a stretto contatto per assicurare che non vengano violati i diritti di nessuno e che i popoli della regione alla fine vivano in pace. Finalmente è iniziata una nuova era.

(Da: Jerusalem Post, 14.10.20)