È tempo che l’Europa segua l’esempio della Germania e metta al bando Hezbollah

Il gruppo islamista filo-iraniano è una minaccia per tutti, e non si può combattere il terrorismo a metà facendo artificiose distinzioni tra ala "militare" e ala "politica"

Editoriale del Jerusalem Post

Un caso blu dell’Unifil schierato al confine tra Libano e Israele, sotto una bandiera del gruppo terroristico filo-iraniano Hezbollah

Come ha riferito il Jerusalem Post domenica scorsa, la Svizzera potrebbe seguire la decisione presa in aprile dalla Germania e vietare tutte le attività di Hezbollah all’interno del proprio territorio. Il Consiglio Federale svizzero ha accettato di prendere in esame un “Rapporto sulle attività in Svizzera del gruppo islamista sciita Hezbollah”. L’iniziativa è stata lanciata a giugno da Marianne Binder, del Partito popolare democratico cristiano svizzero. La proposta di legislazione anti-Hezbollah rileva che la Germania ha giustificato la decisione di bandire il movimento terroristico citando i suoi appelli alla lotta armata e il rifiuto del diritto di Israele di esistere. L’iniziativa recita: “In precedenza, l’Unione Europea aveva bandito il braccio [militare], che era impegnato in attività terroristiche. Non si sa quali attività Hezbollah stia sviluppando in Svizzera. Tuttavia, vista la neutralità della Svizzera, l’attività di Hezbollah non può essere legittimata e un rapporto è raccomandabile anche per ragioni di politica di sicurezza”.

Ciò evidenzia il grottesco approccio dell’Unione Europea all’organizzazione terroristica libanese, i cui funesti tentacoli si sono allungati sul mondo. Nel luglio 2013, i governi dell’Unione Europea hanno accettato di inserire parzialmente Hezbollah nella loro lista nera come organizzazione terroristica, ma hanno fatto una distinzione artificiale e pericolosa. L’Unione Europea ha messo fuori legge il “braccio militare” di Hezbollah, ma ha permesso al suo “braccio politico” di continuare a operare, raccogliere fondi e reclutare membri. Questo meccanismo finanziario e di reclutamento mantiene in vita Hezbollah. È assurdo avallare l’illusione che vi sia una differenza tra le attività “politiche” e quelle “militari” di un’organizzazione i cui terroristi hanno causato centinaia di morti e grandi sofferenze a livello globale. La stessa organizzazione terroristica non fa distinzione tra le sue operazioni politiche e militari.

L’autobus di turisti israeliani fatto esplodere da Hezbollah su suolo europeo (a Burgas, in Bulgaria) nel luglio 2012

Come abbiamo sottolineato dopo la benvenuta decisione tedesca dello scorso aprile, il curriculum di Hezbollah come autore di grandi atrocità terroristiche in tutto il mondo è noto da decenni. I suoi atti sanguinosi vanno dagli attentati orchestrati da Imad Mughniyeh contro l’ambasciata e l’alloggiamento militare degli Stati Uniti a Beirut nel 1983, alle esplosioni contro l’ambasciata israeliana a Buenos Aires nel 1992 e il centro ebraico AMIA nel 1994, all’attentato contro le forze militari statunitensi di stanza in Arabia Saudita nel 1996, all’assassinio del primo ministro libanese Rafik Hariri nel 2005, fino all’attentato esplosivo contro un bus di turisti israeliani a Burgas, in Bulgaria, nel 2012. Per non parlare della miriade di attacchi e sequestri di israeliani europei e americani, del ruolo svolto nel provocare la seconda guerra in Libano del 2006 e il ruolo nella guerra civile siriana, dove Hezbollah ha affiancato l’Iran, il suo sponsor, nel creare un corridoio terroristico che va da Teheran a Beirut.

Anche la devastante esplosione che ha distrutto il porto di Beirut all’inizio di questo mese, uccidendo almeno 180 persone e lasciando 250.000 senzatetto, può essere addossata a Hezbollah. Sebbene la causa esatta non sia ancora certa, è chiaro che Hezbollah è responsabile di menefreghismo, corruzione, accumulo di materiale esplosivo con intenti ostili, o di una combinazione di tutti questi fattori messi insieme. Gli sforzi di Hezbollah per dotarsi di missili di precisione e la scoperta della rete di tunnel per attacchi terroristici che penetrano dal Libano in Israele sono ulteriori prove che il gruppo jihadista non ha mai rinunciato ai suoi obiettivi micidiali.

Un’abitazione di Haifa bombardata da Hezbollah nell’estate 2006

Da anni, Stati Uniti e Israele esortano l’Europa a bandire Hezbollah. Ma è stato solo dopo che Hezbollah ha perpetrato l’attentato a Burgas, che l’Unione Europea si è decisa a mettere parzialmente fuori legge l’organizzazione. Questo giornale ha puntualmente riportato le molte attività di Hezbollah in Europa e il suo aperto sostegno al terrorismo. È stato anche riferito che il Mossad ha fornito informazioni cruciali che hanno contribuito a sventare attentati su suolo europeo. In Europa, oltre alla Germania, anche il Regno Unito, la Lituania e i Paesi Bassi hanno bandito Hezbollah nella sua interezza. Fuori dall’Europa, oltre a Israele, hanno designato l’intera entità di Hezbollah come movimento terroristico la Lega Araba, gli Stati Uniti, il Canada e numerosi paesi dell’America Latina. Ci auguriamo che la Svizzera ne segua l’esempio.

Già da tempo dovrebbe esistere un bando di Hezbollah ovunque e totale. Non è solo Israele a essere a rischio. Il terrorismo di Hezbollah, lautamente finanziato dai suoi sponsor iraniani, colpisce il mondo intero: non si tratta di una minaccia soltanto per Israele. Il terrorismo non può essere affrontato a metà, con distinzioni artificiose tra ala “militare” e ala “politica”. L’unico modo per fermare Hezbollah è riconoscere universalmente che si tratta di un’organizzazione terroristica i cui atti atroci non possono essere tollerati in nessuna parte del mondo.

(Da: Jerusalem Post, 24.8.20)