“Cosa hai imparato al campo estivo? Che Israele non esiste”

Dai ragazzini ai rappresentati diplomatici, l’indottrinamento bellicista palestinese continua a dilagare

Dalla pagina Facebook di Fatah-Ramo di Nablus, 4 luglio 2021 (clicca per ingrandire)

Un ragazzino palestinese che sta frequentando un campo estivo organizzato a Nablus da Fatah (il movimento che fa capo ad Abu Mazen) mostra con orgoglio il disegno della “Palestina” che ha fatto al campo. Naturalmente, la mappa diligentemente tratteggiata dal ragazzino cancella l’intero stato di Israele.

Il disegno del ragazzino corrisponde alla mappa sistematicamente utilizzata dall’Autorità Palestinese in ogni possibile contesto, che presenta tutta la terra, Israele compreso, come “Palestina” da “liberare”. Nella parte superiore del disegno è scritto “Palestina”, a nord c’è scritto “Libano”, a est “Siria” e “Giordania”, a ovest “il Mar Mediterraneo” e a sud “il Golfo di Aqaba”. Israele non c’è.

Le nozioni geografiche del ragazzino sono la coerente conseguenza dell’indottrinamento dell’Autorità Palestinese, volto a inculcare nelle giovani generazioni di palestinesi la convinzione che Israele non ha diritto di esistere all’interno di qualunque confine e che la “Palestina” sarà “liberata dal fiume al mare”.

(Da: palwatch.org, israele.net, 8.7.21)

 

Ma non si tratta solo di ragazzini indottrinati nei campi estivi di Fatah. Durante una cerimonia in onore delle imprenditrici palestinesi ospitata dal Ministero degli affari femminili dell’Autorità Palestinese, il capo della cooperazione presso l’Ufficio di rappresentanza del Canada nell’Autorità Palestinese, Jason Tulk, insieme alla ministra degli affari femminili dell’Autorità Palestinese Amal Hamad, ha consegnato una targa onoraria con la forma della mappa della “Palestina” che cancella completamente lo stato di Israele.

Dal quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese Al-Hayat Al-Jadida, 31.3.21: il rappresentante del Canada Jason Tulk e la ministra dell’Autorità Palestinese Amal Hamad consegnano la targa a forma di Palestina (clicca per ingramdire)

In altri termini, il rappresentante ufficiale di un paese che si considera amico di Israele ha accettato di distribuire la mappa che l’Autorità Palestinese utilizza in ogni possibile contesto (dai libri di scuola, ai loghi ufficiali, alle vignette sul suo quotidiano ufficiale e così via), avallando e legittimando implicitamente la visione dell’Autorità Palestinese di un mondo dove esista solo una “Palestina” araba dopo la distruzione dello stato di Israele.

Quando il ministro degli esteri canadese Marc Garneau mette in guardia Israele dall’insistere con atti che definisce “provocatori” (come ha riferito il Jerusalem Post lo scorso 6 luglio), c’è da chiedersi se non consideri più che “provocatorio” l’uso da parte di un suo rappresentante presso l’Autorità Palestinese di un simbolo che evoca inequivocabilmente l’aspirazione a cancellare dalla faccia della terra l’unico stato nazionale del popolo ebraico.

(Da: palwatch.org, israele.net, 7.7.21)