Dubbi sradicamenti d’ulivi e veri soccorsi ai feriti

In Cisgiordania, tra accuse sospette e prove di convivenza.

image_3565Dei contadini arabi di Cisgiordania, che lunedì hanno denunciato gli ebrei di Cisgiordania d’aver sradicato alberi di ulivo di loro proprietà, erano stati filmati poche ore prima mentre abbattevano degli alberi di ulivo con le loro mani.
Nei giorni scorsi, mentre la stagione della raccolta delle olive giunge al culmine, sono riprese le periodiche accuse reciproche fra palestinesi e coloni in materia di abbattimento di alberi e furto di raccolti. In un clima di tensione crescente alcune di queste polemiche sono sfociate in tafferugli, soprattutto nelle zone di Hebron e di Binyamin, senza che le due parti siano riuscite finora a produrre prove convincenti a sostegno delle rispettive accuse.
Lunedì pomeriggio alunni israeliani hanno notato dei palestinesi che abbattevano degli alberi e si sono affrettati a tornare sul luogo muniti di videocamera per filmare la scena. Sono riusciti a documentare una parte dell’operazione e hanno poi diffuso il filmato. Poche ore dopo B’Tselem, la ong israeliana per i diritti umani nei territori occupati, all’oscuro del filmato, denunciava che diversi alberi di ulivo palestinesi erano stati tagliati da ignoti, con chiara allusione alla consueta accusa contro i coloni.
Secondo i coloni, che di recente hanno deciso di mandare i loro attivisti sul terreno muniti di videocamere per contestare quelle che sostengono essere accuse infondate nei loro confronti, l’uliveto citato nella denuncia palestinese è lo stesso in cui loro hanno girato il video. Il che, secondo loro, dimostra che i palestinesi cercano di costruire false prove a sostegno delle loro accuse. “Soltanto ieri abbiamo chiesto ai nostri di portarsi appresso una videocamera – dice Benny Katzover, capo del comitato degli israeliani di Samaria – e già un giorno dopo viene documentata la provocatoria messa in scena dell’abbattimento di alcuni ulivi”.
I palestinesi e il gruppo B’Tselem sostengono che gli ulivi filmati dai coloni non sono gli stessi oggetto della loro denuncia. Ismail, uno dei contadini ripresi nel filmato, sostiene che “i coloni ci stanno calunniando; noi stavamo potando i nostri alberi, ma quelli che sono stati abbattuti erano in un altro terreno”.
(Da: YnetNews, 16.10.12)

Per il filmato, si veda:

http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4292715,00.html

Un bambino arabo palestinese di sei anni folgorato da una scarica elettrica è stato soccorso e curato lunedì dagli abitanti ebrei di Neve Tzuf dopo che i suoi genitori l’avevano portato alle porte dell’insediamento israeliano per chiedere aiuto medico. Il bambino, che aveva subito gravi lesioni, ha ricevuto i primi soccorsi dal personale medico di Neve Tzuf ed è stato poi trasportato al centro medico Sheba di Tel Hashomer, in Israele, per ulteriori trattamenti.
Neve Tzuf, che sorge nella regione di Binyamin, in Cisgiordania, è spesso al centro di tensioni fra ebrei e arabi del posto. La sorgente di Nabi Saleh, che si trova nei pressi di Neve Tzuf, è luogo di incidenti quasi settimanali fra dimostranti palestinesi e forze di sicurezza israeliane. Tali tensioni non hanno tuttavia impedito che il bambino, originario di uno dei villaggi del circondario, venisse portato dagli ebrei e prontamente soccorso dal personale sanitario dell’insediamento che, con l’aiuto di militari del corpo medico delle Forze di Difesa israeliane di stanza nella zona, hanno stabilizzato le condizioni del bambino fino all’arrivo di un’ambulanza dall’insediamento di Ofra e al successivo trasporto all’ospedale israeliano.
Gli abitanti di Neve Tzuf dicono che non si tratta di un evento insolito e che spesso i palestinesi chiedono assistenza medica all’insediamento. In un’occasione i coloni hanno aiutato un palestinese ad essere curato in un ospedale israeliano nonostante il fatto che non avesse un permesso per entrare in Israele. Dice Baruch Ram, responsabile della sicurezza a Neve Tzuf: “Non è la prima volta che feriti o malati vengono qui, specie d’inverno. L’assistenza che prestiamo loro non sembra contribuire granché allo sviluppo di rapporti di buon vicinato. Non abbiamo mai ricevuto un ‘grazie’, e la verità è che non me lo so spiegare. Ma tant’è, noi facciamo il nostro dovere quando aiutiamo una persona in difficoltà”.

(Da: YnetNews, 15.10.12)

Nella foto in alto: i soccorsi al bambino palestinese a Neve Tzuf

Si veda anche:

Madre e neonata palestinesi salvate dai paramedici di un insediamento. Il provvidenziale intervento a pochi passi dal luogo dove si piange la strage della famiglia Fogel

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Ospedali israeliani: dove umanità e spirito di servizio prevalgono su tutto il resto

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https://www.israele.net/sezione,,2863.htm

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https://www.israele.net/sezione,,2471.htm

Morte (ignota) di un ragazzino palestinese chiuso fuori da un ospedale arabo. Dove sono l’indignazione e le proteste contro l’apartheid praticato dagli arabi?

https://www.israele.net/articolo,3090.htm