E’ Hamas che deve pagare il prezzo del ricatto

Se non cambiamo le regole di questo gioco spietato, continueremo a subire sequestri e ricatti

Da un editoriale di Yediot Aharonot

image_2195Quando si dice che Gilad Shalit deve essere liberato “a qualunque prezzo”, si intende che noi dovremmo pagare l’intero prezzo: scarcerare degli assassini, permettere a molti di loro di tornare a ucciderci, dare nuovo vigore e incoraggiamento al terrorismo e magari tornare ai tempi degli autobus e dei bar che saltavano in aria. Ciò è semplicemente folle e immorale. Vogliamo davvero fare “qualunque cosa” per Gilad Shalit? Bene, fare “qualunque cosa” vuol dire iniziare sin da oggi a stringere sul serio l’assedio alla striscia di Gaza… finché non inizieranno a capire che, per loro, Gilad Shalit non è un asso nella manica ma una spina in gola, non un vantaggio ma un danno; finché non inizieranno a capire che non siamo dei babbei da prendere in giro, ma un paese che va letteralmente fuori dai gangheri quando uno dei suoi soldati giace sepolto vivo in un buco da qualche parte nella striscia di Gaza mentre loro continuano a farsi beffe di noi. Questa sarebbe la cosa più morale, più logica e più efficace da fare per il bene di Gilad Shalit e di tutti noi. Comporta molti meno rischi che non scarcerare centinaia di assassini, e sarebbe dieci volte più morale. Se non cambieremo le regole di questo gioco spietato, continueremo a subire sequestri e ricatti. È vero che dobbiamo cercare di liberare Gilad Shalit “a qualunque costo”, ma il costo lo devono pagare loro.

(Da: YnetNews, 20.07.08)