Dolorose concessioni in nome della pace

Breve scheda storico-informativa su ciascuno dei 25 villaggi israeliani interessati dal piano di sgombero da striscia di Gaza e Cisgiordania settentrionale.

image_833La pace, obiettivo fondamentale della tradizione ebraica, è da sempre l’obiettivo politico esplicito dello Stato di Israele. Israele ha cercato a lungo di arrivare alla pace con i suoi vicini arabi e in particolare con i palestinesi. La grande sfida nel fare la pace risiede nel fatto che si tratta di un processo che si auspica non si concluda semplicemente con la cessazione delle ostilità tra ex nemici, bensì con l’inizio di un nuovo rapporto di coesistenza. L’obiettivo ultimo di Israele è stabilire relazioni di buon vicinato con il futuro stato palestinese.
Sullo sfondo di più di quattro anni di stragi terroristiche, Israele ha avviato il suo piano di disimpegno dalla striscia di Gaza e parte della Cisgiordania settentrionale allo scopo sia di migliorare la propria sicurezza, sia di rimettere in moto il processo di pace con i palestinesi. Affinché abbia la possibilità di funzionare, il piano richiede un considerevole sacrificio da parte di circa 1.700 famiglie, per un totale di circa 8.000 persone, che dovranno lasciare le case e le attività che si erano costruite nell’arco di vari decenni.
Nell’immediato, sono questi israeliani delle colonie che dovranno pagare gran parte del prezzo per la pace. Erano stati incoraggiati dai precedenti governi israeliani ad insediarsi su terre aride e trascurate per trasformarle in case, giardini e fattorie con lo stesso spirito pionieristico che a suo tempo contribuì a creare le basi dello Stato di Israele. Ora viene chiesto loro di abbandonare queste realizzazioni in nome di un bene più grande.
Molti di loro, arrivati nella striscia di Gaza come giovani coppie, devono ora affrontare il trauma di lasciare le proprie case insieme a figli e nipoti per i quali la striscia di Gaza è stata terra natale e unico luogo di residenza in tutta la loro vita.

Di seguito si riporta una sintetica descrizione dei 25 villaggi coinvolti dal Piano di Disimpegno israeliano al solo scopo di ricordare a che cosa gli israeliani stanno rinunciando in nome della pace.

Striscia di Gaza

I villaggi del Blocco Katif (Gush Katif)

Bedolah
Moshav (villaggio cooperativo) fondato nel 1986 nell’ambito del movimento dei moshav religiosi Hapoel Hamizrahi e del movimento giovanile nazional-religioso Bnei Akiva, oggi Bedolah conta 33 famiglie per una popolazione totale di circa 220 persone. La maggior parte dei membri si dedica alla coltivazione in serra di peperoni, pomodori e altri ortaggi per il mercato locale e per l’esportazione. Negli ultimi anni nel moshav si sono stabiliti alcuni neo-immigrati dalla Francia aggiungendo un ulteriore elemento di varietà culturale.

Bnei Atzmon
Fondato nel 1978 in seguito agli Accordi di pace di Camp David fra Israele ed Egitto, Bnei Atzmon è un moshav religioso misto collettivo/privatizzato, composto da 70 famiglie per un totale di più di 500 persone. Il villaggio dispone di un sistema educativo ben sviluppato che serve 550 allievi dall’asilo nido alla scuola superiore. Bnei Atzmon possiede più di 5.000 dunam (1.250 acri) di campi coltivati, 12 dunam (3 acri) di allevamenti, un caseificio, un’azienda edilizia e un vivaio agrario considerato uno dei più avanzati di tutta la regione.

Gadid
Fondato nel 1982 da un gruppo di 22 famiglie del Bnei Akiva (movimento giovanile nazional-religioso), Gadid conta oggi circa 60 famiglie, più altre 15 famiglie francesi che risiedono in un centro di assorbimento per neo-immigrati. A differenza degli altri insediamenti agricoli nella striscia di Gaza, le serre originali di Gadid vennero costruite accanto alle abitazioni. Con la crescita dell’agglomerato, altre serre vennero aggiunte al di fuori dell’area residenziale, comprese quelle gestite dalla famiglia Berbie che produce erbe medicinali. Circa il 60% delle erbe esportate da Israele viene da Gush Katif.

Gan Or
Affiliato al movimento di moshav religiosi Hapoel Hamizrahi, Gan Or venne fondato nel 1983 da un gruppo di laureati appartenenti al Bnei Akiva e al movimento hesder yeshiva (giovani che combinano servizio militare e studi religiosi in seminari yeshiva). La maggior parte delle 50 famiglie si guadagna da vivere coltivando ortaggi nelle serre, gli altri si dedicano alle libere professioni. Il villaggio, che di recente ha completato la costruzione di una sinagoga e di un adiacente salone per eventi comunitari, ospita anche il college femminile Tohar che offre studi religiosi e corsi alla Open University e al campus universitario della università Bar-Ilan nella vicina città israeliana di Ashkelon.

Ganei Tal
Questo moshav religioso venne fondato nel 1979 da un gruppo di laureati appartenenti al Bnei Akiva. La maggior parte delle 65 famiglie lavora nelle serre coltivando prodotti agricoli fra cui fiori, verdure, sementi, piante da casa e da giardino, piante aromatiche. Ganei Tal vanta anche un’ampia varietà di attività culturali.

Katif
Dieci veterani del movimento Bnei Akiva e delle Forze di Difesa israeliane fondarono Katif nel 1985 dopo un periodo di apprendistato agricolo nel vicino moshav Bnei Darom. Oggi il moshav conta più di 60 famiglie per una popolazione totale di circa 330 persone, tra cui 220 bambini. Oltre alle altre sue numerose istituzioni educative, i membri fondarono la Yeshiva Katif per gli Studi sull’Ambiente Marino e Desertico, che combina studi ecologici e religiosi. Katif gestisce un caseificio, fabbriche tessili e per apparecchiature da serra, mentre le sue serre producono ortaggi per l’esportazione.

Kerem Atzmona
Fondato nel 2001 da cinque famiglie in un frutteto abbandonato tra i villaggi di Bnei Atzmon e Morag, Kerem Atzmona conta oggi circa 15 famiglie per una popolazione totale di circa 60 persone. I suoi membri lavorano nell’istruzione e nelle professioni.

Kfar Yam
Questa minuscola comunità che sulla spiaggia occidentale di Neve Dekalim venne fondata nel 1983 da due famiglie in una postazione diroccata dell’esercito egiziano. La sua popolazione è cresciuta con una terza famiglia nel 1985 e una quarta nel 1996. E’ classificato come “insediamento di individui”.

Morag
Il più meridionale dei villaggi del Blocco Katif, Morag iniziò nel 1972 come un avamposto Nahal (corpo misto militare/agricolo-civile) per diventare nel 1983 un moshav religioso affiliato al movimento Hapoel Hamizrahi. La maggior parte delle sue 29 famiglie lavora nell’agricoltura coltivando pomodori, ortaggi, piante aromatiche e altri prodotti di serra. Nonostante i continui attacchi terroristici, a Morag si sono aggiunte di recente altre sette famiglie ed è stata completata la costruzione di una struttura centrale adibita a sinagoga.

Netzer Hazani
Originariamente creato nel 1973 come avamposto Nahal, Netzer Hazani venne rifondato come moshav civile nel 1997 da 12 famiglie religiose. Oggi la maggior parte delle sue 70 famiglie si guadagna da vivere con vivai ittici e con l’agricoltura nelle serre, dove si coltivano ortaggi e un’ampia varietà di piante aromatiche destinate all’esportazione.

Neve Dekalim
Questo villaggio comunitario religioso con circa 500 famiglie, per una popolazione totale di 2.600 persone, è il più grande della striscia di Gaza e funziona come centro amministrativo e di servizi per gli altri villaggi della zona. A Neve Dekalim si trovano gli uffici del Consiglio locale, dei servizi religiosi e sanitari, un centro commerciale e industriale, un’ampia varietà di istituzioni religiose educative e di movimenti giovanili, attività culturali, un centro comunitario e la biblioteca regionale.

Pe’at Sadeh
Fondato come insediamento temporaneo nel 1989, Pe’at Sadeh si è trasferito nel 1993 nella sua attuale localizzazione su una collina di fronte al mare. Le sue 20 famiglie comprendono 110 abitanti, 70 dei quali bambini. Gli abitanti di questo villaggio comunitario rappresentano una mescolanza di laici, tradizionalisti e religiosi osservanti. Per lo più si dedicano all’agricoltura, il resto nelle professioni.

Rafiah Yam
Villaggio comunitario misto laico/religioso fondato in una località provvisoria nel 1984 da giovani coppie provenienti da varie parti di Israele, si è spostato nel 1991 nella sua attuale localizzazione. La maggior parte delle sue 25 famiglie (per un totale di circa 100 persone) si guadagna da vivere con la più progredita agricoltura in serra, ma produce anche abiti per le maggiori case di moda israeliane.

Shirat Hayam
Fondato nel 2000 come risposta all’attentato terrorista contro lo scuola-bus della vicina Kfar Darom, il villaggio sorto sul litorale conta 16 famiglie con 26 bambini. Per lo più gli abitanti si dedicano all’agricoltura, altri alle professioni.

Slav
Fondato dapprima nel 1980 come un avamposto Nahal, Slav iniziò a funzionare nel 1982, dopo il ritiro dal Sinai, come un campo di transito per gruppi di coloni e come sede del college Midreshet Hadarom. Oggi solo tre famiglie vivono in una parte del villaggio, mentre il resto serve come postazione della polizia di frontiera.

Tel Katifa
Fondato nel 1992, pochi mesi prima della firma degli Accordi di Oslo, il villaggio conta 15 famiglie, per lo più dedite all’agricoltura con l’obiettivo di svilupparsi come una località turistica balneare che può vantare anche uno specchio d’acqua naturale.

Striscia di Gaza settentrionale e centrale

Dugit
Fondato nel 1990, Dugit è un villaggio comunitario costiero e conta circa 20 famiglie (70 persone) che si guadagnano da vivere con l’allevamento ittico e il turismo. Dopo aver vissuto in caravan sin dalla fondazione, diverse famiglie hanno successivamente ricevuto il permesso di costruire case permanenti.

Elei Sinai
Fondato nel 1983, in parte da coloni costretti ad abbandonare il Sinai in forza del trattato di pace con l’Egitto, Elei Sinai è un villaggio comunitario laico che conta circa 85 famiglie con una popolazione totale di circa 350 persone. La maggior parte degli abitanti lavora nella vicina città israeliana di Ashkelon, a una quindicina di chilometri di distanza.

Nisanit
Il più grande villaggio israeliano della striscia di Gaza settentrionale, Nisanit conta circa 300 famiglie per una popolazione totale di circa 1.300 persone. Fondato originariamente nel 1980 come un avamposto Nahal, divenne villaggio comunale civile nel 1993. Comunità laica, i suoi abitanti sono per lo più professionisti che lavorano nella vicina Ashkelon.

Kfar Darom
Storico moshav religioso, affonda le sue origini a più di 70 anni fa quando un uomo chiamato Tuvia Miller acquistò circa 260 dunam (65 acri) per farne un frutteto. Le sue proprietà vennero distrutte durante i moti arabi del 1936-39, ma nel 1946 il Fondo Nazionale Ebraico acquistò i terreni di Miller e vi si stabilì un gruppo di kibbutznik religiosi. Durante la guerra d’indipendenza d’Israele, il kibbutz Kfar Darom resistette contro l’esercito egiziano invasore per quasi tre mesi, finché nell’estate 1948 le Forze di Difesa israeliane ordinarono ai difensori di abbandonarlo. Dopo la guerra dei sei giorni del 1967, Kfar Darom venne ricreato come un insediamento misto militare/civile dal corpo Nahal delle Forze di Difesa israeliane, per poi diventare totalmente civile come villaggio religioso nel 1989. Oggi Kfar Darom conta circa 65 famiglie per una popolazione totale di circa 400 persone. Il suo Istituto per la Torah e la Terra si dedica alla ricerca di nuove soluzioni ai problemi particolari che sorgono dall’incontro fra agricoltura moderna e regole religiose tradizionali. Gli abitanti sono impiegati soprattutto nell’agricoltura, nell’istruzione e nelle professioni. La sua area industriale ospita un impianto regionale di imballaggi. Fra le sue strutture educative figura il Centro per lo Sviluppo dell’Infanzia.

Netzarim
Fondato nel 1972 come un avamposto Nahal da un gruppo del movimento giovanile sionista di sinistra Hashomer Hatzair, Netzarim è diventato nel 1984 un villaggio civile religioso. Diversi anni più tardi i suoi membri decisero di trasformare il kibbutz in un villaggio comunitario. Le sue 60 famiglie (circa 400 persone) gestiscono un’economia ben sviluppata che comprende agricoltura di serra (pomodori per l’esportazione, mango, ortaggi), allevamenti di pollame e una cava. Alcuni membri lavorano negli altri villaggi israeliani della zona. A causa della precaria situazione dal punto di vista della sicurezza (Netzarim è un villaggio isolato nel cuore della striscia di Gaza), i bambini studiano a Bnei Atzmon. Tuttavia, tre anni fa all’interno di Netzarim è stata creata una hesder yeshiva con 20 studenti/soldati.

Cisgiordania settentrionale

Ganim
Ganimnelle intenzioni Ganim avrebbe dovuto far parte di una serie di villaggi collegati fra loro attraverso la Samaria (Cisgiordania settentrionale).

Homesh
Villaggio comunitario misto laico/religioso, Ganim nacque nel 1978 come avamposto Nahal per poi diventare nel 1988 interamente civile con circa 30 famiglie. Collocato sulla sommità della collina più elevata della zona, gode di una vista panoramica su tutto il circondario e nelle intenzioni avrebbe dovuto svolgere un ruolo importante per la sicurezza.

Kadim
Villaggio comunitario laico fondato inizialmente nel 1983 come un avamposto Nahal, già l’anno successivo divenne villaggio civile con l’arrivo di 25 famiglie. Era progettato per arrivare ad ospitare fino a 200 famiglie.

Sa-Nur
Inizialmente creato nel 1977 dal nucleo centrale Dotan, questo villaggio comunitario religioso acquisì il nome attuale nel 1987 dopo essere stato sin dal 1984 una sorta di colonia per artisti. Oggi conta 15 famiglie ed era progettato per ospitarne fino a 80.

Complessivamente lo sgombero dei villaggi ebraici israeliani dalla striscia di Gaza e di parte della Cisgiordania settentrionale significa che:
– devono essere chiusi 42 centri assistenziali day-care, 36 asili, sette scuole elementari e tre scuole superiori;
– 5.000 scolari devono inserirsi in altre scuole;
– devono essere smantellate 38 sinagoghe;
– 166 aziende agricole israeliane devono essere chiuse, con la perdita di posti di lavoro anche per 5.000 palestinesi;
– 48 sepolture del cimitero ebraico di Gush Katif devono essere riesumate e trasferite in Israele, comprese quelle di sei abitanti uccisi da terroristi.

“Come si può vedere – conclude il ministero degli esteri israeliano – Israele sostiene con i fatti i propri impegni verbali ed è pronto a pagare un prezzo doloroso in nome della pace”.

(Da: MFA, 28.07.05)

Nella foto in alto: produzione di fiori in serra a Ganei Tal

Le cartine con la collocazione dei 25 villaggi qui descritti:

http://www.mfa.gov.il/MFA/MFAArchive/2000_2009/2005/Paying+the+Price+for+Peace+-+July+2005.htm

Vedi anche: