Sabato scorso le Forze di Difesa israeliane hanno distrutto un palazzo nella striscia di Gaza che ospitava gli uffici locali di alcuni mass-media internazionali, tra cui Associated Press e Al Jazeera.

Secondo le Forze di Difesa israeliane, il complesso veniva utilizzato dall’unità di intelligence di Hamas e conteneva risorse militari appartenenti alla Jihad Islamica palestinese. Nell’ultima settimana, questi gruppi designati come terroristi dagli Stati Uniti (nonché da Unione Europea, Canada, Giappone e altri ndr) hanno lanciato più di 2.500 razzi contro lo stato ebraico.

In conformità alla procedure delle Forze di Difesa israeliane, i civili nel palazzo sono stati avvertiti in anticipo e hanno avuto un’ora di tempo per evacuare la struttura.

Associated Press e Al Jazeera si sono precipitate a condannare l’attacco, seguite a ruota da altri giornalisti di tutto il mondo. Ma pochi si pongono una domanda cruciale: questi mass-media sapevano di condividere lo spazio con organizzazioni terroristiche?

La linea ufficiale della Associated Press è che non ne era a conoscenza, ma un ex membro del suo staff si permette di dissentire. Nel 2014, Matti Friedman scrisse un editoriale in cui affermava che Hamas operava regolarmente dentro e intorno all’ufficio della Associated Press nella striscia di Gaza.

Non sarebbe la prima volta che Hamas usa i giornalisti come scudi umani. Nel 2009, una reporter di Al Jazeera fu testimone del lancio di un razzo dai piedi dell’edificio che ospitava il canale televisivo: “Sembra che sia stato lanciato esattamente da sotto l’ufficio. Ha fatto un grande botto. Ho pensato che fosse un attacco aereo, ma era un missile. L’hanno lanciato da sotto l’ufficio!”.

Invece di condannare Israele, i giornalisti dovrebbero chiedersi: perché i terroristi di Gaza continuano a metterli in pericolo?

(Da: honestreporting.com, 16.5.21)

16 Maggio 2021 Attualità