“Dagli all’ebreo”. Ecco come si alimenta odio e conflitto

La TV dell’Autorità Palestinese ha trasmesso 19 volte in 3 giorni un video dove Abu Mazen esorta alla violenza contro gli israeliani a Gerusalemme

La tv dell’Autorità Palestinese ha prodotto un breve video nel quale si vede il presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen) che esorta i palestinesi a impedire “in ogni modo” agli ebrei di recarsi sul Monte del Tempio, a Gerusalemme. Significativamente, la tv dell’Autorità Palestinese ha trasmesso il filmato almeno 19 volte in soli 3 giorni.

Confezionando il video, gli autori della tv dell’Autorità Palestinese hanno scelto la parte di un discorso di Abu Mazen dello scorso 17 ottobre in cui il presidente palestinese esortava implicitamente gli arabi di Gerusalemme a usare la violenza contro gli israeliani. Nel video Abu Mazen afferma che la presenza degli ebrei sul Monte del Tempio, considerato sacro sia dagli ebrei che dai musulmani, “contamina” il luogo sacro islamico e deve essere impedito “in ogni modo”. Da sempre in tutta la pubblicistica palestinese espressioni come “in ogni modo” e “con tutti i mezzi” indicano il ricorso alla violenza e al terrorismo.

Abu Mazen: «Non basta che diciamo: “Ci sono quelli che fanno la ribat” [guerra a difesa delle frontiere dell’islam]. Tutti noi dobbiamo fare la ribat nella moschea al-Aqsa. Non basta che diciamo: “Sono arrivati i coloni [gli ebrei]”. Sono arrivati e non devono venire al Santuario [Monte del Tempio]. Dobbiamo impedire loro in ogni modo di entrare nel Santuario. E’ il nostro Santuario, la nostra moschea di al-Aqsa, la nostra Chiesa. Loro non hanno alcun diritto di entrarvi. Non hanno alcun diritto di contaminarlo. Dobbiamo impedirglielo. Affrontiamoli a petto nudo per difendere i nostri luoghi santi». Il video si conclude con l’immagine di Gerusalemme e le parole: “Gerusalemme araba”. (Da: TV ufficiale dell’Autorità Palestinese 17-19 ottobre 2014).

Abu Mazen ha tenuto questo discorso a un raduno di Fatah e il video, nel quale gli autori della tv dell’Autorità Palestinese hanno inserito solo l’appello implicito alla violenza, venne trasmesso la sera stessa poco prima del telegiornale. Nei tre giorni successivi il video che esorta alla violenza per impedire agli ebrei di “profanare” la spianata del Monte del Tempio e la moschea di al-Aqsa è stato trasmesso 19 volte, mentre a Gerusalemme si moltiplicavano i tafferugli arabi. Nel frattempo una bambina israeliana di tre mesi e una donna ecuadoregna di 22 anni venivano uccise in un attentato terroristico a Gerusalemme, e un giovane arabo rimaneva ucciso dai soldati mentre attaccava le auto israeliane a colpi di bombe molotov. Al momento in cui scriviamo i disordini continuano e ogni giorno il quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese Al-Hayat Al-Jadida getta benzina sul fuoco. Ad esempio, pubblicando vignette come questa, che raffigura un soldato israeliano che decapita la Cupola della Roccia di Gerusalemme.

Da Al-Hayat Al-Jadida, 10.10.14

Da Al-Hayat Al-Jadida, 10.10.14

 

Anche Fatah alimenta l’odio pubblicando sulla sua pagina Facebook immagini come questa, che presenta come cani rabbiosi gli israeliani attorno alla moschea di al-Aqsa (sul Monte del Tempio).

Dalla pagina Facebook di Fatah

Dalla pagina Facebook di Fatah

 

Non è la prima volta che un capo palestinese invita la popolazione a “difendere” la moschea di al-Aqsa. Quando, nell’ottobre 2000, l’allora leader dell’opposizione israeliana Ariel Sharon fece una visita alla spianata del Monte del Tempio (concordata con l’Autorità Palestinese), anche Yasser Arafat come Abu Mazen definì una “profanazione” la presenza di ebrei israeliani in quel sito, allo scopo di scatenare la violenza contro Israele. Il suo appello contribuì ad innescare cinque anni di terrorismo, con linciaggi e attentati suicidi, costati la vita a 1.200 israeliani. Tutt’ora i palestinesi chiamano quella campagna terroristica “intifada di al-Aqsa”, ed oggi fanno già riferimento alle violenze “a difesa della moschea” come a una nuova “intifada”. Lo ha fatto ad esempio Tayseer Khaled, membro del Comitato esecutivo dell’Olp e dell’Ufficio politico del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina, quando ha proclamato che “l’intifada di Gerusalemme” continuerà a causa delle visite di ebrei al Monte del Tempio, da lui definito “piazza al-Aqsa” (Al-Hayat Al-Jadida, 26.10.04).

(Da: PMW Bulletin, 28.10.14)

 “Quando Abu Mazen incita all’omicidio di ebrei – ha detto martedì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu – la comunità internazionale resta zitta. Invece quando noi costruiamo a Gerusalemme, saltano su tutti a dire che si allontana la pace. Bisogna rifiutare questa logica: non è vera, non è giusta e va contro ogni concetto di pace”.