Dhimmitudine: l’inizio della fine?

Si profila un cambiamento culturale e politico rivoluzionario per Israele, il Medio Oriente e la scena mondiale

Di Mordechai Nisan

Mordechai Nisan, dell'Università di Gerusalemme, autore di questo articolo

Mordechai Nisan, dell’Università di Gerusalemme, autore di questo articolo

Stiamo assistendo di questi tempi a uno degli sviluppi più straordinari nella configurazione storica dei rapporti tra ebrei, cristiani e musulmani. I cristiani in Galilea (la regione settentrionale d’Israele) stanno coraggiosamente recuperando e promuovendo la loro identità non-araba e pre-islamica

come una vecchia/nuova narrazione collettiva mediorientale aramea/aramaica. Si tratta di una novità culturale e politica dirompente che riveste un significato rivoluzionario per Israele, per il Medio Oriente e per la scena mondiale.

Sotto la guida di padre Gabriel Nadaf, un sacerdote ortodosso originario di Yafia, presso Nazareth, e di Shadi Khalloul, un attivista cristiano maronita di Gush Halav, ufficiale riservista dell’esercito israeliano, è stato costituito il “Forum Cristiano per l’arruolamento nelle Forze di Difesa israeliane”. Mentre tutti i cittadini non-ebrei in Israele, eccetto drusi e circassi, sono esonerati dalla leva militare obbligatoria, con il Forum è stata intrapresa un’inedita operazione promozionale volta a incoraggiare un maggior numero di giovani cristiani ad arruolarsi volontariamente. Questa iniziativa esprime il desiderio sia di servire lo Stato che di integrarsi appieno nella società israeliana, diffondendo l’idea che i cristiani si sentono impegnati in prima persona per la sicurezza e il benessere dello Stato ebraico d’Israele di cui sono cittadini a pieno titolo.

Mentre gli arabi cristiani fuggono da Iraq, Siria, Egitto, Autorità Palestinese, in Israele vi sono arabe cristiane arruolate volontarie che comandano unità delle forze armate

Mentre gli arabi cristiani fuggono da Iraq, Siria, Egitto, Autorità Palestinese, in Israele vi sono arabe cristiane arruolate volontarie che comandano unità delle forze armate

Motivazione e significato di questa campagna cristiana hanno un valore di grande rilievo. Dai primi giorni della guerra araba contro il sionismo, più di cento anni fa, sino al rifiuto palestinese, oggi, di uno stato ebraico, il grosso della comunità cristiana si era sempre allineata con i musulmani in quanto “fratelli arabi”. I partiti nazionalisti arabi, dal precursore partito comunista all’attuale Balad, sono stati guidati e rappresentati sia da cristiani che da musulmani. In effetti, anzi, il generale movimento moderno di rinascita nazionale araba in tutto il Medio Oriente fu spesso ispirato da alcuni audaci ideologi e politici cristiani come Michel Aflaq e Costantino Zurai. In Israele, le città e le borgate miste musulmano-cristiane come Turan e Ibelin, Eilaboun e Nazareth, sono state tradizionalmente dipinte come bastioni di fratellanza e solidarietà araba, nonostante il divario religioso in fatto di matrimoni e costumi. Ora invece il Forum Cristiano ha iniziato a diffondere un messaggio chiaro e pressante che demolisce l’edificio della (presunta) unità araba.

La struttura religiosa e giuridica che si è imposta durante e sotto l’islam ha stabilito il predominio musulmano su ebrei e cristiani, definiti e squalificati come residenti dhimmi: tollerati, ma di rango inferiore. Pur preservando fede e integrità delle rispettive comunità, i dhimmi erano sottoposti ad una esorbitante e umiliante rapacità fiscale e a una precaria dipendenza dai capricci di califfi, sultani, emiri e wali musulmani. Episodi di stragi e conversioni forzate hanno fatto parte per molti secoli della condizione di vittime sotto supremazia musulmana subita dagli ebrei nello Yemen, in Marocco, in Libia, in Iraq. Lo stesso vale per i cristiani in quelle che erano state, prima dell’inizio delle conquiste arabe, popolazioni a maggioranza cristiana sia in Egitto che in Siria.

Un’insegna che accoglie i non musulmani a Nazareth: “Chi vuole una religione diversa dall’islam, il suo culto non sarà accettato, e nell’altra vita sarà tra i perdenti. Sacro Corano [3:85]”. Sulla destra, la Basilica cristiana dell’Annunciazione

Il movimento sionista e lo Stato di Israele rappresentano, in epoca moderna, il movimento di liberazione nazionale ebraico contro il colonialismo musulmano in Palestina e l’imperialismo arabo in Medio Oriente. [Ideologie come il pan-arabismo e il pan-islamismo più che movimenti di liberazione nazionale incarnano moderne versioni della millenaria tradizione imperiale del Medio Oriente. Cfr. Efraim Karsh, Inari Karsh, Empires of the Sand. The Struggle for Mastery in the Middle East, 1789-1923, Cambridge, Harvard University Press, 1999].

Il successo di Israele rappresenta la vittoriosa resistenza del movimento nazionale ebraico nella sua patria storica. In quanto tale, essa ha significato la scomparsa di quel debilitante complesso mentale fatto di paura e senso di inferiorità che è stato appropriatamente definito “dhimmitudine”, e che aveva sfregiato l’animo di generazioni di ebrei mediorientali, ed anche di cristiani mediorientali. Dai villaggi di Yafia e Gush Halav è suonata la campana della libertà. Una nuova coscienza di sé si diffonde tra i 160.000 cristiani d’Israele: costituiscono solo il 2% della popolazione israeliana, ma il loro numero è in aumento, in netto contrasto con l’uccisione e la fuga in massa dei cristiani da Iran, Iraq, Siria ed Egitto. Storicamente i cristiani sono stati massacrati dai musulmani in Turchia e Sudan. In Israele sono cittadini rispettati e vivono una vita sicura e prospera, tanto che godere di questa situazione suscita il senso di un debito morale di ripagare.

Nessuno può dubitare che, se vi fosse una Palestina araba al posto di un Israele ebraico, i cristiani di Mei’liya e Fassuta verrebbero cacciati, nel migliore dei casi, al di là dei confini. Già adesso, com’era prevedibile, gli arabi musulmani hanno avviato una campagna di intimidazione contro l’emergente mutamento delle alleanze cristiane in Israele.

Lina Mahoul, 19 anni, araba cristiana di Acco (Israele), ha vinto nel 2013 la seconda edizione della popolare competizione canora The Voice

Lina Mahoul, 19 anni, araba cristiana di Acco, ha vinto nel 2013 la seconda edizione della popolare competizione canora israeliana “The Voice”

Il Forum Cristiano in Israele, benché abbia una valenza soltanto locale, offre tuttavia un precedente convincente e una orgogliosa novità per l’Occidente che deve promuovere la cooperazione ebraico-cristiano contro le forze musulmane più estremiste, come in Europa. Come ha sostanzialmente distrutto i grandi centri storici cristiani in Medio Oriente, allo stesso modo l’islam minaccia il carattere culturale e l’indipendenza politica dell’Europa cristiana.

Un’ombra di dhimmitudine si sta diffondendo sull’Europa, ma la valorosa posizione assunta da alcuni cristiani in Galilea indica la direzione per coltivare un’autentica sintonia ebraico-cristiana globale, rompendo il vecchio patto islamo-cristiano che nasceva delle aspirazioni universalistiche dell’islam e dalla sua sete di potere. E’ un momento della verità e di riconciliazione in Israele, con i cristiani che iniziano a vedere negli ebrei la legittima sovranità e dei  fratelli nella lotta.

(Da: Jerusalem Post, 4.1.14)

Si veda anche:

Araba, cristiana, israeliana, fiera di difendere il suo paese e la sua casa