Costruire un pezzetto di pace con la musica ebraica e araba

? lambizione del Groupeace di Ariel Nishri, 39enne figlio darte israeliano

image_1399Sebbene l’idea di ebrei ed arabi che fanno musica insieme sia abbastanza comune, l’iniziativa Groupeace di Ariel Nishri ha piani più grandiosi e più globali. “Sto cercando di riunire musicisti da Israele e da tutti i paesi arabi affinché suonino insieme, sia in Medio Oriente che nel resto del mondo – dice Nishri – La musica è il linguaggio universale, un ponte tra culture e persone con diverse origini etniche. I musicisti non hanno problemi a parlare la stessa lingua”.
Per il trentanovenne Nishri l’attività artistica collegata alla pace è ereditaria. Sua madre, Drora Havkin, era una cantante cresciuta negli anni ’30 nella Città Vecchia di Gerusalemme, quando esistevano ottime relazioni con i residenti arabi. “Era sempre cosciente della sofferenza causata dalle guerre, senza alcuna connotazione politica” dice Nishri, aggiungendo che questo non le impedì di aiutare a tenere alto il morale dei soldati israeliani durante la guerra. “Durante la Guerra del Kippur, nel 1973, le mie sorelle ed io non vedemmo nostra madre per due mesi. Era occupata a cantare per le truppe sul lato egiziano del canale di Suez.”
Parte degli anni formativi Nishri li trascorse con sua madre in Olanda, anche se lei ritornò in Israele nel 1984 lasciando il 17enne Nishri a finire la scuola superiore prima di tornare in Israele per il servizio militare. Più o meno in quel periodo, Drora Havkin cominciò ad interessarsi alle sinergie musicali con gli artisti arabi locali.
“Quando avevo 17 anni, e vivevo ancora in Olanda, mia madre fece un viaggio in Israele e si innamorò della città di Rosh Pina in Galilea. Ritornò ad Amsterdam e mi informò che avrei terminato i miei studi senza di lei, che sarebbe andata a vivere a Rosh Pina. Non aveva senso che io andassi a finire gli studi in Israele dopo cinque anni in Olanda. Non me ne importava. Avevo soldi e una macchina a disposizione. E mi piaceva vivere ad Amsterdam.”
Drora presto formò un’équipe con il duo di percussionisti arabi della Galilea Salem Darwish e con il violinista George Samaan, e cominciarono ad esibirsi in tutto il paese. “Ho fatto qualche ricerca e, per quanto posso vedere, Drora, Salem e George furono la prima band ebraico-araba a trasmettere il messaggio che possiamo tutti andare d’accordo, per esempio, facendo musica insieme. Non c’era intento politico. Per quanto li riguardava, se 300 persone del pubblico passavano un’ora o due ad ascoltare arabi ed ebrei fare musica insieme sullo stesso palcoscenico, e uscivano soddisfatti, allora i musicisti avevano fatto il loro lavoro. Per Drora, Salem e George era tutto lì. Ed è quello che sto cercando di fare con Groupeace”.
Purtroppo, Drora morì improvvisamente nel 1995, e nel marzo di quest’anno Nishri,la sua partner Yifat e la sorella Shiri hanno organizzato un concerto a Tel Aviv come tributo alla sua memoria, con la partecipazione di molti importanti artisti ebrei ed arabi nel campo della musica pop, rock ed etnica, e naturalmente Darwish e Samaan. “Mentre lavoravamo per il concerto, cominciammo a renderci conto che incontravamo molte band e musicisti che a Drora sarebbero piaciuti: band come Hisham and Friends. Sembrava che ci fosse da ottenere molto di più da ebrei ed arabi e da gente di tutte le etnie, che facevano musica e vivevano insieme”.
Hisham and Friends si sono esibiti recentemente alla Melchett Villa, sulle rive del lago di Tiberiade, insieme a molte altre band di ebrei e di arabi. L’Hisham in questione è un suonatore giordano di oud che si chiama Hisham Abu-Me’iteg e che, sfortunatamente, non ha potuto partecipare allo spettacolo, anche se il chitarrista principale della band Assi Givati, anch’egli membro dello spettacolo Shotei Hanevuah, uno dei principali in Israele, assicura che non c’è stata nessuna ragione politica. “E’ stata solo burocrazia – dice – E’ stato un vero peccato che Hisham non ce l’abbia fatta. Ma da allora ci siamo esibiti insieme in tutto il paese. Siamo grandi amici, oltre a fare musica insieme”.
Abu-Me’iteg e Givati si conobbero per caso nel deserto di Giudea, vicino all’oasi Ein Gedi. “Cominciammo subito a suonare insieme e tutto andò per il meglio – ricorda Givati – Non c’erano barriere tra noi, né bisogno di spiegazioni”.
Per Givati, Hisham and Friends (che comprende tre ebrei, un musulmano ed un arabo cristiano di Nazareth) è il succo di Groupeace. “La musica lega noi ed altre persone. Sono i generali ed i politici che danno fastidio. Io ho passato un mese a casa di Hisham in Giordania e lui è stato da me in Israele. Non è solo che siamo amici. Si tratta di dimostrare che chiunque può andare d’accordo, quali che siano le radici etniche, culturali o religiose”.
Il violinista cristiano nazareno del gruppo, Ihab Nimer, è pienamente d’accordo con Givati. “La musica è solo musica – dice Nimer – Io vengo da un background arabo di musica classica, ma non ho problemi a suonare con musicisti ebrei, musulmani, cristiani o altro, che provengono da una diversa area musicale”.
Nel frattempo Nishri sta cercando di portare il suo Groupeace in giro per il mondo. Al momento sta negoziando un progetto con un importante autore di canzoni e un produttore di dischi di Londra, col progetto di registrare cantanti israeliane e le loro controparti di diversi paesi arabi. “E’ una specie di Singing for Peace – dice Nishri – L’ idea è che una cantante ebrea inviti una cantante araba a registrare un duetto con lei, e vice versa. Le registrazioni avranno luogo a Londra, in Israele e nei paesi arabi delle cantanti. Sarà una specie di compilation di culture incrociate. Io spero che aiuterà a divulgare il messaggio di Groupeace. Questa è una coproduzione ebraico-arabo-cristiano-musulmana. Ci siamo tutti dentro, per il bene di tutti”.
Naturalmente bisogna tener conto di alcuni problemi logistici e, inevitabilmente, politici. “Ci sono musicisti che non possiamo assolutamente portare in Israele, per esempio gli iraniani. Ma possono esibirsi insieme in altre parti del mondo – spiega Nishri – Mia madre non si faceva grandi illusioni sulla fine di tutte le guerre o sul cambiare il mondo dopo un concerto o due; ma lei, Salem e Gorge, ed altri come loro, cercarono di creare quella che chiamavano ‘pace dentro’ E questo ci basta”.

(Da: Israel21c, 03.10.06)

Nella foto in alto: Assi Givati and Ihab Nimer, della Hisham and Friend, si esibiscono alla Villa Melchett, sul mare di Galilea.