Con grande sprezzo del ridicolo, Fatah continua a sostenere che Gesù era palestinese

Come è possibile che si continui a tollerare senza battere ciglio questa insolente menzogna antisemita e anti-cristiana?

Yasser Arafat diceva che Gesù è stato il primo shahid (martire) palestinese. Lo scrittore Samih Ghanadreh, intervistato dalla tv dell’Autorità Palestinese, si dice pienamente d’accordo. E l’intervistatore, di rincalzo: “Era palestinese, nessuno lo nega” (clicca per il filmato)

Da anni, l’Autorità Palestinese e Fatah, il movimento che fa capo ad Abu Mazen, continuano a presentare Gesù come un palestinese: serve alla loro zelante campagna per fabbricare un’antica storia palestinese che non esiste, e per cercare di delegittimare Israele anche a costo di consumare un ennesimo esproprio a danno del retaggio storico e culturale ebraico.

Quest’anno non ha fatto eccezione. In occasione del Natale, l’alto esponente palestinese Azzam Al-Ahmad, membro del Comitato Esecutivo dell’Olp e del Comitato Centrale di Fatah, ha nuovamente parlato di Gesù come del “primo palestinese” e ha definito il Natale “uno dei simboli permanenti palestinesi”.

Nella loro opera di costruzione di una storia falsa, Autorità Palestinese e Fatah (e coloro che danno loro credito) ignorano serenamente il fatto che Gesù era ebreo secondo ogni nozione storica e secondo la tradizione e la dottrina cristiana. Sanno, ma tacciono, che l’Impero Romano cambiò in “Palestina” il nome della Terra d’Israele, e della regione di Giudea, solo cento anni dopo Gesù, e che lo fece proprio nel tentativo di cancellare quella testimonianza del legame fra il Paese e gli ebrei.

Incuranti di perpetuare quest’antica operazione anti-ebraica, gli esponenti di Fatah e dell’Autorità Palestinese presentano costantemente Gesù e la madre Maria come palestinesi, e Gesù persino come “il primo profugo palestinese” e “il primo martire palestinese”, come ampiamente documentato da Palestinian Media Watch.

Ecco cosa ha detto Azzam Al-Ahmad parlando a Khan Al-Ahmar (l’agglomerato di baracche abusive eretto da un gruppo di beduini in Area C – cioè sotto piena amministrazione israeliana secondo gli Accordi di Oslo – di cui le autorità israeliane hanno ordinato la demolizione offrendo siti alternativi più tutelati e sicuri):

Azzam Al-Ahmad: “Ogni anno l’accensione dell’albero di Natale riveste molti significati in Palestina… Il Natale è uno dei simboli permanenti palestinesi e il mondo intero segue la Messa a Betlemme… I bambini di Khan Al-Ahmar sono felici dell’accensione di questo albero poiché è il simbolo del primo palestinese, Gesù, la pace sia su di lui. Noi, membri del popolo palestinese, celebriamo il Natale insieme a tutti in terra di Palestina… “.

Le stesse falsità sulla figura di Gesù sono state ripetute da Mustafa Barghouti, Segretario generale di “Iniziativa Nazionale” e membro del parlamento palestinese: “Gesù, che è nato in questa terra, era un palestinese e ha sconfitto la sua sofferenza” (al-Hayat Al-Jadida, quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese, 20.121.18).

Per l’ideologia, la propaganda e persino per le leggi palestinesi, il termine palestinese significa “arabo e musulmano di Palestina”. La Legge fondamentale dell’Autorità Palestinese approvata a Ramallah il 29 maggio 2002 stabilisce:

«Art. 1: La Palestina fa parte del grande mondo arabo e il popolo palestinese fa parte della nazione araba. Il popolo palestinese si adopererà per raggiungere l’obiettivo dell’unità araba.
Art. 4: L’islam è la religione ufficiale della Palestina. I principi della shari’a islamica saranno la principale fonte della legislazione. L’arabo sarà la lingua ufficiale».

E la Carta Nazionale dell’Olp (1-7 luglio 1968) proclama:

«Art. 1: La Palestina è la patria del popolo arabo palestinese, è parte indivisibile della patria araba e il popolo palestinese è parte integrante della nazione araba».

In base a queste definizioni, non c’è alcun modo di definire Gesù di Nazareth come un “palestinese” (cioè un arabo-musulmano nato in un paese che allora nessuno chiamava Palestina) senza recare oltraggio alla verità storica, alla logica, al buon senso e anche alla dottrina cristiana, che infatti afferma:

«Gesù è ebreo e lo è per sempre».
(Da: Commissione per i rapporti religiosi con l’Ebraismo, Sussidi per una corretta presentazione degli Ebrei e dell’Ebraismo nella predicazione e nella catechesi della Chiesa Cattolica, 24 giugno 1986, III-1)

(Da: PMW Bulletin, israele.net, 25.12.18)