E se le più celebri trasmissioni della tv occidentale esortassero all’assassinio di musulmani?

Una graffiante campagna video per denunciare l’istigazione all’odio e alla violenza verso gli ebrei che imperversa sulla tv palestinese

La donna col coltello: "Attento, Israele! Attento!" (dalla tv palestinese)

La donna col coltello: “Attento, Israele! Attento!” (dalla tv palestinese)

Immaginatevi di accendere il televisore e vedere Oprah Winfrey che non mette in palio la solita auto, ma fa un appello diretto ed esplicito a favore della violenza, a dir poco bizzarro e decisamente inappropriato per una qualunque trasmissione televisiva: “America, uccidi i musulmani”. Dopo di lei è la volta di Francis Underwood, il politico impersonato da Kevin Spacey in House of Cards, che guarda nella telecamera come sa fare lui è scandisce: “Non appena arriverò alla presidenza ucciderò i musulmani, e nessuno potrà fermami”. E il conduttore del celebre telequiz che chiede ai concorrenti: “Qual è il modo migliore per uccidere i musulmani?”.

Un incubo? Tranquilli: è solo una finzione ottenuta con il doppiaggio, e fa parte di una nuova campagna lanciata dalla ong giuridica israeliana “Shurat HaDin” che mira a far comprendere in cosa consista l’istigazione all’odio e alla violenza che imperversa sulle tv palestinesi, a cominciare da quella ufficiale dell’Autorità Palestinese di Abu Mazen. Obiettivo della campagna: promuovere una denuncia della tv palestinese di fronte alla Corte penale internazionale dell’Aia.

“Certo, su nessuna tv americana (e occidentale) passerebbero mai degli appelli come questi a favore dell’assassinio di musulmani. La tv palestinese, invece, incita ogni giorno all’uccisione di ebrei innocenti”, afferma nel video un rappresentante della ong prima di presentare una rapida sequenza di immagini e spezzoni tratti dalla tv palestinese che istigano all’odio verso gli ebrei e al loro assassinio.

In una dichiarazione diffusa mercoledì Shurat HaDin spiega che intende raccogliere migliaia di firme da sottoporre alla Corte penale internazionale a sostegno di una denuncia contro i responsabili della Palestinian Broadcasting Corporation, Riad al-Hassan e Ahmed Assaf. “Molti dei terroristi della recente ondata di violenze anti-israeliane – ricorda Shurat HaDin nella dichiarazione – hanno lanciato i loro attacchi dopo aver guardato programmi che esortano in modo estremamente esplicito ad uccidere gli ebrei”.

Il politico: “…per affondare i loro coltelli nel petto e nel ventre dei nemici” (dalla tv palestinese)

L’organizzazione afferma che esiste un preciso precedente: la condanna nel 2003 da parte della Corte penale internazionale degli operatori della stazione televisiva ruandese Radio Television Libre des Mille Collines, giudicati colpevoli di genocidio, istigazione al genocidio e crimini contro l’umanità per le loro trasmissioni che incitavano alla violenza contro i tutsi prima e durante il genocidio ruandese della primavera 1994.

L’avvocato Nitsana Darshan-Leitner, fondatrice e direttrice di Shurat HaDin, ha detto mercoledì che l’attuale ondata di attentati di cosiddetti “lupi solitari” in realtà è il prodotto innanzitutto della martellante propaganda televisiva. “Quando la televisione istituzionale fa ogni giorno il lavaggio del cervello ai suoi ascoltatori istigandoli ad assassinare gli ebrei, è chiaro che poi alcuni vanno a commettere quelle aggressioni. Una volta era necessario incriminare gli istigatori nelle moschee, oggi bisogna incriminare i dirigente delle trasmissioni tv palestinesi”.

Lo scorso ottobre Shurat HaDin ha preso parte all’inoltro di una querela, a New York, contro il gigante di internet Facebook, relativa al fatto che la società trascura i messaggi di aperta istigazione ad uccidere ebrei postati da palestinesi. Nella causa, si chiede un’ingiunzione che esiga da Facebook di bloccare l’incitamento razzista e gli appelli alla violenza contro gli ebrei in Israele, affermando che “il rifiuto di Facebook di rimuovere il profluvio di video, dichiarazioni e cartoni animati estremisti pubblicati da palestinesi incoraggia la violenza incombente e getta benzina sul fuoco degli attacchi terroristici che colpiscono i cittadini d’Israele”. Allegato, un elenco di querelanti lungo 76 pagine.

Darshan-Leitner ha detto mercoledì al Jerusalem Post che la campagna contro la tv palestinese intende raggiungere la gente in tutto il mondo e rivolgersi anche ai governi, come quello degli Stati Uniti, che finanziano le trasmissioni tv dell’Autorità Palestinese.

(Da: Jerusalem Post, israele.net, 3.2.16)