Dopo lattentato, accelerata la costruzione della barriera anti-terrorismo

Necessario separare la Cisgiordania dal Negev israeliano.

image_868Sono ripresi con maggiore intensità lunedì i lavori di costruzione della sezione meridionale della barriera anti-terrorismo fra Israele e Cisgiordania, quella che avrebbe potuto ostacolare l’attentato suicida palestinese di domenica mattina a Be’er Sheva. I lavori procedono ora al ritmo di 5 km di barriera alla settimana. Il primo tratto di 32 km, che corree dal Moshav Nehusha a sud di Beit Shemesh fino a Shomriya, dovrebbe essere pronto per metà ottobre, sei settimane prima del previsto. Tuttavia il tratto restante, e cruciale, di 26 km che separerà le colline sud della zona di Hebron, dove vivono circa 420.000 palestinesi, dalla zona israeliana del Negev settentrionale, non sarà pronto prima della prossima estate.
“Sappiamo bene che il confine è ancora aperto – spiega un ufficiale delle Forze di Difesa israeliane durante un giro di pattugliamento lungo il percorso della futura barriera – Il fatto che un attentatore suicida potesse penetrare non era inaspettato”. Israele ha schierato di recente un altro battaglione a presidiare la zona, ma si sa che l’area resta permeabile al passaggio di infiltrati.
Dopo il duplice attentato suicida palestinese a Be’er Sheva dell’agosto 2004, il governo si era impegnato a chiudere al più presto il varco nella barriera di sicurezza meridionale. Finora però sono stati approvati solo 60 km di percorso. La gran parte della barriera correrà lungo l’ex confine armistiziale del 1949 fra Israele e Cisgiordania. Accese contestazioni si sono avute tuttavia riguardo ai tratti presso Beit Awa e Ramadin, con relativi ricorsi in tribunale e blocco dei lavori. La situazione, secondo l’ufficiale, sarebbe comunque molto migliore oggi rispetto a un anno fa quando non c’era assolutamente nessun ostacolo sulla strada dei terroristi provenienti dalla Cisgiordania.
Domenica scorsa decine di squadre di operai si sono distribuite a nord e a sud del Moshav Shekef per erigere la rete elettrificata. Oltre a questa, la barriera comprenderà anche telecamere e sensori di sorveglianza come quelli già impiegati in Samaria (Cisgiordania settentrionale).
“Quando, oltre alle truppe e al lavoro di intelligence, avremo anche la barriera – conclude l’ufficiale – allora penso che sarà molto difficile il passaggio di terroristi”.

(Da: Jerusalem Post, 29.08.05)