Due ancore antiche riemergono dal Mar Morto

Una delle due forse apparteneva alla nave con cui re Erode solcava il lago più basso della terra.

image_1012Due antiche ancore scoperte nel Mar Morto, esposte all’Israel Museum di Gerusalemme, sono la dimostrazione della fiorente economia della zona circa duemila anni, prima della costruzione dei moderni alberghi e di tutte le attrazioni odierne sulle rive del lago più basso del mondo (400 m sotto il livello del mare).
Una delle ancore risale al periodo romano, e l’archeologo che l’ha trovata dice che potrebbe essere appartenuta alla nave del re Erode.
L’acqua del Mediterraneo ha il tre per cento di salinità, mentre la salinità del Mar Morto è 10 volte maggiore. Questa è la ragione per cui le parti metalliche delle navi che navigano sul Mar Morto si corrodono rapidamente. Tuttavia, la famosa mappa di Madaba del VI secolo e.v. indica che in tempi antichi il traffico navale sul lago era fiorente. “L’oasi di Ein Gedi era un importante centro agricolo in cui si produceva l’olio di cachi, un profumo molto ricercato nel mondo antico”, spiega Dudi Mevorach, curatore della mostra del museo.
Il Mar Morto era anche un grosso centro di estrazione di sale. Il sale là ottenuto era usato soprattutto per la conservazione dei cibi, per asfaltare, sigillare ed incollare. Mevorach osserva che nei tempi antichi non c’era strada lungo il Mar Morto, perché il livello dell’acqua era molto più alto, e in molti posti raggiungeva il bordo delle scogliere vicine. Così, la navigazione era a quei tempi l’unico mezzo di trasporto nella zona.
Le ancore sono state scoperte da Gideon Hadas, archeologo e membro del kibbutz Ein Gedi, mentre passeggiava lungo la spiaggia. L’annuale calo di un metro del livello dell’acqua negli ultimi anni ha contribuito a portare alla luce le due ancore. Hadas trovò la prima nel dicembre 2003, osservando un bastone di legno che sporgeva da un blocco di gesso largo un metro. Con l’aiuto di un gruppo di volontari e della squadra di soccorso di Ein Gedi, riuscì a recuperare l’ancora di 600 kg, che fu trasportata nel kibbutz. Usando un martello e uno scalpello, Hadas e una squadra dell’Autorità per le Antichità rimossero il blocco di roccia e tirarono fuori l’ancora, che era fatta di legno di giuggiolo, pesi di piombo e corde fatte di fibra di palma da datteri. Test di laboratorio hanno rivelato che l’ancora risale al primo secolo a.e.v., epoca in cui la regione era governata dagli Asmonei, da re Erode e dai conquistatori romani.
Hadas dice che l’ancora da lui scoperta nel Mar Morto differisce almeno in un aspetto importante da varie altre ancore dello stesso periodo scoperte nel Mediterraneo: la composizione chimica dell’acqua del Mediterraneo portava alla decomposizione e disintegrazione dei materiali organici dell’ancora, cioè legno e corda. L’ancora del Mar Morto, invece, ha subito un processo inverso: i minerali hanno portato alla fusione del piombo, ma hanno adeguatamente conservato il legno e le corde.
Hadas ammette che sull’ancora stessa non ci sono prove che appartenesse alla nave reale di Erode. Tuttavia “Erode entra perfettamente nel quadro”. Una delle ragioni di questa affermazione è che l’ancora era fatta con tecnologia romana, e comprendeva un grosso pezzo di piombo importato dall’estero. Hadas dice che le dimensioni dell’ancora indicano che si trovava su una grossa nave, lunga almeno sette metri. “Sappiamo che Erode passava molto tempo a viaggiare in quella zona, andando dai bagni di zolfo sulla riva orientale del Mar Morto al suo palazzo a Masada e al palazzo d’inverno a Gerico. Chi altri, oltre a lui, avrebbe potuto acquistare una grossa barca con parti importate dall’estero?”
Hadas dice che si aspetta di trovare anche la nave di Erode. Con questo in mente, ha recentemente dato inizio a una ricerca sistematica sulle rive del bacino settentrionale.
Hadas ha trovato la seconda ancora qualche settimana dopo, proprio di fronte al posto in cui si trovava l’antica comunità di Ein Gedi. E’ una semplice ancora fatta di legno, e si ritiene che risalga ad un periodo tra l’VIII e il V secolo a.e.v. Spiega Hadas che la seconda ancora solleva molte questioni. “Il fatto che non abbiamo una datazione precisa lascia aperte molte possibilità. Potrebbe trattarsi di un’ancora di una nave ebraica del periodo del Primo Tempio, ma non si può escludere che appartenesse a una nave fenicia o addirittura persiana2.

(Da: Ha’aretz, 01.12.05)

Nella foto in alto: Una delle due ancore recentemente rinvenute sulle rive nel Mar Morto.