Confini caldi e siti gelidi

Sempre frustrato il sogno degli israeliani di essere trattati come un paese normale.

Alcuni commenti dalla stampa israeliana

image_3492Scrive Eli Avidar su Ma’ariv: «A breve termine l’eventuale caduta del regime di Assad causerà non pochi mal di testa alla sicurezza di Israele. Il confine con la Siria, rimasto calmo per un bel po’ di anni, molto probabilmente si surriscalderà ed è assai probabile che bande di terroristi tenteranno di colpire civili e soldati israeliani così come sta già avvenendo sul confine meridionale con l’Egitto. Ma a lungo termine il cambiamento potrebbe tradursi in un vantaggio per Israele. Senza Assad, l’“asse del male” contro Israele perderebbe la continuità territoriale fra Iran e Libano. Le Guardie della Rivoluzione iraniane e i rappresentanti di Hezbollah non potranno più tanto facilmente rimanere nel paese (alti personaggi della Jihad Islamica sono già fuggiti verso l’Iran) e il sostegno automatico al terrorismo da parte della Siria potrebbe cessare, almeno temporaneamente. In Medio Oriente la Siria non è mai stata una potenza come l’Arabia Saudita o l’Egitto. Tuttavia, per quanto concerne Israele, potrebbe rappresentare il pezzo più importante dell’effetto domino della “primavera araba”.»
(Da: Ma’ariv, 23.7.12)

L’editoriale del Jerusalem Post sottolinea le stringenti misure di sicurezza intorno ai prossimi Giochi Olimpici che vedranno il via venerdì a Londra, e osserva che «in particolare i membri della delegazione israeliana saranno sottoposti a una protezione eccezionalmente rigorosa».
L’editoriale ricorda poi la vicenda della BBC che si rifiuta di citare Gerusalemme come capitale di Israele nel suo sito dedicato alle Olimpiadi. Inizialmente la BBC aveva inserito Israele nel sito senza indicarne la capitale, mentre indicava una inesistente ”Gerusalemme Est” come capitale di un inesistente Stato di Palestina. Come non bastasse, mentre le singole pagine del sito dedicate ai vari paesi arabi erano illustrate con foto piacevoli e serene, la pagina di Israele era illustrata con una scena conflittuale fra israeliani e palestinesi. Solo dopo ripetute e ferme proteste da parte di Israele, la BBC ha leggermente corretto controvoglia il sito citando Gerusalemme come “sede del governo” israeliano, ma accompagnata dalla precisazione che “la maggior parte delle ambasciate straniere hanno sede a Tel Aviv”. Parallelamente, nella pagina “Palestina” veniva precisato che essa “è riconosciuta come paese gareggiante dal Comitato Olimpico Internazionale pur non essendo uno Stato vero e proprio”, mentre Gerusalemme Est diventava la “sede prevista del governo” con la precisazione che “Ramallah fa funzione di capitale amministrativa”.
“Indipendentemente dai progetti politici della BBC – ha dichiarato in una dura nota il sindaco della città, Nir Barkat – Gerusalemme era, è e sarà la capitale di Israele nonché il centro spirituale, politico e fisico del popolo ebraico”.
Al momento in cui vengono scritte queste righe, Israele continua ad essere l’unico paese discriminato dalle acrobazie verbali della BBC, che lo tratta in modo diverso da ogni altro paese che partecipa alle Olimpiadi di Londra.
L’editoriale del Jerusalem Post accosta questo comportamento della BBC a quello del Comitato Olimpico Internazionale che si rifiuta di indire un minuto di silenzio, durante la cerimonia di inaugurazione, in memoria degli atleti israeliani massacrati esattamente quarant’anni fa da terroristi palestinesi alle Olimpiadi di Monaco del 1972. «I fondatori dello Stato d’Israele – scrive il Jerusalem Post – speravano che la creazione di un paese indipendente per il popolo ebraico ne avrebbe in qualche modo normalizzato la posizione. Gli ebrei non sarebbero più stati costretti (senza alternative) a vivere da ospiti in paesi evidentemente appartenenti ad altri popoli. Uno dei simboli di questo processo di normalizzazione è proprio la partecipazione ai Giochi Olimpici. Infatti, quando Israele debuttò alle Olimpiadi di Helsinki nel 1952 si ebbe la netta sensazione che in qualche misura fosse diventato come tutte le altre nazioni. Ma i sentimenti di antisemitismo e di rabbioso anti-israelismo che ancora pervadono gran parte della comunità internazionale fanno sì che Israele venga continuamente preso di mira». E conclude: «Possiamo solo sperare che BBC e Comitato Olimpico Internazionale rinsaviscano senza aspettare che antisemitismo e odio irrazionale verso Israele si dileguino dal mondo.»
(Da: Jerusalem Post, 23.7.12)

Lunedì il Comitato Olimpico Internazionale ha chiesto alla BBC di conformare il suo sito, concepito appositamente per le Olimpiadi, a quello del Comitato Olimpico Israeliano, indicando Gerusalemme come capitale di Israele.

Nell’immagine in alto: le pagine del sito della BBC nella sua prima versione