Comizio palestinese davanti al consolato israeliano a New York: “Dal fiume al mare significa cancellare Israele”

Intanto il quotidiano di Abu Mazen elogia una famiglia “combattente” che ha chiamato un figlio Eichmann per “far arrabbiare” i sionisti

Durante una manifestazione tenuta lo scorso 15 giugno davanti al consolato israeliano a New York, l’attivista anti-israeliana Nerdeen Kiswani ha guidato la folla nel gridare slogan come “Non vogliamo nessun sionista qui” e “Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera”. A scanso d’equivoci, Kiswani, rappresentante dell’organizzazione palestinese “Within Our Lifetime” fondata a New York nel 2015, ha chiarito che il significato di questo slogan è che saranno “liberate” non solo Cisgiordania e Gaza, ma anche Haifa, Giaffa e Tel Aviv (che a suo dire sarebbe stata fondata sopra un villaggio chiamato Tal Al-Rabi). Kiswani ha poi accusato tutta la stampa americana di mentire sui palestinesi e proteggere Israele sin “dalla creazione dell’entità sionista colonialista genocida”, aggiungendo che il motivo per cui il raduno si teneva a New York è perché è il “ventre della bestia” imperialista ed è “disseminata di istituzioni sioniste”.

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Nerdeen Kiswani: “Dall’acqua [del Mar Mediterraneo] all’acqua [del fiume Giordano] la Palestina è araba!”
Folla: “La Palestina è araba!”
Kiswani: “Dal fiume al mare…”
Folla: “Dal fiume al mare…”
Kiswani: “La Palestina sarà libera!”
Folla: “La Palestina sarà libera!”
Kiswani: “Ditelo forte, ditelo chiaro…”
Folla: ” Ditelo forte, ditelo chiaro…”
Kiswani: “…non vogliamo nessun sionista qui!”
Folla: “… non vogliamo nessun sionista qui!”
Kiswani: “Dall’altra parte della strada c’è la Pix11 News, uno dei principali organi d’informazione in questo paese. Insieme a FoxNews, New York Times, CNN e tutti gli altri organi d’informazione che continuano a mentire sulla nostra gente, a mentire sulla nostra lotta e a nascondere e proteggere Israele dalle responsabilità. Questo è ciò che fanno, questo è ciò che hanno sempre fatto sin dalla creazione dell’entità sionista colonialista genocida. Hanno ucciso, mentito, rubato, violentato, saccheggiato e hanno continuato a mentire, costruendo uno stato sul sangue del nostro popolo. [Siamo] proprio qui, nel ventre della bestia, nel ventre dell’impero. L’altro giorno abbiamo marciato per le strade, perché ci sono dozzine di istituzioni sioniste disseminate in tutta la città. Così, il popolo di Gaza e il popolo della Palestina hanno sempre avuto il diritto di resistere, che si tratti di resistere all’assedio e al blocco o di resistere alla creazione dell’esistenza di Israele, avvenuta nel 1948. Siamo scesi per le strade di New York per fargli sapere che la Palestina sarà libera. Non sarà libera solo in Cisgiordania e a Gaza, sarà libera in ogni parte della Palestina. Perché ‘dal fiume al mare’ significa Haifa e Giaffa e Tal Al-Rabi, di cui loro hanno cambiato il nome in Tel Aviv!”.
(Da: memri.org, 24.6.21)

Dal sito del gruppo palestinese-americano “Within Our Lifetime”

Nel suo sito web, il gruppo “Within Our Lifetime” (“Entro la nostra vita”) dichiara di sostenere “il diritto di tutti i profughi palestinesi di tornare in patria in tutta la Palestina storica dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo”, specificando che “ciò richiede che ci schieriamo contro la totalità del progetto coloniale sionista e per la liberazione nazionale di tutta la Palestina in modo che quelli in esilio possano tornare”. Il gruppo, che si dichiara “antisionista” definendo il sionismo “un’ideologia suprematista bianca colonialista costruita sul genocidio e l’espropriazione del popolo palestinese”, professa il “rifiuto di ogni collaborazione e dialogo con le organizzazioni sioniste mediante una rigorosa politica anti-normalizzazione”, giacché “la liberazione della Palestina richiede l’abolizione del sionismo”. Il gruppo proclama inoltre di difendere “il diritto dei palestinesi a resistere all’occupazione sionista con ogni mezzo necessario” giacché “la liberazione della Palestina sarà ottenuta mediante l’iniziativa e la strategia di tutte le forme di resistenza palestinese”. Infine, dichiarandosi “internazionalista” il gruppo afferma che “tutti i popoli hanno diritto all’autodeterminazione”, una presa di posizione che per qualche motivo esclude solo popolo ebraico. Naturalmente il “manifesto” del gruppo “Within Our Lifetime” è corredato dall’immancabile mappa che raffigura graficamente la cancellazione di Israele dalla carta geografica.

 

Adolf Eichmann durante il processo a suo carico, a Gerusalemme

In un articolo pubblicato lo scorso 13 giugno, il quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese, presieduta da Abu Mazen, ha tessuto gli elogi di una “famiglia combattente” palestinese, celebrando il suo “amore per la lotta” contro Israele attraverso le generazioni. Nel riferire dei tanti modi in cui diversi membri della famiglia Abu Atwan hanno “lottato” contro Israele, il giornale si è compiaciuto di sottolineare il fatto che uno degli uomini della famiglia chiamò il figlio “Eichmann” come Adolf Eichmann, alto ufficiale delle SS naziste nonché uno dei maggiori architetti del genocidio di sei milioni di ebrei nella Shoà.

“Per via del suo amore per la patria, diede alla luce un figlio e gli diede il nome di Eichmann per far arrabbiare il sionismo. Quando il Mossad giustiziò Adolf Eichmann, il nonno [di Al-Ghadanfar] disse: “Colui che ha bruciato gli ebrei per odio è morto ed è nato l’Eichmann palestinese”.
(Da: quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese Al-Hayat Al-Jadida, 13 giugno 2021)

Nota: Il nazista Adolf Eichmann non venne affatto “giustiziato dal Mossad”, bensì processato e condannato da un tribunale israeliano in modo corretto e regolare.

(Da: palwatch.org, israele.net, 24.6.21)

La celebre foto scattata nel 1909 al momento della fondazione di Tel Aviv: secondo la propaganda palestinese, non sulle dune di sabbia ma sopra un villaggio chiamato Tal Al-Rabi