Cubi nuovi per Abu Mazen

Vi sono delle novità, nel panorama di Sderot, che ben simboleggiano la natura del presunto cessate-il-fuoco.

Da un editoriale del Jerusalem Post

image_689Vi sono delle novità, nel panorama cittadino di Sderot, che ben simboleggiano la natura del presunto cessate-il-fuoco dichiarato dal presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen). Nei giorni scorsi le Forze di Difesa israeliane hanno iniziato a posizionare dei brutti cubi di cemento in tutti i quartieri. Ne sono già stati installati trenta, e non sono tutti. Si tratta dell’ultima risposta difensiva d’Israele ai missili Qassam che vengono di nuovo lanciati sulla piccola, sonnolenta città meridionale, una città che sorge all’interno della Linea Verde (la ex linea armistiziale dal 1949 al 1967), ma anche abbastanza vicina alla striscia di Gaza da rappresentare una tentazione irresistibile di bersagliarla. La cittadinanza locale viene invitata a correre verso queste strutture e accucciarsi sotto di esse ogniqualvolta sentano un missili arrivare. Chiaramente non si tratta di un gran rimedio. (…)
L’unico che può evitare il disastro è Mahmoud Abbas (Abu Mazen), un disastro – è appena il caso di aggiungere – che travolgerebbe anche lui. Tutto quello che deve fare è ciò che prevede la Road Map e che egli finora si è regolarmente rifiutato di fare: combattere il terrorismo. Non ha bisogno di elicotteri e corazzati russi, né di addestramento americano o consiglieri egiziani. Ha ripetutamente promesso che avrebbe garantito che solo le sue forze di sicurezza fossero armate, e che esse portano quelle armi per imporre la sua autorità elettiva e mettere in atto il suo impegno di far rispettare legge e ordine. Ne ha la legittimità e i mezzi. Evidentemente ciò che gli manca, purtroppo, è la volontà.

(Da: Jerusalem Post, 8.05.05)