Con pieno mandato

Tutte le decisioni sul ritiro da Gaza sono state adottate con regolari strumenti democratici.

Da un editoriale di Ha'aretz

image_602È del tutto infondata l’accusa al primo ministro Ariel Sharon di trascurare il processo democratico nel modo in cui porta avanti l’obiettivo del disimpegno (dalla striscia di Gaza). Il Comitato centrale del Likud, riunito in sessione plenaria, non ha adottato nessuna decisione contro l’attuazione del disimpegno, né ha spogliato il primo ministro della sua autorità di attuare la politica decisa dalla Knesset e dal governo. Nella riunione di giovedì non è nemmeno emersa una chiara contrarietà del Likud al piano diplomatico di Sharon, né l’idea che egli non sia dotato del mandato necessario per attuarlo, dal momento che nessuna decisione del genere è stata adottata dal Comitato centrale. L’unica decisione presa è stata una sorta di raccomandazione a tenere un referendum. Nel frattempo, tutte le decisioni sul ritiro da Gaza e sullo smantellamento degli insediamenti sono state adottate con regolari strumenti democratici, come richiesto dai meccanismi di una democrazia rappresentativa nella quale le decisioni non vengono prese dai referendum o dai comitati centrali dei partiti, bensì da un voto della Knesset e del governo a cui ha partecipato la maggior parte dei rappresentati della nazione. Il Comitato centrale del Likud avrebbe potuto sostituire in qualunque momento la persone alla sua guida, e non l’ha fatto.

(Da: Ha’aretz, 6 March 2005)

Nella foto in alto: il primo ministro israeliano Ariel Sharon durante i lavori del comitato centrale del Likud, Tel Aviv, 3 marzo 2005.