Duro attacco della Bild al “grottesco” voto anti-israeliano del Bundestag

“Quale pace metterebbe in pericolo Israele? Non c'è pace finché Hezbollah, Iran, Siria e Hamas mirano a cancellare lo stato ebraico dalla mappa, e l’Autorità Palestinese paga vitalizi ai terroristi"

Louis Hagen, autore dell’editoriale su Bild-Zeitung

Bild-Zeitung, il quotidiano tedesco a più larga diffusione, ha attaccato venerdì il parlamento di Berlino per la sua formale condanna di Israele a causa dell’intenzione di Gerusalemme di esercitare la sovranità su alcune parti del territorio conteso di Cisgiordania. “Un commento sulla decisione contro la politica di Israele: gli amici si trattano in un altro modo” recita il titolo del duro editoriale di Louis Hagen, che accusa il Bundestag (il parlamento federale tedesco) di aver preso di mira una sola disputa territoriale, quella israelo-palestinese, fra le oltre cento che si contano in tutto il mondo.

“Il Bundestag ha discusso le frontiere interne in Israele – scrive Hagen – Una cosa grottesca, perché l’esito del dibattito era scontato in partenza. Il Bundestag descrive Israele come una minaccia alla stabilità in Medio Oriente e avverte che le scelte di Israele hanno ‘effetti significativi sul processo di pace’. Ma quale pace metterebbe in pericolo Israele? Non c’è una pace in Medio Oriente che possa essere messa in pericolo finché Hezbollah, Iran, Hamas e tutti gli altri vicini dalla Siria alla Giordania mirano più o meno a cancellare lo stato ebraico dalla carta geografica, finché il governo ‘moderato’ palestinese in Cisgiordania paga vitalizi ai terroristi”. L’editoriale afferma che “purtroppo sentiamo la voce del Bundestag tedesco solo quando si tratta di criticare Israele. Si sente ben poco quando si tratta di violazioni dei diritti umani da parte dei palestinesi o in Iran, in Siria, in Egitto”.

Una sessione della Camera bassa del Bundestag, a Berlino

La risoluzione del Bundestag è stata sostenuta all’unanimità dal governo di coalizione della cancelliera tedesca Angela Merkel con Unione Democratico-Cristiana, Unione Sociale Cristiana e Partito socialdemocratico. Anche il Partito Libero Democratico l’ha votata, mentre il Partito Sinistra e il Partito Verde hanno cercato di far passare misure più severe contro lo stato ebraico.

“A chi giova ciò che sta facendo il Bundestag? – conclude l’editoriale della Bild – A Israele, no di certo. Ai palestinesi, che sono governati da un despota da quindici anni, nemmeno. Quello che occorreva era un chiaro impegno verso la nostra profonda amicizia e solidarietà con l’unica vera democrazia in Medio Oriente. Ciò che è stato votato, invece, è di una presunzione imbarazzante e non un atto di amicizia. Gli amici si trattano in un altro modo”.

A quanto risulta, il Bundestag non ha mai condannato la Turchia per l’occupazione di Cipro del Nord, la Cina per l’occupazione del Tibet e la Russia per l’annessione della Crimea.

Non risulta che il Bundestag abbia mai condannato la Turchia per l’occupazione sin dal 1974 della parte nord di Cipro (paese membro dell’Unione Europea dal 2004)

“Il Bundestag leverà la sua voce quasi unanime per esprimere grave preoccupazione per qualsiasi estensione della sovranità israeliana – ha commentato al Jerusalem Post Abraham Cooper, decano del Simon Wiesenthal Center – Quindi al governo della cancelliera Merkel e alla leadership dell’Unione Europea io dico: l’Iran si dà da fare per attuare la sua retorica che mira esplicitamente a una ‘soluzione finale’ con al distruzione di Israele. In parole povere, sta perseguendo un futuro genocidio della nazione ebraica. L’intelligence tedesca ha appena pubblicato un rapporto che conferma la profonda ostilità del regime di Teheran verso gli ebrei e il suo profondo coinvolgimento nel fomentare l’antisemitismo, anche in Germania”. Il Jerusalem Post ha riferito mercoledì scorso del documento dell’intelligence di Berlino secondo il quale il regime iraniano è uno dei principali sponsor statali dell’antisemitismo e dell’odio verso Israele.

“A parte declamare ‘mai più’ in occasione di ogni Giornata della Memoria – si è chiesto Cooper – c’è stato nel Bundestag un consenso unanime per sanzionare il regime degli ayatollah a causa dei loro appelli al genocidio e la loro negazione della Shoà? Dov’è il consenso nazionale quando si tratta di combattere effettivamente l’aumento dell’odio antisemita e la retorica anti-israeliana dell’estrema destra, dell’estrema sinistra e degli islamisti, al di là della mera elencazione di dati statistici? Lascio agli israeliani la decisione sulla cosiddetta annessione – ha concluso Cooper – Dal momento che la Germania continua a finanziare i programmi scolastici dell’Unrwa, continua a mandare assegni all’Autorità Palestinese che paga i terroristi, continua a votare sistematicamente contro Israele all’Onu, i tedeschi dovranno scusarci se non sottoscriviamo questa palese ipocrisia e questa doppia morale”.

(Da: Jerusalem Post, 4.7.20)