Da Israele al Ghana per coltivare l’energetica jatropha

Un metodo innovativo israeliano per produrre biocarburante potrebbe ridimensionare il potere del petrolio mediorientale

image_2310Non sarà facile arrestare la dipendenza americana dal petrolio estero e diminuire il grande potere di mercato esercitato dai produttori di petrolio del Medio Oriente. Ma è proprio questo che si ripromette di fare Doron Levi, COO della compagnia di energia alternativa Galten Global Alternative Energy, intervistato telefonicamente dal Ghana dove soprintende a un progetto per ricavare carburante dai semi di una pianta Africana perenne, la jatropha.
La jatropha, spiega Levi, è ricca d’olio e non è in competizione con le coltivazioni alimentari, il che la rende ideale per il biocarburante. In Ghana sta lavorando con personale locale, una trentina di persone, per coltivare un terreno di 250 acri che potrebbe dare vita a una delle più importanti riserve di biocarburante al mondo.
La Galten si trova in Israele, ma i fondatori della compagnia hanno deciso di operare in Ghana, dove già cresce la jatropha (Jatropha curcas). “Stiamo lavorando secondo i piani per coltivare le piante di jatropha. Abbiamo costruito un vivaio, ma in Africa non è facile” dice Levi, ricordando che in quella zona ci sono serpenti particolarmente pericolosi.
Nonostante le difficoltà – e i serpenti – Levi ritiene che la compagnia abbia fatto qualcosa di speciale. “E’ una situazione dove hanno tutti da guadagnare: buona per il mondo, buona per la gente”, spiega.
Con un leasing di mezzo milione di acri di terra in Ghana, i fondatori di Galten – Levi e il suo partner Shlomi Jonas, ora CEO di Galten – hanno grandi progetti per i semi di jatropha come biocarburante. Benché il metodo di estrazione sia segreto, dice Levi, gli esperti sanno già che la pianta di jatropha , che vive dai 30 ai 40 anni, è una ricca fonte di biocarburante. I suoi semi hanno un contenuto di olio di circa il 35%, ma ci sono limitazioni industriali per estrarlo.
Secondo il sito web di Galten, solo una tonnellata di biocarburante può essere estratta da 2,5 acri di colture alimentari come mais o soya, mentre si possono produrre tre tonnellate di biocarburante sulla stessa superficie di terreno coltivando piante di jatropha. Levi ritiene che Galten sarà in grado di cominciare a produrre biocarburante tra due o tre anni: “Come si fa esattamente, beh è il nostro segreto”, dice.
Le piante di jatropha, che non vengono mangiate dagli animali, sono vigorose e tollerano bene siccità e parassiti; vengono solitamente usate come siepi per dividere le coltivazioni dai pascoli. E’ una pianta a crescita lenta, nativa del Sud America, ma largamente usata in America Centrale, Africa ed Asia.
Galten è stata fondata nel 2006 e ha base a Kadima, in Israele. Secondo i loro calcoli, il metodo di estrazione della Galten non solo produce una fonte di biocarburante di qualità superiore, ma riduce anche l’emissione di biossido di carbonio, ritenuto e immagazzinato dalla pianta stessa.
In seguito, anche gli steli e altre biomasse create dalla pianta potrebbero essere utilizzati come biocarburante. Galten sta lavorando in questa direzione nel suo dipartimento Ricerca e Sviluppo.
I fondatori di Galten sono ambiziosi e hanno ottenuto un finanziamento iniziale di 10 milioni di dollari dall’Xpert Financial Group situato in Israele. Alcune compagnie internazionali sono già interessate, come la brasiliana Petroleo Brasileiro e una raffineria in Europa.

(Da: Ha’aretz, israel21, 14.10.08)

Nell’immagine in alto: La Jatropha curcas