Dopo il ritiro dal Golan

“Worst Case Scenario” sul versante siriano

Da un articolo di Guy Bechor

image_2129Supponiamo, per pura ipotesi, che la Siria ottenga la alture del Golan, anche se allo stato attuale sono equiparabili in ogni senso al territorio sovrano d’Israele (vi si applica la legge israeliana esattamente come a Tel Aviv: è impossibile sgomberare da là i residenti come si è fatto dalla striscia di Gaza perché i diritti di proprietà nel Golan sono gli stessi di Tel Aviv).
Ebbene, cosa farebbe Bashar Assad?

Fase 1. Circa un milione di cittadini siriani verrebbero immediatamente insediati sul Golan. I siriani già sostengono che circa centomila loro cittadini avrebbero abbandonato il Golan nel 1967 (anche se probabilmente erano la metà). Se a questi aggiungiamo i loro discendenti siamo già a mezzo milione. Una controprova? Già adesso che le alture del Golan non sono in mani siriane, esiste un decreto presidenziale secondo il quale ogni siriano che si trasferisce sul Golan ha diritto a ricevere un’indennità governativa. È quello che i siriani hanno fatto in Libano per assumerne il controllo. Sebbene l’esercito siriano sia stato costretto a ritirarsi dal Libano, Damasco ha lasciato stabilmente nel paese vicino 800mila cittadini che lavorano in Libano e trasferiscono i guadagni in Siria. Così la morsa siriana sul Libano è rimasta la stessa nonostante l’apparente ritiro. Altrove questi cittadini verrebbero chiamati “coloni”: a Israele non è permesso fare la stessa cosa, mentre se la fa la Siria pare sia okay.

Fase 2. La colonizzazione del Golan permetterà a Bashar Assad di realizzare il suo sogno senza intoppi: stabilire un fronte di “resistenza” anti-israeliano sulle alture del Golan. Ufficialmente sosterrà di non avere nessun collegamento con gli attacchi terroristici diretti dal Golan contro la Galilea e l’estremo nord di Israele. In pratica, gli ufficiali dell’intelligence siriana faranno quello che vorranno. Di fatto già lo fanno in Libano. Il leader libanese filo-governativo Saad al-Hariri ha apertamente accusato la Siria e i suoi servizi di intelligence non solo di essere dietro alle azioni di due anomali gruppi clandestini, ma di averli “inventati” allo scopo di sabotare il Libano. Perché i siriani non potrebbero fare lo stesso sul Golan? Glielo impedirebbe un trattato di pace con Israele? Con il Libano hanno non solo la pace, ma addirittura relazioni che ufficialmente sarebbero di amicizia e fraternità.

Fase 3. Il regime della minoranza alawita che fa capo ad Assad verrebbe rovesciato, giacché un accordo di pace non farebbe altro che accelerarne la caduta (ed è ben per questo che Assad non perseguirà affatto una autentica pace con Israele): quel regime, così com’è, non gode di alcuna legittimità in Siria, specie rispetto ai Fratelli Musulmani la cui forza non fa che crescere. Al-Qaeda ha già emesso la sua sentenza di morte contro Bashar Assad a causa dei suoi apparenti contatti con Israele e della spietata repressione degli estremisti islamisti. Una volta caduto il regime di Assad, le alture del Golan verrebbero trasformate nella punta di lancia dell’estremismo islamista contro Israele, e non solo dalla Siria: arriverebbero anche dall’Iran, dall’Afghanistan e da altri paesi. A quel punto il terrorismo agirebbe a tenaglia, sia dal Libano che dal Golan. La vita nel nord di Israele diventerebbe un incubo, ma la situazione sarebbe irreversibile, essendo stato trasformato il Golan da una regione quasi vuota in una abitata da un milione di infervorati siriani.
La penisola del Sinai è così grande che là la situazione è sempre reversibile. Sul fronte giordano, Israele non ha dovuto rinunciare a nessun vantaggio strategico. Anche sul fronte palestinese, in teoria, può sempre rioccupare i territori ceduti (sebbene il caso della striscia di Gaza mostri quanto sia complicato). Ma con la Siria le cose sarebbero assai diverse. Da vuota zona cuscinetto, le alture del Golan verrebbero trasformate per generazioni in una affollata regione anti-israeliana. Per Israele, da vantaggio strategico il Golan diventerebbe un tormento, alla testa degli sforzi fatti in Medio Oriente per eliminare Israele.

(Da: YnetNews, 23.05.08)

Nella foto in alto: Hezbollah libanesi, sostenuti e armati dalla Siria