Completamente ignorate le ragioni di Israele

Il rapporto Goldstone getta benzina sul fuoco dell’odio per Israele e dà luce verde al terrorismo Hamas

image_2609Gerusalemme respinge la tesi del capo della commissione Onu, Richard Goldstone, che sostiene di non aver potuto tener conto adeguatamente della posizione di Israele a causa del fatto che Israele non ha voluto collaborare ai lavori della commissione. “In realtà – dichiara una fonte governativa – Goldstone ha ricevuto sul suo tavolo un denso dossier preparato dal ministero degli esteri israeliano”.
“Alcuni in Israele si sono chiesti come sarebbe stato il rapporto Goldstone se Israele non lo avesse boicottato – dicono al ministero degli esteri di Gerusalemme – Si chiedono se il risultato sarebbe stato diverso. Ma la risposta l’ha data lo stesso Goldstone quando ha ammesso, in un’intervista al network americano PBS, d’aver ricevuto la relazione di 160 pagine del ministero degli esteri israeliano, contenente dettagli su ogni singola posizione di Israele, comprese immagini e prove degli attacchi di Hamas, dell’uccisione di civili israeliani [prima della controffensiva del gennaio scorso] e degli innumerevoli crimini e violazioni di diritti umani da parte di Hamas. Un rapporto stampato in seimila copie, una delle quali è stata fatta arrivare sul tavolo di Goldstone. Ma non è servita a cambiare nulla”. Alla luce di questo, Gerusalemme sostiene che, quand’anche esperti israeliani si fossero presentati davanti alla commissione, le loro testimonianze sarebbero state totalmente ignorate. “I quattro membri della commissione – dice Yossi Levy, un portavoce del ministero degli esteri – non erano realmente interessati ad andare a fondo delle cose e a farsi un quadro completo della tragedia che Hamas ha provocato in questa regione. Esattamente come hanno visto e del tutto ignorato la nostra relazione scritta, allo stesso modo avrebbero ignorato qualunque esperto mandato da Israele, sempre ammesso che l’avrebbero ascoltato. Abbiamo sentito tutti il racconto di quel testimone israeliano che ha visto il giudice addormentarsi durante la sua deposizione”.

In effetti, israeliani residenti nelle località meridionali attorno alla striscia di Gaza che erano andati a parlare davanti alla commissione a titolo personale, affermano che le loro testimonianze sono state largamente ignorate dal rapporto finale. “C’era da aspettarselo”, dice Noam Bedin, di Sderot, direttore dell’ufficio informazioni della cittadina bersagliata dai Qassam palestinesi. Bedin è stato uno dei 108 testimoni che hanno parlato dai lanci di razzi dalla striscia di Gaza contro i civili israeliani. “Quando mi sono alzato per iniziare la mia deposizione di fronte alla commissione – racconta – mi sono accorto che il presidente, il giudice Goldstone, si era addormentato davanti a me. È stato un momento di grande imbarazzo, ma sono andato avanti a parlare lo stesso pur nella consapevolezza che comunque non avrei avuto molte speranze”. Secondo Bedin, si sapeva che la testimonianza sarebbe stata inutile: “Uno dei giudici aveva già espresso chiaramente in anticipo la sua convinzione che Israele fosse colpevole di crimini di guerra – ricorda – Nella mezz’ora di tempo che mi è stata data dovevo descrivere otto anni di bombardamenti continui. Ho mostrato loro dei filmati, ma è ben difficile spiegare le cose in così poco tempo”. Specie a giudici che hanno già la sentenza in tasca.
Bedin afferma che la commissione ha sbagliato a mettere sullo stesso piano il terrorismo e il diritto di Israele a difendersi, e che questo rende di fatto un servizio a chi vuole legittimare il terrorismo. “Mentre noi insegniamo ai nostri bambini come correre ai ripari nei quindici secondi di tempo da quando scatta l’allarme, Hamas insegna ai loro bambini a correre sui tetti delle case per fare da scudi umani”, dice Bedin.
Alcuni dei cittadini israeliani che hanno testimoniato davanti alla commissione erano stati feriti dai razzi palestinesi prima della controffensiva israeliana. Ma le loro testimonianze sono state escluse dal rapporto finale. La dottoressa Mirela Siderer, di Ashkelon, venne gravemente ferita nel suo ambulatorio, colpito da un missile Grad, e sta per sottoporsi all’ottavo intervento chirurgico. “Non avevo grandi aspettative – dice – per cui non sono rimasta particolarmente delusa. Tuttavia mi sento terribilmente male dopo aver letto il rapporto. Non fanno alcun riferimento agli incidenti che hanno preceduto la campagna anti-Hamas a Gaza, compreso il mio”. Siderer racconta d’aver spiegato alla commissione d’essere un medico che ha spesso curato pazienti palestinesi. “Le cose nel rapporto sono semplicemente orribili, suona come un imbroglio – dice – Ho la netta sensazione che la commissione sia arrivata con la decisione già in testa”.

“La commissione Goldstone è un organismo che è stato creato allo scopo di dichiarare Israele colpevole di reati già stabiliti in anticipo, e i membri della commissione sono stati ben attenti a non farsi perturbare dai fatti”. È quanto ha dichiarato giovedì il ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman, che ha spiegato: “L’unico scopo del rapporto, sin dal momento in cui venne presa la decisione di redigerlo, è quello di demolire l’immagine di Israele, a tutto vantaggio di paesi dove il concetto di ‘diritti umani’ e di ‘etica di guerra’ non compaiono nemmeno nel vocabolario. Posso affermare senza tema di smentite, come può fare chiunque esamini la materia in modo minimamente obiettivo, che le Forze di Difesa israeliane sono uno degli eserciti col più alto standard etico del mondo, nonostante debba affrontare organizzazioni terroriste fra le più spregevoli, che mirano ad uccidere donne e bambini nascondendosi dietro donne e bambini. Il rapporto Goldstone – ha continuato Lieberman – vuole riportare l’Onu agli anni tetri in cui venne dichiarato, anche allora su istigazione di paesi profittatori, che il sionismo equivale a razzismo”, un’affermazione di cui le stesse Nazioni Unite dovettero successivamente rammaricarsi pubblicamente. “Il rapporto Goldstone – ha concluso il ministro israeliano – non ha alcun valore legale, né fattuale, né morale: più che un de profundis per lo stato di Israele è un de profundis per gli autori del rapporto e i loro mandanti”.
“E’ del tutto infondata – ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in una riunione a porte chiuse – la tesi sostenuta dal rapporto secondo cui l’operazione delle Forze di Difesa israeliane sarebbe stata pianificata ed eseguita con l’intenzione di colpire la popolazione civile della striscia di Gaza, e che durante l’operazione stessa le forze israeliane avrebbero compiuto atti intesi a punire, nuocere e intimidire la popolazione nel suo insieme”. E perché mai, allora – si legge in una nota di HonestReporting.com sullo stesso tema – l’esercito israeliano avrebbe lanciato migliaia di volantini di avvertimento e fatto più di 200mila telefonate di pre-allarme a civili palestinesi (fra l’altro mettendo a repentaglio la vita dei propri soldati e il successo delle operazioni), perché avrebbe fermato numerosi attacchi missilistici in prossimità di civili, aperto un intero ospedale da campo ai confini di Gaza per la cura di civili palestinesi, e fatto entrare tonnellate di aiuti umanitari mentre i combattimenti erano in pieno svolgimento?

Secondi i funzionari della Difesa israeliana, il rapporto Goldstone presenta molte altre deficienze. Tra l’altro, riconosce ai terroristi di Hamas il “diritto” di attaccare Israele. E continua a indicare Israele come “potenza occupante”, a più di quattro anni dal completo ritiro di tutti i militari e civili israeliani dalla striscia di Gaza.
Viene inoltre rilevato il fatto che la commissione ha fatto un uso faziosamente selettivo delle evidenze ricevute: quelle a sostegno della posizione israeliana e che mostravano l’illegalità delle attività di Hamas sono state regolarmente accantonate come inaffidabili. Non a caso, invece, le uniche fonti israeliane accolte sono state quelle di B’Tselem, Breaking the Silence e simili. Al punto che, secondo i funzionari della Difesa, il carattere di parte e anti-israeliano della commissione dimostra a posteriori che Israele ha avuto ragione a non collaborare con i suoi lavori.
Anche l’avvocatura militare israeliana, nella persona del generale Avichai Mendelblit, ha denunciato il rapporto Onu come “estremamente prevenuto e senza fondamento nella realtà”. Intervistato da Ha’aretz, Mendelblit ha detto che il rapporto ha anche “palesemente oltrepassato il mandato della commissione”. Mendelblit spiega che le Forze di Difesa israeliane hanno ricevuto un centinaio di querele da parte palestinese e che la polizia militare sta lavorando su 23 linee di indagine, compreso il caso di un soldato che si è impossessato di una carta di credito di un palestinese di Gaza e che è stato condannato a sette mesi e mezzo di detenzione dopo che ha ammesso il reato e restituito il maltolto. “La maggior parte delle rimostranze sulla condotta in combattimento dei militari israeliani – spiega Mendelblit – si sono rivelate falsi allarmi. Abbiamo certamente riscontrati singoli episodi irregolari, ma gli ordini erano ben chiari ad ogni grado e livello: si deve agire in conformità dei principi del diritto internazionale. Quando sono arrivate le prime querele – continua Mendelblit – la gente parlava di reati dovuti a ordini partiti dall’alto. Ebbene, possiamo respingere senza mezzi termini quest’accusa. Abbiamo condotto cinque indagini maggiori e decine di inchieste minori: abbiamo trovato errori e disfunzioni, ma gli ordini e le regole erano chiarissimi a tutti. Quella che è in corso è una campagna, in parte dovuta a ragioni politiche non sempre trasparenti, volta a fare di Israele il cattivo del mondo”.

Scrive Israel Harel (su Haartez del 17.09.09): I regini dittatoriali e le organizzazioni terroristiche hanno avuto di nuovo conferma che nessuna incriminazione internazionale verrà mai mossa contro di loro, mentre invece viene incriminato proprio il paese che cerca di tutelare la moralità umana e militare più di quanto il mondo abbia mai visto fare in condizioni analoghe. E naturalmente vi sono paesi illuminati e organizzazioni liberal che cercano di privare Israele del diritto di difendere la propria popolazione reagendo agli attacchi del terrorismo. L’ideologia condivisa da tutti loro, che il terrorismo contro Israele sia pienamente legittimo, riceve ora l’esplicita approvazione da parte dell’Onu. E tra coloro che se ne rallegrano, impossibile non rilevarlo, non mancano anche delle organizzazioni israeliane, subito intervistate da tutti i mass-media, a cominciare dalla radio delle forze armate israeliane. In Israele suscitano per lo più rabbia e critica. Ma, visto che si schierano contro il loro stato e il loro esercito, sono ascoltatissime in giro per il mondo. E hanno ragione di festeggiare: le loro accuse contro sono state adottate da una commissione ufficiale dell’Onu. Quando si tratta di Israele, l’obiettivo delle organizzazioni non governative e delle agenzie Onu è uno e sempre quello: legare le mani di Israele e impedire alle forze israeliane di combattere il terrorismo. Il modo più efficace e agghiacciante per farlo è indire un processo-farsa contro gli statisti che hanno ordinato operazioni militari anti-terrorismo e contro i militari che le hanno preparare ed eseguite. Per quattro anni (dopo il ritiro da Gaza) Israele ha esitato, senza affrontare di petto l’incubo dei Qassam lanciati sulle sue regioni attorno a Gaza, anche per evitare “processi” internazionali. Poi, ecco che arriva questa commissione Goldstone a confermare i peggiori timori. In pratica essa afferma che, giacché le azioni anti-Hamas coinvolgono anche dei civili, e giacché colpire i civili è sempre e comunque un crimine contro l’umanità, dunque Israele non ha semplicemente più nessuna possibilità di difendersi militarmente dagli attacchi del terrorismo. Così, oltre a gettare benzina sul fuoco dell’odio anti-israeliano, questo rapporto dà anche esplicita luce verde a Hamas perché continui a uccidere i civili israeliani.

(Da: YnetNews, Haartez, Israele.net, HonestReporting, 17.09.09)

Si veda anche:

Sderot Information Center

http://sderotmedia.org.il

Gaza Facts: The Israeli Perspective

http://www.mfa.gov.il/GazaFacts