Doppiogiochista venduto e compiaciuto capo terrorista

Questa l’immagine di Arafat che emerge dai suoi presunti diari, pubblicati dall’Espresso

Quando i suoi gli chiedevano di dare luce verde ad attentati terroristici rispondeva “fate voi” e dopo che erano stati perpetrati gli attentati di cui era stato informato in anticipo, sorrideva e diceva: “Bene, bene!”. E’ quanto avrebbe scritto di se stesso, nel proprio diario, il leader palestinese Yasser Arafat, stando al settimanale italiano L’Espresso che ha pubblicato domenica scorsa vari stralci da quelli che sostiene essere i diari segreti redatti nell’arco di due decenni dal capo dell’Olp e primo presidente dell’Autorità Palestinese: un documento diviso in 19 volumi (la cui autenticità è controversa e al momento impossibile da confermare), scritti in arabo fra il 1985 e l’ottobre 2004, quando Arafat lasciò il suo quartier generale a Ramallah per essere ricoverato in un ospedale alla periferia di Parigi dove un mese dopo morì. I diari, a quanto riferito, sarebbero stati affidati a due fiduciari lussemburghesi che, dopo una lunga negoziazione, li hanno ceduti a una fondazione francese con la clausola che il loro contenuto venisse usato solo come “documentazione di studio”.

Il reportage dell’Espresso, a firma di Lirio Abbate, rivela dettagli relativi al processo di raggiungimento degli accordi di Oslo e agli incontri più o meno segreti di Arafat con il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin e l’allora ministro degli esteri Shimon Peres. Ad esempio, dopo uno dei suoi incontri con Peres, Arafat descrive il suo interlocutore come “una bravissima persona, un bel soprammobile”, e non è chiaro se la definizione fosse fatta con affetto o derisione.

Nei diari, Arafat sostiene che era contrario alla prima guerra del Golfo (1990-’91), scatenata dall’allora presidente dell’Iraq Saddam Hussein: “Devo schierarmi con lui, il mio popolo me lo impone – si legge nei diari – ma ho cercato con più telefonate di farlo desistere dalla follia che sta facendo”. Arafat dedica anche molto spazio alla rievocazione dei suoi rapporti affettuosi con il dittatore cubano Fidel Castro e dei diversi incontri avuti con lui,

Leon Kinghoffer (1916-1985) fotografato sulla Achille Lauro poco prima d’essere sequestrato e assassinato da terroristi palestinesi

La maggior parte degli stralci pubblicato da L’Espresso riguardano i legami di Arafat con i vertici del governo italiano. Si scopre, per esempio, che Arafat avrebbe fornito un falso alibi all’allora primo ministro italiano Silvio Berlusconi in uno dei vari processi per corruzione a carico del leader di Forza Italia. Arafat avrebbe avuto un incontro segreto con Berlusconi in una capitale europea nel 1998, dopo di che avrebbe accettato di confermare la versione data da Berlusconi ai giudici secondo cui i dieci miliardi di lire (ca. 5 milioni di euro) al centro del processo erano destinati non al Partito Socialista Italiano bensì all’Olp, come sostegno alla causa palestinese. Nei diari Arafat rivela di aver confermato questa falsa versione ricevendo in cambio “una somma consistente” di cui annota gli estremi.

Un’altra vicenda descritta nei diari e riportata dall’Espresso è il coinvolgimento dell’Olp nel sequestro palestinese della nave Achille Lauro (ottobre 1985), concluso con l’assassinio del passeggero invalido ebreo-americano Leon Klinghoffer, e le trattative tra Arafat e Italia. Stando ai diari, fu l’allora ministro degli esteri e futuro primo ministro Giulio Andreotti (più che l’allora primo ministro Bettino Craxi) a consentire al capo terrorista Muhammad Zaidan (Abu Abbas) di scappare in Bulgaria e di lì rifugiarsi in Tunisia.

I diari conterrebbero anche la conferma dell’esistenza dell’accordo segreto raggiunto fra Olp e Italia fra gli anni ’70 e ’80, con l’approvazione di Arafat: si tratta del cosiddetto Lodo Moro, in base al quale i palestinesi avrebbero evitato di compiere attentati contro italiani in cambio del via libera da parte delle autorità italiane ai loro movimenti sul territorio italiano: tanto che Arafat, se dobbiamo dare credito a quanto pubblicato dall’Espresso, scrive nei suoi diari: “L’Italia è la sponda palestinese del Mediterraneo”.

(Da: YnetNews, Times of Israel, 4.2.18)

Si veda anche, su Il Foglio:
Totò, Peppino, Arafat e il Cav. – L’esclusiva “mondiale” dell’Espresso sui “diari” di Arafat non torna. I testi non li ha visti nessuno, le date ballano, i testimoni smentiscono. Controinchiesta