Dennis Ross: Situazione instabile, rischi di guerra

Fatah deve cambiare se vuole prevalere su Hamas, dice l’ex negoziatore americano

image_1757“Penso che vi sia un rischio di guerra fra Israele e Siria già da questa estate”. Lo dice in un’intervista a Ynetnews Dennis Ross, il diplomatico americano che è stato negoziatore e inviato speciale della Casa Bianca in Medio Oriente per tutti gli anni ’90. “Nessuno ha preso la decisione (di entrare in guerra) – spiega Dennis Ross – ma i siriani si stano disponendo come per una guerra”.
Ross critica l’amministrazione Bush per essere, rispetto a Damasco, “dura a parole e morbida nella pratica”. “Così otteniamo il peggio sue entrambi i versanti – dice – I siriani non vedono cosa avrebbero da perdere persistendo con il loro atteggiamento e cosa guadagnerebbero cambiandolo. La Siria ha riarmato Hezbollah fino ai denti e per questo dovrebbero pagare un prezzo” insiste Ross, sottolineando che, in questo senso, l’amministrazione Bush non ha nemmeno messo in pratica il suo stesso Syria Accountability Act. Secondo Ross, Stati Uniti ed Europa dovrebbero puntare a “fare pressione sull’economia siriana” adottando una politica “del bastone prima della carota” nei loro rapporti con il regime di Damasco.
Per quanto riguarda le relazioni fra Siria e Israele, Ross dice che Gerusalemme “ha i suoi mezzi per comunicare” con Damasco, e che non parlare con la Siria fa solo aumentare le chance di guerra, mentre “quando si parla, ciò riduce le possibilità di una conflagrazione”.
Ross mette in guardia inoltre dai pericoli che corre Israele a seguito della presa del potere da parte di Hamas nella striscia di Gaza. “Non condivido l’opinione (del primo ministro israeliano Ehud Olmert) secondo cui ci troveremmo davanti a una nuova opportunità… dovrebbe esservi invece un nuovo senso di urgenza”.
La rivalità fra Fatah e Hamas “è di grande importanza. Se Hamas dovesse prendere il sopravvento, il conflitto diventerebbe di natura religiosa. Israele ha un grandissimo interesse alla natura del conflitto”.
Fatah resterà in carica in Cisgiordania solo se saprà cambiare, aggiunge Ross, ricordando che essa perse le elezioni nell’Autorità Palestinese perché aveva perso la fiducia dei palestinesi. Fatah “deve porre fine alla sua immagine e alla sua realtà di corruzione… Deve mostrare che è in grado di procurare una vita migliore per i palestinesi e conseguire le loro basilari aspirazioni nazionali. In caso contrario, finirà col perdere la Cisgiordania”.
Secondo Ross, spetta anche a Fatah l’onere della lotta contro il terrorismo. “Se la situazione della sicurezza non cambierà, tutte le belle parole non serviranno a niente. Deve esservi coordinamento fra Israele e Fatah, ma è Fatah che deve mostrarsi all’altezza”.
Secondo l’ex negoziatore americano, Stati Uniti e Tony Blair, il nuovo inviato in Medio Oriente del Quartetto (Usa, Ue, Russia, Onu), possono contribuire a rafforzare le istituzioni palestinesi. “Tuttavia – aggiunge – occorrerà vedere Fatah esercitare la sua leadership”.
L’aministrazione Bush dovrebbe concentrarsi “sui diciotto mesi che le restano per garantire che Fatah si trovi in condizioni migliori rispetto a Hamas”.
Ross critica l’amministrazione Bush anche per la sua passività durante il ritiro unilaterale israeliano dalla striscia di Gaza nell’estate del 2005. A suo parere, Washington avrebbe dovuto assumere come priorità quella di cercare di coordinare con Fatah il ritiro affinché esso non si riducesse ad un abbandono di Gaza da parte di Israele fatto “buttando alla fine la chiave al di là della barriera”.
Ross dice infine che l’occidente dovrebbe accelerare le sanzioni contro l’Iran per fermare il suo programma nucleare. “Abbiamo una diplomazia al rallentatore a fronte del loro sviluppo nucleare a passo di corsa” dice, sostenendo che l’Europa non esercita pressioni economiche sufficienti “per destare l’attenzione della dirigenza iraniana”. Ross dubita che le sanzioni economiche possano dissuadere il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, tuttavia confida che altri all’interno della dirigenza iraniana ne prenderebbero atto e si adopererebbero per un mutamento della politica del loro paese.

(Da: YnetNews, 6.07.07)

Nella foto in alto: Dennis Ross