Duplice attentato a Gerusalemme: le parole di condanna che non si sono sentite

Quando vuole, il presidente palestinese Abu Mazen sa benissimo come condannare il terrorismo

Aryeh Shchupak, 16enne israeliano ucciso nel duplice attentato palestinese di mercoledì mattina a Gerusalemme

Mercoledì mattina sono esplose due bombe a due fermate di autobus a Gerusalemme uccidendo il 16enne israelo-canadese Aryeh Shechopek. Altri 23 civili sono rimasti feriti, alcuni in modo grave.

Il duplice attentato è stato ampiamente condannato (fra gli altri dalle rappresentanze di Stati Uniti, Canada, Unione Europea, Regno Unito, Emirati Arabi Uniti), con due notevoli eccezione: fino a sera inoltrata non si registravano parole di condanna da parte di Abu Mazen, presidente dell’Autorità Palestinese e dell’Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), né da parte dell’Unicef, l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia.

Quando Abu Mazen vuole condannare un attentato terrorista,  sa esattamente come farlo. Dopo l’attentano dello scorso 13 novembre a Istanbul, Abu Mazen ha immediatamente preso una netta e chiara posizione.

«Ieri il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha condannato l’attentato terroristico avvenuto in piazza Taksim, nel centro di Istanbul, che ha provocato 6 morti e 58 feriti (i feriti sono risultati in realtà 81 ndr). In un telegramma di condoglianze al suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan, il presidente dell’Autorità Palestinese ha dichiarato: “Abbiamo ricevuto con grande dolore la notizia dei morti e feriti a seguito delle esplosioni in piazza Taksim, nel centro di Istanbul. Condanniamo questo spregevole attacco terroristico e coloro che vi stanno dietro il cui obiettivo, che non ha alcuna possibilità di successo, era quello di destabilizzare la sicurezza e la stabilità della sorella Turchia”.»
(Da: Al-Hayat Al-Jadida, quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese, 14 novembre 2022)

A volte Abu Mazen rilascia dichiarazioni in cui apparentemente condanna attentati terroristici palestinesi contro israeliani, ma lo fa solo quando la natura dell’attacco o le sue circostanze lo lasciano senza alternative.

Mahdi Hashash, 15 anni, morto il 9 novembre in uno scontro con soldati israeliani di scorta a un gruppo di pellegrini ebrei in visita alla Tomba di Giuseppe, presso Nablus. L’Unicef è sempre pronta a condannare Israele quando restano uccisi dei minorenni palestinesi mandati dai loro capi a morire da “martiri” contro Israele

Anche in quei casi, tuttavia, le sue condanne degli attentati contro israeliani innocenti non sono mai nette e inequivocabili e non mancano mai di mettere sullo stesso piano il terrorismo palestinese e le azioni anti-terrorismo israeliane. Inoltre, dopo aver rilasciato queste presunte condanne, Abu Mazen, l’Autorità Palestinese e l’Olp continuano imperterrite a esaltare e fomentare il terrorismo e a premiarlo pagando cospicui vitalizi a quegli stessi terroristi le cui azioni sostengono d’aver condannato.

Un’altra condanna che spicca oggi per la sua significativa assenza è quella di Lucia Elmi, Rappresentante speciale dell’Unicef per lo “Stato di Palestina”. Elmi e Unicef Palestina sono sempre molto veloci a condannare Israele quando dei minorenni palestinesi rimangono uccisi, anche quando quei minorenni sono stati intenzionalmente mandati dai loro capi a morire da “martiri” contro Israele.

È invece assordante il loro silenzio quando minorenni e bambini israeliani vengono assassinati in atti di esplicito terrorismo contro innocenti civili inermi, come è il caso di mercoledì a Gerusalemme. Ed è deplorevole il fatto che questa settimana, iniziata con la Giornata mondiale dell’infanzia delle Nazioni Unite, Elmi e Unicef abbiano completamente ignorato l’abbondante documentazione fornita da “Palestine Media Watch” sugli abusi dell’Autorità Palestinese a danno dei minorenni palestinesi, compreso il reclutamento di ragazzini per azioni di terrorismo anche a prezzo della loro vita.

(Da: palwatch.org, 23.11.22)